L'annuncio e le polemiche
Liberazione, il governo Meloni vuole un 25 aprile “con sobrietà” per la morte di Papa Francesco

Nel Consiglio dei Ministri straordinario tenuto martedì 22 aprile, nel quale il governo Meloni ha indetto cinque giorni di lutto nazionale per la morte di Papa Francesco e affidato al capo della Protezione civile Fabio Ciciliano, tramite la nomina da parte del ministro Nello Musumeci, il ruolo di commissario per i funerali del Pontefice previsti sabato 26 aprile, c’è stato spazio anche per una seconda data simbolica.
Parliamo del 25 aprile, festa della Liberazione dal nazifascismo. Una celebrazione che dunque quest’anno ricadrà nei giorni di lutto nazionale previsti per la morte di Papa Francesco.
Per questo l’esecutivo ha chiesto di festeggiare la Liberazione in maniera più sobria e meno vistosa del solito. È stato proprio il ministro per la Protezione civile Nello Musumeci a dirlo rispondendo ad una domanda sulle celebrazioni del 25 aprile: Musumeci ha detto che “tutte le cerimonie sono consentite naturalmente, tenuto conto del contesto e quindi con la sobrietà che la circostanza impone a ciascuno”.
Se la morte di un Pontefice è un evento ovviamente eccezionale, d’altra parte è altrettanto evidente le difficoltà del governo Meloni ed in particolare di Fratelli d’Italia nel celebrare l’anniversario della Liberazione per il peso di una eredità politica chiara: il partito della premier è erede di quel Movimento sociale italiano nel 1946 da ex fascisti e membri della Repubblica sociale italiana, che ha nel suo “Phantheon” un esponente del regime mussoliniano come Giorgio Almirante, poi fondatore dell’Msi.
Da questa storia non sorprende dunque l’atteggiamento ambiguo della premier e degli esponenti del suo partito, con relative polemiche si ripetono ogni 25 aprile. Lo scorso anno la presidente del Consiglio nel corso delle celebrazioni all’Altare della Patria aveva condannato genericamente “tutti i regimi totalitari e autoritari”: era l’ennesimo tentativo, non nuovo a destra, di equiparare il regima fascista agli altri.
Anche la seconda carica dello Stato Ignazio La Russa, presidente del Senato e co-fondatore di Fratelli d’Italia, è storicamente in difficoltà sul tema del 25 aprile e del fascismo. Nel 2023, a pochi giorni dalle celebrazioni, disse in un colloquio con Repubblica che “non c’è alcun riferimento all’antifascismo nella Costituzione”, la Carta scritta all’indomani della Liberazione da deputati di vari partiti, tutti uniti da sentimenti chiaramente antifascisti.
Nella Capitale sono confermate al momento tutte le manifestazioni in programma per il 25 aprile per la festa della Liberazione, che sono state preavvisate in questura, come quelle dei movimenti partigiani: si tratta di due iniziative, una la mattina e una il pomeriggio, la prima da largo Bompiani alla Garbatella fino al Parco Schuster, all’Ostiense, e la seconda dal parco Schuster fino a Porta San Paolo.
La premier Meloni ha confermato invece la sua presenza alle celebrazioni per l’ottantesimo anniversario della Liberazione all’Altare della Patria a Roma.
L’uscita di Musumeci ha provocato immediate reazioni politiche. Critiche infatti sono arrivate dall’opposizione: “C’è poco da fare: è più forte di loro, anche stavolta un’allergia alla Liberazione dal fascismo e dal nazismo traspare da chi in questo momento occupa Palazzo Chigi” ha commentato il co-leader di Alleanza Verdi-Sinistra, Nicola Fratoianni. “Non trovo altra giustificazione alle parole strampalate sulla sobrietà con cui celebrare il 25 aprile utilizzate da un ministro del governo Meloni. Voler sminuire il valore di ciò che rappresenta quel giorno utilizzando peraltro la scomparsa di una straordinaria personalità come Papa Francesco, non può passare sotto silenzio”