Il tycoon continua a picconare l'Europa

Il piano di Trump per abbattere l’Europa: sostegno a Orban, Le Pen e AfD

Sostenere Orban, Le Pen, AfD e altri partiti xenofobi per sovvertire le istituzioni Ue e lasciare mano libera agli oligarchi delle Big Tech: Donald vuole l’internazionale nera non a caso

Esteri - di Umberto De Giovannangeli

11 Dicembre 2025 alle 14:30

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AP Photo/Matt Rourke – Associated Press / LaPresse
AP Photo/Matt Rourke – Associated Press / LaPresse

C’è una Europa decadente. Marcia. La “vecchia Europa” che si fa imbastardire da milioni di migranti. È l’Europa che Donald Trump schifa, dileggia, “dazia”. Ma poi c’è la “giovane Europa” che il tycoon, e ancor più il suo iperattivo Vice, J.D. Vance, esaltano, sostengono, sdoganano. L’Europa dei sovranisti-populisti, antieuropei incalliti, quelli che piacciono tanto anche allo zar del Cremlino.

Nell’intervista a Politico, Trump ha ribadito la sua intenzione di sostenere candidati politici in Europa che condividano la sua visione, anche a costo di alimentare tensioni diplomatiche con i governi attuali. “Ho già appoggiato persone che molti europei non amano. Ho appoggiato Viktor Orban”, ha ricordato. “Il tornado di Trump ha cambiato il mondo per alcuni eravamo il passato, una follia, ora siamo il futuro. Siamo molti, forti e grandi”, ha gridato Orban ospite d’onore, assieme a Marine Le Pen, Geert Wilders, Matteo Salvini, a Madrid, di una manifestazione, l’8 febbraio scorso, dell’estrema destra spagnola di Vox. Tutti fanno parte a Strasburgo del gruppo dei “patrioti”, e con loro lo spagnolo Santiago Abascal, l’austriaco Herbert Kickl, oltre alla tedesca Alice Weidel.

Quanto a Trump, agli elogi a Orban ha accompagnato la sua dichiarata vicinanza a Marine Le Pen. La leader del Rassemblement National, il movimento di estrema destra francese, è stata dichiarata ineleggibile per le presidenziali del 2027, dopo essere stata riconosciuta colpevole di appropriazione indebita di oltre 4 milioni di euro del 2027, versati dal Parlamento europeo per gli assistenti parlamentari degli eletti europei del suo partito e utilizzati per retribuire funzionari e personalità a lei vicine. Donald Trump ha preso subito le sue difese. “Non conosco Marine Le Pen, ma apprezzo il suo duro lavoro da tanti anni. Ha subito delle sconfitte, ma ha perseverato, e ora, proprio prima di quella che sarebbe una grande vittoria, la bloccano con un’accusa minore di cui probabilmente non sapeva nulla. Sembra un errore contabile”, ha detto Trump.

Il presidente americano minimizza il reato e avalla così la tesi del complotto per estromettere una candidata il cui movimento, diventato la prima forza politica in Francia, è in testa nei sondaggi. ll Front National francese, l’Independence Party inglese, Alternative für Deutschland, il Partito per la Libertà olandese, il Partito della Libertà austriaco, lo Jobbik ungherese, condividono una serie di priorità comuni che riguardano le limitazioni all’immigrazione, lo smembramento dell’integrazione politica ed economica globale (rinunciando all’Unione europea e, nel caso di alcuni di questi partiti, anche alla Nato). E su questa linea incontrano il sostegno di Trump. E ancor più del suo vice, J.D.Vance.

Un breve passo indietro nel tempo: 15 febbraio 2025. Alla Conferenza di Monaco sulla sicurezza, il Vicepresidente Usa sale in cattedra a impartire lezioni di democrazia al Vecchio continente, attaccando l’Europa in modo frontale – dall’immigrazione alla libertà di parola fino all’esclusione dell’estrema destra – minimizzando il ruolo della disinformazione russa e difendendo Elon Musk, paragonato inopinatamente a Greta Thunberg. Un intervento shock, applaudito solo da poche persone, prevalentemente parlamentari repubblicani, ma che gela e lascia attonita la gremitissima sala, dove la maggior parte dei presenti è rimasta seduta senza applaudire. Ma poche ore dopo, a distanza, arriva il plauso di Donald Trump, in mezzo all’annuncio di nuovi dazi alle auto il 2 aprile: “l’Europa ha un sacco di problemi con l’immigrazione criminale” e “sta perdendo il suo meraviglioso diritto alla libertà di parola”, ha detto, dopo che la sua Casa Bianca l’ha appena tolta all’Ap, esclusa da studio Ovale e Air Force One per non essersi allineata alla nuova denominazione di ‘Golfo d’America’.

“A Washington c’è un nuovo sceriffo”, ha esordito Vance, sottolineando che “con la leadership di Trump potremmo non essere d’accordo con voi, ma vogliamo discutere con voi”, perché in fondo “siamo nella stessa squadra”. Ma è apparso evidente che Usa ed Europa stanno giocando due partite diverse. Il vice di Trump ha accusato i leader europei di aver abbandonato le proprie radici di “difensori della democrazia” durante la Guerra fredda, e in particolare di zittire le voci dissenzienti “nascondendosi dietro brutte parole dell’era sovietica come disinformazione”. Nel mirino gli ampi poteri in Ue per moderare i contenuti online e alcune restrizioni applicate in Germania, Svezia, Regno Unito, ma anche negli Usa di Biden.

Bordata pure all’annullamento delle presidenziali in Romania “sulla base dei deboli sospetti su un’agenzia di intelligence (russa, ndr) e dell’enorme pressione dei Paesi vicini”: “Se pensate che la democrazia possa essere distrutta con la pubblicità digitale di un Paese straniero, allora la vostra democrazia non è molto forte fin dall’inizio”. Vance non ha risparmiato critiche dirette neppure agli organizzatori della Conferenza di Monaco per aver impedito ai partiti populisti (leggi l’Afd, ndr) di prendere parte all’evento, affermando che “non dobbiamo essere d’accordo… ma è nostro dovere almeno partecipare al dialogo con loro. La democrazia si basa sul sacro principio che la voce del popolo conta, non c’è spazio per cordoni sanitari”. In un’intervista al Wsj era stato ancora più esplicito, invitando i politici tedeschi a lavorare anche col partito tedesco di estrema destra, suscitando la piccata reazione di Berlino contro una “intromissione molto forte in un Paese amico nel mezzo di una campagna elettorale”.

Non basta? 3 maggio 2025. Nel mirino dell’amministrazione Trump entrano i servizi di sicurezza interni della Germania, colpevoli, agli occhi di Washington, di classificare come “decisamente di estrema destra” il partito Alternative für Deutschland. Il rapporto dei servizi, 1.110 pagine frutto di quattro anni di indagini, resterà secretato. Non passa molto prima che il segretario di Stato Usa, Marco Rubio intervenga sul social, dove accusa i servizi tedeschi di «avere la facoltà di spiare l’opposizione» e parla di «tirannia mascherata». «Ad essere estremista non è l’AfD, arrivato secondo alle ultime elezioni, ma la mortale politica dei confini aperti seguita dall’establishment, cui l’AfD si oppone».
La sintesi conclusiva spetta ad Oliver Roy. Annota il grande sociologo francese: “Ci sono tre correnti all’opera tra coloro che gioiscono della vittoria di Donald Trump: una destra cristiana, un populismo identitario e un accelerazionismo tecnologico e libertario”. Una miscela esplosiva che rischia di far saltare l’Europa. E non solo.

11 Dicembre 2025

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