I risultati
La Spagna vira a destra, i socialisti del premier Sanchez travolti dallo “tsunami” di Popolari e Vox
Esteri - di Carmine Di Niro
Un messaggio chiarissimo in vista delle elezioni politiche di fine anno: la Spagna vira a destra e il Partito socialista del premier Pedro Sanchez deve fare i conti con risultati a dir poco deficitari.
È l’esito del voto di domenica in terra iberica, dove il Psoe ha perso il confronto con i Popolari di Alberto Nunez Feijoo in tutte le partite più importanti e delicate.
Ad ammettere lo “tsunami” di destra sono gli stessi socialisti. Uno “tsunami” di destra si è abbattuto su “tutte le regioni della Spagna“, ha confermato infatti Javier Lamban, il leader socialista dell’Aragona che ha perso il seggio a favore del Pp. “Siamo di fronte a un’innegabile ondata di destra in Spagna guidata da PP e Vox“, aggiunge Miguel Angel Revilla, che a sua volta ha perso la carica di capo del governo regionale della Cantabria.
Il Psoe ha infatti perso il controllo della Comunità Valenciana, l’Extremadura e Siviglia: alla vigilia l’obiettivo di Sanchez era invece conservare e persino aumentare la presa sui territori, nonostante i sondaggi dessero i due blocchi di destra e sinistra ravvicinati.
I Popolari invece hanno vinto senza appelli questa tornata elettorale amministrativa: il Psoe ha perso sei dei nove governi regionali che guidava (Comunità Valenciana, Estremadura, Aragona, Baleari, Canarie e La Rioja) e 15 dei 22 capoluoghi di provincia.
D’altra parte è anche vero che il Pp potrà governare nelle sei regioni conquistate solo col sostegno di Vox, il partito di estrema destra con note “nostalgie franchiste”. L’obiettivo per il movimento è di rendersi indispensabile non solo per il governo locale, ma anche per quello nazionale in ottica delle elezioni politiche.
¡No os defraudaremos!
VOX no va regalar la confianza y los valores de los españoles. pic.twitter.com/485HZYOcq7
— VOX 🇪🇸 (@vox_es) May 29, 2023
L’altro grattacapo per Alberto Nunez Feijoo, che ovviamente festeggia a urne chiuse e parla di “una chiara vittoria” e che la Spagna “ha mosso i primi passi verso una nuova era politica”, è la grande affermazione nella Comunità di Madrid di Isabel Diaz Ayuso, sua grande rivale interna al partito e leader dell’ala più a destra dei Popolari.
Gracias, muchas gracias a los 7 millones de personas que nos han dado su confianza.
Hemos dado #ElPrimerPaso para abrir un nuevo ciclo político en España. pic.twitter.com/3PgbBL9ITq
— Alberto Núñez Feijóo (@NunezFeijoo) May 28, 2023
La Ayuso ha infatti raggiunto l’obiettivo di governare senza dipendere da Vox e ha vinto con una comoda maggioranza assoluta, 71 seggi e oltre il 47% dei voti, 6 seggi in più rispetto a quelli ottenuti alle elezioni del maggio 2021, confermando così alla guida della Regione.
Fallita invece la partita più difficile: riconquistare dopo 11 anni la città di Barcellona: il candidato del Pp Jaume Collboni è stato superato dal leader degli indipendentisti di orientamento conservatore, Xavier Trias, mentre l’attuale sindaca Ada Colau non è andata oltre il terzo posto. Risultati che non sono un buon viatico in vista delle Politiche per la vicepremier e ministra del Lavoro Yolanda Diaz, leader della nuova piattaforma di sinistra Sumar: gran parte dei suoi sforzi erano stati messi in campo proprio per sostenere Ada Colau, sconfitta a Barcellona, e i candidati di altre formazioni che ruotano intorno al suo movimento.
Da parte sua, il Partito Socialista (Psoe) del premier Pedro Sanchez manterrà il controllo del governo regionale nelle Asturie e potrebbe riuscirci, in caso di determinate combinazioni post-elettorali, alle Canarie e in Navarra.