La sentenza di Parigi

Anche in Francia comandano i giudici: Le Pen condannata a 5 anni di ineleggibilità

Marine Le Pen era colpevole? Non è accusata di avere rubato. Solo di avere fatto lavorare degli attivisti non per i gruppi parlamentari ma per il partito. La condanna è una condanna squisitamente politica. E anche burocratica.

Esteri - di Piero Sansonetti

1 Aprile 2025 alle 13:30

Condividi l'articolo

AP Photo/Michel Euler, File – Associated Press/LaPresse
AP Photo/Michel Euler, File – Associated Press/LaPresse

Marine Le Pen, leader indiscussa della destra francese, è stata condannata al carcere e alla ineleggibilità. Quattro anni di prigione e cinque durante i quali non potrà essere eletta a cariche pubbliche. E quindi non potrà partecipare alla corsa all’Eliseo prevista per il 2027. Marine Le Pen era considerata la candidata naturale alla Presidenza francese per lo schieramento di destra. E per la prima volta nel dopoguerra – anche per via delle divisioni della sinistra e del centro, e per l’assenza di candidati forti che possano unificare gli elettori – c’erano per lei discrete possibilità di vittoria.

La decisione dei giudici di eliminarla dalla lotta politica cambia le prospettive politiche francesi. È un bene? Chi è di sinistra e antifascista può pensare che sia un bene. Si allontana il rischio di una svolta reazionaria e neofascista nel più importante paese europeo. Più importante per storia, per peso politico, per autorevolezza, e anche – visti i tempi – per potenza militare, essendo l’unico che possiede bombe nucleari. Però proprio ieri Jean-Luc Mélenchon, il capo della sinistra, ha espresso un parere negativo sul verdetto. Ha ragione: affidare alla magistratura la scelta sulle svolte politiche, e sui candidati leader, è sempre un passo molto pericoloso. Che rischia sia di mettere in mora la politica, cioè l’anima delle democrazia e del diritto, sia di rendere sempre meno elevato il livello politico e personale dei nuovi leader.

Noi lo sappiamo bene. Siamo un paese che ha visto una eccellente classe politica, quella della Prima repubblica, azzerata da un’inchiesta giudiziaria. E abbiamo anche visto un leader carismatico del centrodestra, e cioè Berlusconi, escluso dalle corse elettorali per una sentenza di un tribunale. Peraltro molto discutibile. Quali sono stati i risultati? Che la vecchia classe politica è stata sostituita da un ceto di qualità scadente. E che la leadership liberale della destra è stata sostituita da una leadership neofascista. Quindi: non esultiamo.

Ha ragione Mélenchon. La destra va sconfitta con la politica, non con la forza di sopraffazione della magistratura. Consegnare i nostri destini a una casta che si autoriproduce e si autogoverna, è un suicidio. Marine Le Pen era colpevole? Se era colpevole il suo reato è francamente molto modesto. Non è accusata di avere rubato. Solo di avere fatto lavorare degli attivisti non per i gruppi parlamentari ma per il partito. La condanna è una condanna squisitamente politica. E anche burocratica.

1 Aprile 2025

Condividi l'articolo