Il voto
Caso Almasri, la Camera vota lo “scudo” contro il processo a Nordio, Piantedosi e Mantovano: franchi tiratori a sinistra
Un voto senza particolari sussulti. La Camera salva i ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi, oltre al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, dal processo per il caso Almasri.
Una blindatura attesa e scontata, uno “scudo” per negare l’autorizzazione a procedere proposta dalla Giunta per le Autorizzazioni di Montecitorio.
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Il voto e i “franchi tiratori” a sinistra
I sì alla negazione dell’autorizzazione a procedere proposta dalla Giunta all’Aula per Nordio sono stati 251, i no 117. Per Piantedosi i sì sono stati 256, i no 106. Negata l’autorizzazione a procedere anche per Mantovano, con 252 sì e 112 no.
Risultati che evidenziano anche la presenza di “franchi tiratori” tra le opposizioni, coperti dal voto segreto in Aula: la maggioranza sulla carta poteva contare su 242 deputati più tre dal gruppo Misto. In Aula aveva annunciato il proprio voto a favore del solo ministro degli Interni Piantedosi Italia Viva, ma tra le fila del centrodestra vanno considerate anche delle assenze: per questo nel campo delle opposizioni è certo che è arrivato un seppur minimo sostegno alla maggioranza.
Il caso Almasri
Tutti salvi dunque dal processo per il caso del generale libico Osama Njeem Almasri, il tagliagole e torturatore accusato di crimini contro l’umanità dalla Corte penale internazionale. Proprio su mandato del tribunale dell’Aja Almasri venne arrestato a Torino il 19 gennaio scorso, dove si era recato per assistere ad una partita di calcio della Juventus, e rimpatriato due giorni dopo con un volo di stato dei servizi segreti, nonostante quel mandato d’arresto.
La discussione in Aula
Per il voto odierno Palazzo Chigi da giorni aveva precettato tutti i deputati. Tra i banchi del governo ci sono infatti tutti, compresa la premier Giorgia Meloni (la cui posizione sul caso era stata archiviata dal Tribunale dei ministri) e il vicepremier Antonio Tajani, oltre ai ministri Lollobrigida, Foti, Ciriani, Giorgetti, Pichetto Fratin e una sfilza di sottosegretari.
La discussione però scorre via senza particolare trambusto, i toni non sono “battaglieri” perché anche nel campo dell’opposizione è chiaro il risultato finale. Gli unici leader a parlare sono infatti il Verde Angelo Bonelli e Riccardo Magi, segretario di +Europa.
Dopo il voto favorevole, il Guardasigilli Carlo Nordio uscito dall’Aula è tornato ad attaccare i giudici: “Da modesto giurista lo strazio che il Tribunale dei ministri ha fatto delle norme più elementari del diritto è tale da stupirsi che non gli siano schizzati i codici dalle mani, ammesso che li abbiano consultati”.
Quindi l’altra questione che sta a cuore il ministro e alla maggioranza, ovvero coprire il capo di gabinetto del ministero della Giustizia, la “zarina” Giusi Bartolozzi, fedelissima di Nordio indagata dalla Procura di Roma per false dichiarazioni sul caso Almasri. “Speriamo che il capitolo su Bartolozzi si chiuda così come questo, l’auspicio di Nordio.