Il caso del torturatore libico

Caso Almasri, la maggioranza vuole andare alla Consulta: “Immunità anche a Bartolozzi”

Il centrodestra chiede di sollevare il conflitto di attribuzione contro il tribunale dei ministri. Al Csm toghe spaccate sulla pratica a tutela per i giudici attaccati da Nordio

Politica - di Paolo Comi

17 Ottobre 2025 alle 13:00

Condividi l'articolo

Photo credits: Sara Minelli/Imagoeconomica
Photo credits: Sara Minelli/Imagoeconomica

“Non siamo disponibili ad un bulimico corto circuito polemico né, soprattutto, ad un logoramento delle Istituzioni, e tanto meno ad essere attratti in una politicizzazione estrema”, scrivono in una nota informale i consiglieri togati del Csm di Magistratura indipendente, il gruppo di destra dell’Anm, a proposito della “pratica a tutela”, da essi non firmata, chiesta questa settimana dai togati di sinistra e dai laici del campo largo per i giudici del tribunale dei ministri della Capitale, oggetto degli strali di Carlo Nordio.

“In un contesto di “escalation del conflitto tra Istituzioni avvertiamo come imponente il rischio di svilimento e deterioramento dell’eccezionale istituto delle cd. pratiche a tutela (il cui numero oramai non si conta più…)”, proseguono poi i togati, rivendicando così la decisione di non aver sottoscritto la pratica per i colleghi di Roma. “Conflitti e tensioni sono fisiologici in uno Stato democratico, ma non la loro cronicizzazione il Consiglio espone il proprio ruolo consumando autorevolezza e credibilità senza che si possa più distinguere tra difesa della giurisdizione e disputa politica”, concludono quindi i magistrati di destra, spaccando il fronte togato in vista della prossima campagna referendaria per la separazione delle carriere. Ed è sempre di questa settimana la decisione della maggioranza, dopo gli annunci in Giunta per le autorizzazioni e nella relazione alla Camera, di chiedere che venga sollevato un conflitto di attribuzione davanti alla Consulta nei confronti proprio del tribunale dei ministri della Capitale e del procuratore Francesco Lo Voi, per Giusi Bartolozzi, la potentissima capa di gabinetto del Ministero della giustizia, indagata dalla Procura di Roma nella vicenda Almasri.

L’obiettivo è quello di estendere anche alla fedelissima di Nordio l’immunità parlamentare. Per le forze di governo, come già affermato dal relatore Pietro Pittalis (FI) alla Camera lo scorso 9 ottobre, l’autorizzazione a procedere deve essere chiesta anche per Bartolozzi in quanto ‘coindagata laica’ nel procedimento. Secondo il governo, esisterebbe un legame diretto tra il reato contestato a Nordio e quello di false informazioni mosso da Lo Voi a Bartolozzi. Una interpretazione su cui il capo dei pm di piazzale Clodio era comunque intervenuto nella risposta inviata nelle scorse settimane alla Giunta. Per la Procura della Capitale non ci sarebbe alcuna connessione tra le due posizioni e nessun tipo di concorso. “Quanto previsto all’articolo 371 bis del codice penale – fanno sapere dalla Procura di Roma – è reato individuale, non può esserci concorso”.

Il presidente della Giunta Devis Dori (Avs) in una nota ha fatto sapere che il presidente della Camera Lorenzo Fontana ha trasmesso all’organo parlamentare una lettera dei capigruppo di maggioranza con la quale si chiede di valutare “l’opportunità di sollevare conflitto di attribuzione”. Sulla richiesta la Giunta dovrà esprimere un parere e la prossima settimana sarà convocato l’ufficio di presidenza per definire le tempistiche. L’iniziativa del centrodestra ha trovato la netta opposizione delle forze di opposizione. Filiberto Zaratti, deputato di Avs, componente dell’ufficio di presidenza della Camera, ha immediatamente chiesto a Fontana di “attivare gli uffici per una attenta verifica preliminare che stabilisca che la questione del conflitto di attribuzione non sia manifestamente infondata”.

Il ruolo di Bartolozzi, per tutti il vero Guardasigilli, è stato anche al centro del question time alla Camera di questa settimana. Rispondendo ad una interrogazione sull’ipotesi di istituzione di una maxi segreteria del capo di Gabinetto, Nordio ha spiegato che “non c’è alcun onere
aggiuntivo per il bilancio dello Stato o nessun aggravio indiretto di costi”. Per la dem Debora Serracchiani la domanda da porsi è perché “il ministro ha sentito la necessità di creare questa nuova figura e quanto è importante la capo di gabinetto Bartolozzi. Chi dei due è il vero ministro?”. Ed è di ieri la notizia, riportata dal Foglio, che sempre Bartolozzi avrebbe ritirato i permessi al viceministro Francesco Paolo Sisto (FI) ed al sottosegretario Andrea Ostellari (Lega) di parcheggiare l’autovettura di servizio all’interno del cortile del Ministero.

17 Ottobre 2025

Condividi l'articolo