La conversazione
Maurizio Turco, segretario del Partito Radicale: “Il ReArm non è una difesa comune, l’unica Europa possibile è quella federalista. Quando Spinelli designò Pannella come suo erede politico”
Parla l'esponente dell'unica organizzazione politica che ha sempre promosso la nascita degli Stati Uniti d'Europa, "l'ideale di Rossi e Spinelli ma anche di De Gasperi, checché ne dica qualcuno. Non è certo un caso che Marco Pannella diceva che Ernesto Rossi era stato uno dei suoi maestri. Meloni? La sua è stata una sceneggiata. La premier non ha fatto nulla per la costruzione dell'Europa. In passato ha parlato di Confederazione europea. Un'idea rimasta tale. Dalle opposizioni soltanto ipocrisia. Oggi Schlein parla di federazione. A queste parole seguirà qualche iniziativa politica concreta?"
Interviste - di Andrea Aversa

È il partito che da sempre si è battuto per la formazione degli Stati Uniti d’Europa, ovvero per la nascita di un’Europa federale. Stiamo parlando del Partito Radicale che in occasione di un congresso del 1985 abbe ‘ufficialmente’ in eredità tale battaglia politica, addirittura da Altiero Spinelli in persona che intervenne all’assemblea organizzata a Firenze. “Spinelli sul letto di morte – ha raccontato a l’Unità Maurizio Turco segretario del Partito Radicale – chiese a Pannella di continuare come suo erede, con il Movimento federalista europeo, la battaglia politica per un’Europa federale. Marco rifiutò perché in politica non esistono eredi, non possono esistere altri Spinelli o altri Pannella. Possono, invece, continuare a viverne le idee“. Con Turco abbiamo discusso proprio di Europa, sulla scia delle polemiche scatenate dalle parole pronunciate in Parlamento della premier Giorgia Meloni.
Il Partito Radicale e gli Stati Uniti d’Europa
“C’è tanta ipocrisia in quello che ho visto e letto in questi giorni – ha affermato Turco – Oggi, anche a sinistra, si parla di federalismo europeo, ammesso che chi lo fa sappia cosa significa. Ne parlano solo per fare propaganda di opposizione. Improvvisamente non si parla d’altro, quando per anni l’argomento è stato sepolto e dimenticato. Tra l’altro la Meloni, il cui unico merito è stato proprio quello di disseppellire il Manifesto di Ventotene e i nomi di Rossi e Spinelli, ha solo letto alcuni passaggi del documento, decontestualizzandoli. Si tratta di parti che forse, oggi, non riconoscerebbe neanche lo stesso Spinelli. C’è un grande problema di ignoranza, causata da un’ignoranza di base che genera altrettanta ignoranza. In questo c’è anche una grande responsabilità dei media. Ho persino letto di chi ha contrapposto De Gasperi a Spinelli, quando invece a quell’idea promossa dal manifesto hanno lavorato entrambi. Basterebbe sapere che quando nel 1943 si riunì per la prima volta la Democrazia Cristiana, il primo punto di quell’incontro era ‘Federazione degli stati europei retti a sistema di libertà’.
La ‘sceneggiata’ della Meloni, l’ipocrisia delle opposizioni e l’ignoranza
Siamo due anni dopo la nascita del Manifesto di Ventotene. Allora molte famiglie politiche parlavano già del federalismo europeo. Tranne quella comunista per l’internazionalismo e quella fascista per il nazionalismo. E non è certo un caso, anche perché negli anni ’30 del secolo scorso era la dittatura il modello di governo. C’erano Mussolini, Hitler e altri 14 paesi – sui 27 europei – governati da regimi autoritari. E non dimentichiamo che Mussolini, prima di dar vita al fascismo, è stato un socialista massimalista, espulso dal Partito Socialista. Chi è cresciuto con quel mito, con l’idea del partito – stato è normale che non può comprendere cosa sia davvero la democrazia. Oggi c’è il fascismo? Ci sono i fascisti? Certo, si sono riconvertiti nella Democrazia Cristiana e nel Partito Comunista, continuando a fare quello che facevano all’interno della burocrazia di Stato. Oggi non c’è più l’olio di ricino ma c’è, ad esempio, il controllo dell’informazione. Da sempre Pannella e il Partito Radicale hanno denunciato il persistere delle architetture fasciste all’interno dello Stato italiano”.
Il Manifesto di Ventotene e un’Europa federale
E la storia del Partito Radicale e di Marco Pannella è intrecciata a quella di chi ha scritto il Manifesto di Ventotene. In questo caso stiamo parlando di Ernesto Rossi, fondatore del Partito Radicale e uomo considerato da Pannella come uno dei suoi maestri politici. “Suo maestro per la durata nel tempo delle sue idee – ha spiegato Turco – Rossi era minoritario, aveva idee radicali, andava alla radice del problema e non alla ricerca dei compromessi“. Sulla pagina Facebook del Partito Radicale, riportando le parole proprio di Pannella, è stato scritto e pubblicato: “Ernesto Rossi non faceva sicuramente parte di quel ceto dirigente pseudo-antifascista che dell’antifascismo ha fatto strumento di potere. Rossi non era di quelli che scriveva in favore della legge Scelba per lo scioglimento dei partiti neo-fascisti. Lui si occupava d’altro, e se ne occupava per la sostanza della lotta di libertà che portava avanti“. L’idea di Rossi e Spinelli, e dunque anche quella di De Gasperi, era di promuovere un’Europa che superasse la divisione in stati nazionali perché questi ultimi, a causa dei loro singoli egoismi e individuali interessi – soprattutto in ambito internazionale – avrebbero riportato il continente in guerra e in pasto alle dittature.
Pannella, Rossi e Spinelli
Ed è quello che sta accadendo oggi. “Non è un caso – ha sottolineato Turco – che negli Stati Uniti, dopo la guerra civile che ha contribuito alla loro nascita, non ci sono stati più conflitti“. E anche l’ormai noto e discusso piano ‘ReArm‘ non è affatto l’inizio di una costruzione di una difesa comune, elemento fondamentale – insieme alla politica estera – per porre le basi di un’Europa davvero unita e magari federale. L’unica certezza è quella che dal 1979 a nome di un partito, “l’unico che ha portato avanti l’idea di quella Europa, ovvero degli Stati Uniti d’Europa che Rossi, Spinelli e De Gasperi avevano immaginato, è stato Marco Pannella, con molteplici iniziative volte sempre a promuovere il fronte democratico e liberale. Oggi, invece, cosa ha fatto Meloni? Per ora ha solo detto, tempo fa, che auspicherebbe la nascita di una confederazione europea. Ma a queste parole non è seguita alcuna iniziativa concreta. E la Schlein? Lei ha parlato di federazione. Bene e adesso? Queste dichiarazioni si tramuteranno in fatti?“.