Il magistrato rientra nella Procura meneghina

Mani Pulite si riprende Milano, Paolo Ielo rientra nella Procura che lo lanciò

Protagonista del pool negli anni ruggenti di Tangentopoli, seppur con alcuni eccessi come le parole su Craxi “criminale matricolato”, il pm torna da nuovo procuratore aggiunto nel Palazzo di Giustizia che lo lanciò

Giustizia - di Giovanni M Jacobazzi

11 Dicembre 2025 alle 10:00

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Mani Pulite si riprende Milano, Paolo Ielo rientra nella Procura che lo lanciò

Milano-Roma andata e ritorno. Non è la pubblicità di Trenitalia ma quanto ha fatto Paolo Ielo, dalla scorsa settimana nuovo procuratore aggiunto sotto la Madonnina e subito assegnato al dipartimento reati contro la Pubblica amministrazione, il più importante occupandosi delle indagini nei confronti dei “famigerati” colletti bianchi che tanta visibilità hanno dato al magistrato messinese.

In magistratura dal 1986, Ielo è giudice penale a Milano fino al 1993 quando diviene sostituto procuratore della Repubblica. All’epoca, infatti, con il cambio di funzioni non bisognava cambiare distretto ma solo piano all’interno del palazzo di giustizia. Nella nuova veste di pm, Ielo si occupa di processi per corruzione e concussione, illecito finanziamento ai partiti, reati societari e tributari a carico anche delle principali aziende del Paese, come Enel. Sono gli anni ruggenti di Tangentopoli dove i magistrati milanesi vengono osannati come delle star essendo chiamati a “salvare” la Nazione dalla corruzione. Rivolteremo il Paese come “un calzino”, dirà Piercamillo Davigo, poi condannato in via definitiva proprio per un reato contro la Pa. Nel 1995 il Pool designa Ielo a rappresentare l’accusa nel processo sulle tangenti per la metropolitana milanese. Repubblica scrive: “Mani pulite per sferrare l’attacco finale a Bettino Craxi si affida al più giovane della squadra”.

Nella sua requisitoria Ielo produce le intercettazioni delle telefonate di Bettino Craxi da Hammamet dove si poteva leggere quanto il leader socialista ed i suoi non apprezzassero l’operato dei magistrati e come cercassero di contrastarlo. Ielo, a un certo punto, “con la tensione che gli piega la voce”, scrive ancora Repubblica, si rivolge ai giudici del collegio dicendo: “Queste sono le carte di un criminale matricolato che aggredisce i magistrati”. Parole di cui poi si scusò ma che scatenarono l’inevitabile polemica politica. Dopo una parentesi sempre a Milano, prima al riesame e poi al gip, nel 2008 Ielo arriva a Roma da pm, destinato ancora una volta alle indagini nella Pa. Sotto di lui finiscono Enav, Sogei, Enav, funzionari dell’Agenzia delle entrate e del Ministero. Le accuse? Finanziamento illecito, corruzioni internazionali, bancarotte. Nel 2014 una nuova svolta: approda alla Dda e, con i colleghi Giuseppe Cascini e Luca Tescaroli, attuale procuratore di Prato, coordina la maxi inchiesta (ex) Mafia Capitale.

Nel 2016 il Csm by Luca Palamara lo nomina procuratore aggiunto a piazzale Clodio. Il 2016 è un anno alquanto significativo per i fan della stagione delle manette: Davigo viene eletto presidente della Associazione nazionale magistrati e Francesco Greco, altro componente del Pool, diventa il nuovo procuratore di Milano. La sua stagione romana, come detto, è densa di indagini da prima pagina: il comandante generale dell’Arma dei carabinieri, il generale Tullio Del Sette, i sindaci Ignazio Marino (Pd) e Virginia Raggi (M5s), il capo di gabinetto della Regione Lazio, il dem Maurizio Venafro. Lo scorso anno il magistrato aveva fatto domanda per diventare procuratore di Bologna. La sua candidatura non aveva però superato nemmeno il vaglio della Commissione per gli incarichi direttivi del Csm. Ielo è ormai un magistrato diverso da quello degli esordi: pur essendo vicino ai gruppi della magistratura progressista ha spesso manifestato una certa diffidenza verso le correnti. Anche la Procura di Milano non è più la stessa, dal 2022 retta da Marcello Viola, il “papa straniero”.

Nato a Caltanissetta ma agrigentino di adozione, Viola in questi anni ha dato all’ufficio un’ impronta molto diversa, cercando, non senza fatica, di evitare fughe in avanti da parte dei pm più “effervescenti” e quindi inutili scontri con la politica. Tanto per fare un esempio, il giorno dello sciopero dell’Anm contro la riforma della separazione delle carriere, mentre i colleghi sventolavano la Costituzione sulla scalinata del tribunale, Viola era nel suo ufficio a preparare una richiesta di custodia cautelare per associazione di stampo mafioso. Ed anche la realtà politica milanese è diversa. A Palazzo Marino da quasi quindici anni si succedono amministrazioni di sinistra che con la Procura hanno sempre cercato un confronto e non la rissa. Se cambierà qualcosa con il ritorno di Ielo a Milano è comunque presto per dirlo.

11 Dicembre 2025

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