A Gaza City
Saleh Aljafarawi: il giornalista palestinese ucciso a Gaza dopo il cessate il fuoco, le voci del complotto tra Israele e Hamas
Colpito da una raffica di colpi d’arma da fuoco, almeno sette quelli che lo avrebbero raggiunto e freddato nel quartiere di Sabra
Esteri - di Redazione Web
Aveva fatto il giro del mondo il video in cui annunciava la fine delle operazioni militari israeliane, dei bombardamenti della Striscia di Gaza. Proprio dopo l’entrata in vigore del cessate il fuoco tra Israele e Hamas, il giornalista Saleh Aljafarawi è morto, ucciso a Gaza City. L’omicidio è stato definito “una diretta conseguenza della politica israeliana di prendere di mira i giornalisti palestinesi, sia attraverso raid aerei che milizie per procura” dal Gaza Government Media Office.
Aljarafawi era diventato piuttosto noto per le sue corrispondenze e reportage dalla Striscia di Gaza attaccata dall’assedio dello Stato Ebraico. Secondo le accuse, le ricostruzioni, sarebbe stato colpito da una raffica di colpi d’arma da fuoco, almeno sette quelli che lo avrebbero raggiunto e freddato nel quartiere di Sabra. Stava documentato l’entità delle distruzioni dopo le prime fasi del ritiro delle truppe israeliane.
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Alcune fonti locali riportano di una milizia armata, sospettata di collaborazionismo, circondata da militanti di Hamas. Altri media palestinesi come The New Arab e Quds News Network hanno scritto proprio del giornalista “giustiziato” in quel contesto. Non ci sono comunque conferme sul movente evocato dal Gaza Government Media Office né su un presunto coinvolgimento del clan Dughmosh.
Le autorità locali non hanno rilasciato conferme ufficiali sull’accaduto. I contorni della vicenda restano insomma oscuri: sicuramente trasmettono una situazione tutt’altro che pacificata nella Striscia. Il corpo del giornalista è stato portato al Baptist Hospital di Gaza City.