Lo studio su Science

La metà dei laghi più grandi del mondo si sta ritirando: ecco gli effetti di cambiamento climatico e consumi insostenibili

Ambiente - di Redazione

19 Maggio 2023 alle 11:24

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La metà dei laghi più grandi del mondo si sta ritirando: ecco gli effetti di cambiamento climatico e consumi insostenibili

Due facce della stessa medaglia: da una parte l’Emilia Romagna sepolta sotto l’acqua dopo un periodo di estrema siccità, tra continui fenomeni metereologici estremi, dall’altra oltre il 50 per cento dei bacini lacustri del pianeta che hanno diminuito notevolmente il tasso di stoccaggio di acqua negli ultimi tre decenni.

Sono gli effetti del cambiamento climatico visti da estremi opposti. Sul prosciugamento dei grandi laghi e bacini il nuovo allarme arriva da uno studio pubblicato sulla rivista ‘Science‘ e condotto dagli scienziati dell’Università della Virginia, dell’Università del Colorado Boulder, della Kansas State University e di una serie di istituti di ricerca in Francia e Arabia Saudita, curato da Balaji Rajagopalan e Fangfang Yao.

Utilizzando un approccio innovativo per monitorare le tendenze di stoccaggio dell’acqua nei laghi e nelle regioni che dipendono da essi, il team di ricercatori ha ottenuto risultati importanti quanto preoccupanti.

Per esaminare il livello di stoccaggio dei laghi terrestri, che a differenza dei fiumi erano stati ancora poco studiati dalla comunità scientifica, il gruppo di ricerca ha ideato una tecnica in grado di misurare i cambiamenti nei livelli dell’acqua di quasi duemila tra i più grandi bacini idrici del mondo, che rappresentano il 95 per cento delle risorse lacustri. Combinando i dati di 250mila istantanee satellitari, raccolte dal 1992 al 2020 per 1.972 aree lacustri, il risultato è stato drammatico: il 53% dei laghi e dei bacini esaminati ha registrato un calo dell’acqua, a un ritmo di circa 22 gigatonnellate all’anno. Nel periodo studiato dai ricercatori sono stati persi 603 chilometri cubi d’acqua, 17 volte l’acqua del lago Mead, il più grande bacino idrico degli Stati Uniti.

Abbiamo intrapreso questa indagine – riporta Yao – per via delle preoccupanti tendenze e delle crisi ambientali che hanno interessato alcuni dei più grandi corpi idrici della Terra, come il prosciugamento del lago d’Aral tra il Kazakistan e l’Uzbekistan”.

Quello che ci ha colpito – ha aggiunto Balaji Rajagopalan – è il fatto che il 25% della popolazione mondiale viva presso bacini lacustri che tendono a prosciugarsi“, il che significa che circa due miliardi di persone sono toccate dal fenomeno in questione. A differenza dei fiumi, che sono stati studiati dalla comunità scientifica, i laghi non sono ben monitorati, nonostante la loro importanza fondamentale per la sicurezza idrica, ha affermato Rajagopalan.

La perdita d’acqua dei laghi naturali è stata attribuita dagli scienziati al riscaldamento globale e al consumo urbano da parte dell’uomo: nella ricerca però l’aspetto più sorprendente è che i laghi perdono volume sia nelle regioni umide che in quelle secche dall’Amazzonia all’Artico, suggerendo così una tendenza di essiccazione più diffusa di quanto si pensasse in precedenza.

Eppure qualche speranza c’è, un barlume di ottimismo per il futuro del pianeta non è scomparso. Come sottolinea Ben Livneh, dell’Università del Colorado Boulder, “c’è da evidenziare che il 24 per cento dei laghi analizzati è stato associato a un incremento significativo dello stoccaggio dell’acqua. Queste incoraggianti realtà si trovano principalmente nelle zone sottopopolate dell’altopiano tibetano o nelle grandi pianure del Nord America, oppure nelle aree caratterizzate da nuovi bacini idrici come i fiumi Yangtze, Mekong e Nilo”.

di: Redazione - 19 Maggio 2023

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