Mondo del lavoro e inclusione

Quante persone disabili lavorano in Italia: il dato degli occupati e delle multe, le cause dalla scuola ai docenti di sostegno

A fare la differenza è il livello di istruzione. Anche i numeri sono imprecisi, ancora troppi gli esclusi nonostante la legge 68 del 1999. Le esperienze positive tra l'"isola Formativa" e i Disability Manager

News - di Redazione Web

3 Febbraio 2025 alle 18:49

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FOTO DA PIXABAY
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Solo una persona disabile su tre ha un lavoro in Italia, soltanto in Lombardia 76 milioni di euro pagati tra multe e contributi esonerativi per non assumerne. Il panorama dell’inclusione a livello lavorativo in Italia appare ancora molto arretrato secondo quanto ricostruito da un articolo de Il Corriere della Sera. A partire dai dati la situazione sembra impantanata, poco rispondente alla legge 68 del 1999: mancano infatti perfino i numeri, considerati imprecisi e superati. Il pericolo per le persone con disabilità è rimanere escluse, emarginate a vita dal mondo del lavoro.

Restano ancora tante le barriere all’inclusione, da quelle architettoniche a quelle culturali. Secondo i dati ISTAT le persone con disabilità in Italia sono quasi 13 milioni, tre milioni sono in gravi condizioni. Soltanto pochi giorni fa Donald Trump, presidente neo-eletto degli Stati Uniti, aveva accusato – quando nessuna indagine è stata condotta e chiusa – i programmi di inclusione (Dei – Diversità, Equità, Inclusione) voluti dai predecessori democratici Barack Obama e Joe Biden per il tragico incidente aereo di Washington. Considerazioni che possono orientare nei tempi.

La legge 68 del 1999 sulla promozione dell’inserimento e dell’integrazione lavorativa delle persone disabili prevedeva collocamento mirato e assunzioni obbligatorie di persone con disabilità in proporzione al numero dei dipendenti. L’articolo del Corriere cita un’indagine di Andel, l’Agenzia nazionale disabilità e lavoro, del 2021. I numeri: hanno un lavoro il 35,8% delle persone con disabilità, la percentuale scende al 26,7% tra le donne, il 17% degli occupati ha meno di 40 anni. Discriminante primaria è il livello di studio. Il dato non è poi così lontano da quelli elaborati da ManagerItalia e pubblicati da Istat che calcolavano nel 32,5% della popolazione occupata tra le persone con disabilità, il 20% in cerca di occupazione contro l’11,3% della popolazione senza disabilità.

A trainare l’occupazione è il settore della pubblica amministrazione, con il 49,7% di occupati, contro il 27% dei servizi. Come spesso accade, per farsi un’idea più strutturata, si deve “follow the money“: seguendo il denaro si scopre che soltanto in Lombardia, nel 2023, le aziende hanno versato circa 76 milioni di euro tra sanzioni e contributi esonerativi al Fondo per la Disabilità. Per non assumere, in sostituzione dell’assunzione. Quando non si è inadempienti, ricordava Avvenire qualche mese fa, la sanzione amministrativa è di 153,20 euro per ogni giorno lavorativo di ritardo per l’assunzione. Le aziende che invece assumono tra le categorie protette ricevono agevolazioni e incentivi fiscali.

Le cause della tendenza generale? La gravità delle disabilità intellettive, la disparità nel livello di istruzione per via dell’abbandono scolastico, la carenza di docenti di sostegno specificamente formati, le liste di collocamento. L’articolo del Corriere non ha mancato tuttavia di menzionare alcune esperienze positive partite negli ultimi anni, come l’“Isola Formativa”, tramite la quale le imprese offrono dei laboratori di apprendimento, o come la figura del Disability Manager, il facilitatore riconosciuto come un profilo professionale in Lombardia, Lazio, Valle d’Aosta e Sardegna. Le persone con disabilità sono passate dal 40,2% del 2011 a oltre il 52% del 2022, crescita che sottolinea l’utilità della legge nonostante una situazione ancora non soddisfacente.

3 Febbraio 2025

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