Il delitto nel Salento
Omicidio di Racale, la confessione del figlio di Teresa Sommario: “Mi aveva rimproverato per essere entrato in casa senza salutare”

Ha colpito e ucciso la madre con un’ascia perché lei lo aveva rimproverato poco prima per essere entrato in casa senza salutare. Questa l’incredibile spiegazione fornita da Filippo Marini al termine dell’interrogatorio con la pm Simona Rizzo per “giustificare” l’omicidio del genitore.
Teresa Sommario, 54 anni, è morta martedì a Racale, nel basso Salento: ad ucciderla il figlio Filippo Marini, di 21 anni. “Ad un certo punto – ha detto Marini davanti al magistrato e al suo legale, l’avvocato Francesco Fasano – mi si è spento tutto. Sono salito al piano di sopra, ho preso l’ascia e l’ho uccisa. Altre volte per scherzo l’ho pensato dicendoglielo e oggi l’ho fatto”, le sue parole riferite dall’Ansa, in una confessione avvenuta senza far trapelare apparente ravvedimento.
Filippo, studente di Economia a Roma, era tornato da circa due settimane in paese dove, temporaneamente, stava lavorando come bagnino. Il giovane è stato fermato martedì pomeriggio dalle forze dell’ordine, trovato mentre vagava per le strade di Racale e immediatamente condotto in caserma, dove è arrivata una prima confessione. Il 21enne è stato trasferito in carcere in attesa di comparire davanti al gip mentre per venerdì prossimo, 20 giugno, è stata fissata l’autopsia sul cadavere della madre.
Teresa Sommario è stata uccisa dal figlio con l’accetta che Filippo utilizzava da boy-scout, lui che da ragazzino era stato un “lupetto”. A dare l’allarme è stato uno dei suoi due fratelli gemelli, spaventato dalle urla della madre.
Gli inquirenti in queste ore stanno cercando di ricostruire il quadro familiare in cui è avvenuto l’efferato delitto, in particolare i rapporti tra figlio e madre. Tra i due vi sarebbero stati precedenti contrasti e dissidi, in particolare legati alle scelte di Filippo sugli studi: il 21enne pare stesse meditando di lasciare l’università di Economia a Roma per dedicarsi alla sua grande passione, la chitarra, valutando per questo l’iscrizione al Conservatorio di Lecce. Nei giorni precedenti l’omicidio inoltre il giovane aveva danneggiato l’auto di famiglia in un incidente, evento che aveva generato contrasti con la madre.
Con quest’ultimo episodio salgono a due i femminicidi che si sono consumati in provincia di Lecce nell’ultimo mese. A Lecce Amalia Quarta era stata uccisa con un colpo esploso alla testa l’8 giugno, il 16 maggio Angelo Brigante aveva sparato alla moglie Mariateresa Parata e poi si era tolto la vita. Appena qualche giorno fa un 25enne aveva aggredito a colpi di forbice la compagna e la suocera prima di buttarsi dalla finestra di casa nel tentativo di togliersi la vita.