L'ossessione del vice premier

Salvini assolto non molla l’osso Viminale: la rincorsa per tornare al ministero dell’Interno, dopo l’avvio dei lavori per il Ponte

Il segretario della Lega punta al ministero di Piantedosi. "Mia priorità lasciare a chi verrà dopo di me le imprese, gli operai, i tecnici, gli ingegneri al lavoro". Ha promesso l'apertura dei cantieri a primavera 2026

Politica - di Redazione Web

18 Dicembre 2025 alle 15:58

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Il Ministro dei trasporti e infrastrutture Matteo Salvini, il Ministro dell’interno Matteo Piantedosi durante lo svolgimento del question time alla Camera dei Deputati a Roma, Mercoledì, 16 Luglio 2025 (foto Mauro Scrobogna / LaPresse) Minister of Transport and Infrastructure Matteo Salvini, Minister of the Interior Matteo Piantedosi in occasion of the question time in the Chamber of Deputies in Rome, Wednesday, July 16 2025. (Photo by Mauro Scrobogna / LaPresse )
Il Ministro dei trasporti e infrastrutture Matteo Salvini, il Ministro dell’interno Matteo Piantedosi durante lo svolgimento del question time alla Camera dei Deputati a Roma, Mercoledì, 16 Luglio 2025 (foto Mauro Scrobogna / LaPresse) Minister of Transport and Infrastructure Matteo Salvini, Minister of the Interior Matteo Piantedosi in occasion of the question time in the Chamber of Deputies in Rome, Wednesday, July 16 2025. (Photo by Mauro Scrobogna / LaPresse )

Appena il tempo incassare l’assoluzione definitiva per sequestro di persona dei migranti soccorsi dall’ong Open Arms sette anni fa, ancora alcuni mesi salvo quelle che il centrodestra ha definito come intromissioni e interferenze della magistratura nel progetto del Ponte sullo Stretto di Messina, e quindi Matteo Salvini potrà tornare a candidarsi con forza e convinzione per il ministro dell’Interno, come non ha mai nascosto di voler fare. Dopo le politiche del 2027, presumibilmente, come riporta Il Corriere della Sera oggi e come aveva adombrato lui stesso a Quarta Repubblica.

Era l’agosto del 2019 quando a 147 migranti soccorsi da una nave dell’Ong Open Arms non era stato permesso di sbarcare a terra a Lampedusa. La decisione era proprio di Salvini, all’epoca ministro dell’Interno del governo formato da Lega e Movimento 5 Stelle e guidato dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. La Procura nel settembre 2024 chiese sei anni di carcere per le accuse di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio, nel dicembre dell’anno scorso il segretario leghista era stato assolto perché “il fatto non sussiste”. Fine del processo, dopo quasi sette anni, del processo che gli avrebbe precluso il ritorno al Viminale.

Stando alle motivazioni pubblicate lo scorso giugno, a fornire l’approdo avrebbe dovuto essere la Spagna e non l’Italia. “Cinque anni di processo: difendere i confini non è reato”, ha scritto Salvini sui social esultando per la sentenza di assoluzione. La Procura aveva fatto ricorso direttamente in Cassazione. E in effetti non era forse sbagliato considerare in ogni caso la questione Open Arms come una situazione win-win per il segretario del Carroccio: sia per l’assoluzione che per un’eventuale condanna che sarebbe diventata materiale buono per la campagna elettorale per il referendum sulla Giustizia.

“I nostri tecnici sono convinti, e io con loro, che è stata rispettata tutta la normativa europea. Stiamo lavorando per superare le obiezioni poste dalla Corte dei conti – ha dichiarato oggi vice primo ministro a Palermo – Mi sarebbe piaciuto, era il mio obiettivo e se ci fosse stato il via libera della Corte dei conti sarebbe già realtà, aprire i cantieri a dicembre del 2025. Evidentemente dovremo lavorare con i nostri tecnici per qualche mese in più. L’obiettivo trasla dall’inverno 2025 a primavera 2026. Comunque, siccome prima della fine della legislatura e del mio mandato c’è ancora quasi un anno e mezzo, è una mia priorità lasciare a chi verrà dopo di me le imprese, gli operai, i tecnici, gli ingegneri al lavoro”.

18 Dicembre 2025

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