La guerra in Ucraina
La caduta di Bakhmut: la conquista discussa della città distrutta e la controffensiva ucraina
Esteri - di Redazione Web
A oltre sette mesi dall’avvio dell’assedio la città di Bakhmut, città ucraina nella Regione del Donetsk, sembra essere giunta a un drammatico epilogo. Seppur discusso, controverso: tutto da decifrare per tanti versi. “Lì non c’è più niente”, ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky di ritorno dal G7 in Giappone. Della distruzione della città ha parlato anche il Comando delle forze per le operazioni speciali ucraino in un video. “La città oggi. I nostri soldati sono partiti per una missione di combattimento attraverso una città distrutta ma non conquistata. La nostra strada verso la vittoria è esattamente così: difficile e rischiosa. L’unica scelta di tutti quelli che sono arrivati in difesa dell’Ucraina, tutti quelli per i quali la guerra è diventata lavoro e vocazione allo stesso tempo”.
Bakhmut è stata per mesi l’epicentro della battaglia tra Kiev e Mosca. È una piccola cittadina nella regione del Donbass, circa 70mila abitanti prima dell’invasione russa. Non ha un particolare interesse strategico. Per Mosca poteva diventare il punto da cui lanciare attacchi a città più importanti, come Kramatorsk o Sloviansk per esempio. Un punto neanche così privilegiato. La battaglia è infuriata soprattutto per volere delle due parti di non cedere neanche un piccolo pezzo del proprio territorio. Le forze armate russe hanno rivendicato di aver completamente “liberato” la città. Per le forze armate ucraine invece Bakhmut resta l’epicentro della battaglia.
“Il nemico continua a condurre azioni offensive. I combattimenti per la città di Bakhmut continuano”. Le forze russe hanno provato nell’ultima giornata “senza successo di recuperare le posizioni perdute a sud dell’insediamento di Ivanivske”. L’esercito ucraino non aveva ammesso la perdita della città. “È un peccato, è una tragedia, ma oggi Bakhmut è soltanto nei nostri cuori”, aveva detto al G7 il presidente ucraino Zelensky. “Non è stata occupata dalla Federazione russa, ci sono ancora soldati ucraini, non posso dire in quali luoghi”.
Zelensky ha paragonato la distruzione di Bakhmut a quella di Hiroshima. “Ben fatto, perché è stata la casa Bianca a orchestrare entrambe”, ha dichiarato su Telegram – citata dall’agenzia Tass su Twitter – la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, chiamando Bakhmut con il nome di epoca sovietica, Artyomovsk. Lo Stato maggiore ucraino nel suo aggiornamento ha scritto che i militari di Kiev “continuano a respingere numerosi attacchi dei russi a Kupyansk, Lyman, Bakhmut, Avdiivka e Marinsk, nella regione orientale del Donetsk: nell’ultimo giorno i russi hanno tentato di compiere 37 attacchi su queste linee del fronte”. Su Bakhmut ha aggiunto che le battaglie continuano, nelle ultime 24 ore i russi hanno cercato di riconquistare le posizioni perdute a sud dell’insediamento di Ivanovske. Il nemico ha anche condotto azioni offensive senza successo in direzione di Hryhorivka. Le truppe russe hanno lanciato furiosi bombardamenti sulla regione di Donetsk. Anche la regione di Lugansk è stata colpita”.
La conquista di Bakhmut per Mosca riveste un significato simbolico. Sarebbe la prima citta ucraina presa dopo Lisychansk, quindi dalla scorsa estate. La battaglia è costata una massiccia quantità di armamenti e migliaia di vittime da una parte e dall’altra. Secondo stime occidentali Mosca ha perso tra i ventimila e i trentamila soldati russi nell’assedio. La città è stata rasa al suolo. Gli ucraini si sono concentrati sui fianchi nord e sud della città, posizioni in altura che potrebbero far pensare a prossime offensive per riprendere la città. Proprio a Bakhmut inoltre sono scoppiati i dissidi tra il leader della brigata di mercenari Wagner, Evgeny Prigozhin, e i vertici dello Stato Maggiore di Mosca.
Due giorni fa il cosiddetto “cuoco di Putin” ha annunciato in un video postato su Telegram il ritiro dei suoi uomini entro il 25 maggio. Era stato lo stesso Prigozhin ad annunciare per primo sabato sera la conquista di tutta Bakhmut ma anche a precisare che i combattimenti stavano continuando. Secondo gli analisti dell’Istituto per lo studio della guerra (Isw), i mercenari della Wagner non sarebbero nelle condizioni per continuare a combattere anche oltre Bakhmut. Kiev starebbe inoltre preparando da tempo una controffensiva verso il sud est del Paese verso Melitopol e Mariupol che però ancora non è partita. Il comandante delle forze di terra ucraine Oleksandr Syrskyi ha dichiarato che i russi rischiano di restare bloccati “come topi in trappola”.