L'invito al Daspo Urbano

“Zone Rosse” e “Soggetti pericolosi”: la direttiva per la sicurezza di Piantedosi, l’ultimo atto del 2024 del governo Meloni

L'invito del Viminale ai prefetti a utilizzare il Daspo Urbano: per individuare aree della città in cui le forze dell'ordine possono vietare l'accesso a persone ritenute pericolose o con precedenti penali. La misura vaga già in vigore a Capodanno

Cronaca - di Redazione Web

31 Dicembre 2024 alle 09:55

Condividi l'articolo

Controlli di Polizia in Duomo Milano – Italia – Cronaca Lunedì, 30 Dicembre, 2024 (Foto di Marco Ottico/Lapresse) Controlli Polizia in Duomo Milan, Italy – News Monday, 30 December, 2024 (Photo by Marco Ottico/Lapresse)
Controlli di Polizia in Duomo Milano – Italia – Cronaca Lunedì, 30 Dicembre, 2024 (Foto di Marco Ottico/Lapresse) Controlli Polizia in Duomo Milan, Italy – News Monday, 30 December, 2024 (Photo by Marco Ottico/Lapresse)

A fine anno, l’ultima trovata del liberticida governo Meloni: l’invito a istituire “Zone Rosse” e a individuare “soggetti pericolosi” sulla base di non si sa bene quali criteri. Una direttiva in nome della sicurezza che il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha inviato a tutti i prefetti. Nessun obbligo, soltanto delle indicazioni vaghe ad applicare il cosiddetto “Daspo Urbano”, per negare con apposite ordinanze accesso e presenza a soggetti considerati pericolosi o con precedenti penali in determinate aree urbane. Una misura che viene già sollecitata per Capodanno come “un ulteriore efficace strumento per rafforzare i controlli nelle aree di maggiore affluenza, anche in occasione dei numerosi spettacoli e manifestazioni previste”.

La direttiva è stata annunciata il 30 dicembre ma era stata inviata ai prefetti il 17 dicembre. Il ministro – alle prese negli ultimi giorni con l’asfissiante pressing del vice primo ministro Matteo Salvini, che dopo l’assoluzione in primo grado per il caso Open Arms ha esplicitato il suo sogno di tornare al Viminale – negli ultimi mesi aveva incontrato in diverse occasioni molti prefetti. L’ANSA ha appreso dal Viminale che lo stesso ministero indica i provvedimenti per stazioni ferroviarie e aree limitrofe, ma anche piazze di spaccio e altre aree urbane, come le zone della movida, caratterizzate da un’elevata concentrazione di persone.

Secondo la misura, ha riferito il ministero, in alcune città l’invito è considerato più urgente. Per esempio è in vigore a Milano per Capodanno e fino al 31 marzo ed è già stata applicata a Firenze e Bologna. Sia a Milano, dove il dibattito sulla sicurezza è in corso da tempo e sempre di più con l’approssimarsi delle elezioni comunali nel 2025, come a Firenze e a Bologna, i Comuni non sono guidati dal centrodestra. Secondo quanto ha fatto sapere il Viminale, nel corso della prima applicazione di questo tipo di ordinanze a Firenze e Bologna, negli ultimi tre mesi sono stati 105 i soggetti destinatari di provvedimenti di allontanamento su 14mila persone controllate: circa lo 0,75%.

E la direttiva detta: “Tali ordinanze sono particolarmente utili in contesti caratterizzati da fenomeni di criminalità diffusa e situazioni di degrado”. Le misure potranno essere applicate in altre aree urbane dove si verificano episodi di microcriminalità, vandalismo, abuso di alcol e degrado. Si suggerisce anche di aumentare la videosorveglianza e di garantire l’illuminazione delle aree verdi: aspetti sacrosanti sacrificati dagli investimenti carenti in molte aree urbane. E infatti anche la direttiva non prevede risorse aggiuntive. A far discuterà sarà sicuramente anche l’opportunità di allontanare una persona con precedenti penali, che magari ha scontato la sua pena, senza alcuna ragione, sulla base di nessuna evidenza.

Il cosiddetto “Daspo Urbano” è un provvedimento contenuto nel decreto legge n.14 del 2017 che prevedeva un ordine di allontanamento per giorni o mesi per le persone che “impediscono l’accessibilità e la fruizione” di luoghi pubblici. Il comma 3 dell’articolo prevede sia possibile il divieto di accesso a luoghi “interessati da consistenti flussi turistici” o ad aree “adibite a verde pubblico”. La misura è molto criticata da associazioni e organizzazioni di volontariato per l’ampia discrezionalità garantita alle forze dell’ordine.

31 Dicembre 2024

Condividi l'articolo