Ucraina, voci sul ritiro delle truppe di Kiev dal Kursk: il Cremlino bombarda il Donetsk dopo il “via libera” di Trump

La situazione sul campo di battaglia in Ucraina sta drammaticamente e rapidamente collassando sotto i colpi di una nuova offensiva russa, col Cremlino che si fa forte del sostanziale via libera degli Stati Uniti, con l’amministrazione Trump che ha stoppato la fornitura di armi ma soprattutto di intelligence militare nei confronti di Kiev.

Sono almeno 14 infatti le vittime dei bombardamenti russi che hanno colpito l’Ucraina nella notte tra il 7 e l’8 marzo, concentrati principalmente nel Donetsk e a Kharkiv: ma sono diverse le aree del Paese in cui sono piovuti missili.

Offensiva che ha scatenato la rabbia di Volodymyr Zelensky, secondo cui i nuovi attacchi ordinati dal Cremlino mostrano che “gli obiettivi russi sono immutati”. Il leader ucraino manda anche un messaggio agli alleati, in particolare a quel Donald Trump che soltanto la scorsa notte ha sostenuto che “è più facile trattare con Mosca che con Kiev”.

“È molto importante continuare a fare tutto il possibile per proteggere la vita, rafforzare la nostra difesa aerea e inasprire le sanzioni contro la Russia”, ha dichiarato Zelensky. “Tutto ciò che aiuta Putin a finanziare la guerra deve essere spezzato, ha affermato il presidente ucraino.

La situazione più complicata per gli ucraini sul campo è sicuramente nel Kursk, la regione russa invasa parzialmente nell’agosto scorso per tentare di creare un fronte interno per il Cremlino, spingendo le truppe a convergere su quel fronte e abbandonare l’Ucraina.

Nel Kursk, scrive il Telegraph, ci sarebbero 10mila soldati ucraini a rischio di accerchiamento, dopo che la Russia ha sfondato le principali linee di difesa e interrotto le catene di approvvigionamento. Per questo, aveva rivelato il quotidiano inglese, da Kiev si stava valutando anche l’ipotesi di ritirare il proprio contingente: ipotesi questa però smentita dal comando militare ucraino.