La scuola di Valditara a passo di gambero

Ddl Valditara: l’educazione sessuale tra consenso dei genitori e ape impollinatrice

Alle medie e alle superiori è richiesto il consenso dei genitori dei minorenni. Alla scuola dell’infanzia ed elementare persiste il magico dominio dell’Ape impollinatrice e del Cavolo sotto il quale crescono i bambini...

Politica - di Fulvio Abbate

10 Dicembre 2025 alle 15:30

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Foto Roberto Monaldo / LaPresse
Foto Roberto Monaldo / LaPresse

Le proposte di offrire ai ragazzi e alle ragazze il supporto di un’educazione sessuale e, ancor prima affettiva, nel quotidiano scolastico, al di là di dubbi e resistenze e modalità espressivo-pedagogiche esatte, attendibili, riporta alla memoria dei più adulti il tema stesso nella sua evidenza pubblica, ossia come si è manifestato nel corso dei decenni, sullo sfondo dell’angelica convinzione diffusa che fosse la cicogna a portare i bambini, e non meno nella rassicurante tenue certezza che “crescessero” sotto un cavolo.

Ogni possibile considerazione sulla sostanza subculturale della “lista stupri”, apparsa nei bagni del liceo “Giulio Cesare” del quartiere Trieste di Roma, scorcio di città borghese residenziale, è da accostare non meno al nostro in filigrana. In verità, tornando a ragionare di semplice maternità, i bambini palermitani interpellati nel 1964 da Pier Paolo Pasolini in “Comizi d’amore”, garantivano con candore struggente, in attesa della malizia dei fratelli maggiori, che a depositarli tra le mani della mamma fosse direttamente Gesù. Sì, un Cristo da immaginare come un tenero infaticabile portantino (oggi diremmo rider) dell’amore che infine si incarna nella prole. Affinché il discorso sulla sessualità possa apparire per intero nella sua evidenza genitale occorrerà aspettare la fine degli anni Sessanta, e tuttavia, memoria televisiva personale, rammento ancora un edificante tentativo tardo pomeridiano, tra “Chissà chi lo sa?” e “Giocagiò”, di illustrare la nascita, il parto stesso con l’immagine dell’ape pronta a impollinare il fiore.

L’ironia di Walter Chiari che in uno sketch restituiva l’impossibilità del “petting” tra adolescenti in attesa delle aperture giunte insieme al boom economico brilla ancora adesso: “Tutto quello che era concesso, due dita dentro la manica all’altezza del polso, ma questo solo con le settentrionali, quanto alle meridionali avevano tre giri di filo spinato intorno alle braccia”. Occorrerà attendere i “Monty Phyton” per demistificare il concetto e la prassi, in senso tecnico, stessi di educazione sessuale: un gruppo di studenti costretti a osservare la dimostrazione pratica di un rapporto sessuale completo tra il prof e sua moglie, lì distesi sulla cattedra, necessario richiamare all’attenzione chi dovesse distrarsi perdendo così piena contezza d’ogni gesto necessario a un coito.

Si crea quasi un cortocircuito sovrapponendo quest’ultima immagine edificante al volto del ministro Valditara dietro la non meno ministeriale scrivania nell’aula della Camera che ha appena approvato in prima lettura il disegno di legge che porta il suo nome: 151 voti a favore, 113 contrari e 1 astenuto. Il provvedimento riguarda appunto l’educazione sessuo-affettiva e il consenso informato a scuola. Alle medie e alle superiori si richiede per l’educazione sessuale il consenso dei genitori dei minorenni. “Fermo restando quanto previsto dalle indicazioni nazionali”, le attività in questione sono escluse per la scuola dell’infanzia ed elementare, dunque in questi ultimi casi persiste il magico dominio del Cavolo, dell’Ape impollinatrice e, va da sé, nell’illusoria convinzione che Cristo in persona provveda a citofonare per la consegna del frutto dell’amore.

“La richiesta di consenso – leggiamo – deve inoltre esplicitare le finalità, gli obiettivi educativi e formativi, i contenuti, gli argomenti, i temi e le modalità di svolgimento delle attività di cui al primo periodo, oltre che l’eventuale presenza di esperti esterni o di rappresentanti di enti o di associazioni a vario titolo coinvolti, che deve comunque essere sottoposta all’approvazione del Consiglio d’Istituto”. L’istituzione scolastica deve altrettanto garantire “mediante i propri strumenti di flessibilità e di autonomia didattica e organizzativa, attività didattiche e progettuali alternative”. L’educazione sessuale, nota Valditara,è importante per una corretta conoscenza del corpo e della sua evoluzione biologica, per una protezione dai rischi di malattie sessualmente trasmissibili e per una consapevole gestione della sessualità”.

I timori di Valditara? La legge sul consenso informatoha piuttosto lo scopo di non creare confusione nei bambini insegnando le cosiddette teorie gender, cioè teorie secondo cui accanto ad un genere maschile e femminile ci sarebbero altre identità di genere che non sono né maschili né femminili”, così ha infatti aggiunto. Evocando, si perdoni la prosaicità, il modo in cui Diego Abatantuono chiama “Ibrido” il fratello gay nel film I fichissimi diretto da Carlo Vanzina, campione d’incassi. “Questo ddl è il contrario di quello che servirebbe al Paese per contrastare la violenza di genere e per prevenirla”, così Elly Schlein, “tante volte ci siamo messi a disposizione per far fare dei passi avanti al Paese contro la violenza di genere, ma quello che la destra oggi fa è un passo indietro clamoroso”.

“Oggi, al grido ‘Dio patria famiglia’ la maggioranza di centrodestra, guidata dalla Lega, ha affossato l’educazione sessuo-affettiva nelle scuole, che da tutti è considerata il primario strumento di prevenzione della violenza contro le donne e dei femminicidi”, recita sempre una nota del Pd. E ancora: “Perfino il sinodo dei vescovi italiani si è impegnato a promuovere percorsi di educazione alla sessualità e all’affettività anche nel rispetto delle diverse identità di genere, mentre il governo istituisce un percorso ad ostacoli per l’educazione alla sessualità e all’affettività nelle scuole italiane. Anziché colmare la distanza con altri 20 paesi europei che prevedono l’educazione sessuale obbligatoria nelle scuole, il governo porta l’Italia a chiudersi culturalmente nella retroguardia, umilia la scuola pubblica e fa un danno ai giovani, a cui nega il diritto ad un’educazione piena, abdicando al suo dovere costituzionale. Un giorno buio, anche per il contrasto alla terribile piaga sociale della violenza contro le donne che conta oltre 100 femminicidi all’anno nel nostro paese. Oggi la destra al governo si è assunta una responsabilità grave”.

In verità l’Assemblea sinodale propone, sì, di “superare l’atteggiamento discriminatorio a volte diffuso negli ambienti ecclesiali e nella società” e di impegnarsi a “promuovere il riconoscimento e l’accompagnamento delle persone omoaffettive e transgender, così come dei loro genitori, che già appartengono alla comunità cristiana con la preghiera e la riflessione, invitando le Chiese locali e le Conferenze Episcopali Regionali a “formare opportunamente gli operatori pastorali” su questo temi avvalendosi “di esperienze formative e prassi già in atto”. In attesa che la destra faccia ritorno al tema che più le è consono per postura e attitudine mentale, la cosiddetta porno-tax”, come accaduto anni addietro (ne ricordiamo la relatrice, parlamentare di An, ospite del “Maurizio Costanzo Show” insieme a Ilona Staller, Jessica Rizzo, un’avventura inenarrabile che restituiremo un’altra volta) sembra di intuire che l’opzione educativa più puntuale resti finora proprio quella ventilata dai Monty Python.

10 Dicembre 2025

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