Il messaggio dal capo dello Stato
Mattarella, stoccata al governo Meloni su migranti e giustizia: “Diritto d’asilo previsto dalla Costituzione”
Nomi non ne fa, come ovvio, eppure i destinatari dei suoi messaggi sono evidenti. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella interviene alla XVII edizione degli Stati generali della diplomazia in corso alla Farnesina e traccia i confini della politica estera italiana, ancorata all’europeismo e all’atlantismo, ma soprattutto mette in guardia dal “settarismo nazionalistico” e da chi vorrebbe mettere un freno al diritto d’asilo per gli stranieri.
La stoccata a Meloni sui migranti
Nel suo intervento davanti agli ambasciatori italiani e al ministro degli Esteri Antonio Tajani, il capo dello Stato ricorda come nella Costituzione italiana vi sono “dei principi definiti agli articoli 10 e 11”, tra cui “il diritto di asilo per lo straniero cui venga impedito nel suo Paese l’esercizio delle libertà democratiche, ripudio della guerra, perseguimento di pace e giustizia tra le nazioni anche attraverso limitazioni alla sovranità, in condizioni di parità con gli altri Stati”, ricorda Mattarella in un messaggio che pare evidentemente indirizzato a Palazzo Chigi, al governo Meloni che da due anni è impegnato in una guerra alle Ong e ai migranti.
Di fatto il presidente della Repubblica si trova costretto anche a difendere le decisioni dei magistrati italiani sul diritto d’asilo dalle picconate dell’esecutivo: nel suo discorso infatti Mattarella ricorda “l’integrazione d’Europa, le Convenzioni internazionali, le Corti di giustizia che ne sono derivate, a tutela dell’applicazione degli ordinamenti”.
Mattarella ricorda poi come i “drammi migratori” sono “talvolta oggetto di gestioni strumentali da parte di alcuni Stati, per trasformarli in minaccia nei confronti dei vicini, in palese violazione di convenzioni internazionali liberamente sottoscritte”.
Il nuovo affondo contro Musk
L’altro bersaglio del presidente della Repubblica, anche questa volta non citato ma con cui c’è un precedente recente, è Elon Musk. Il Ceo di Tesla e X, presidente-ombra di Donald Trump negli Stati Uniti, finisce nel mirino del capo dello Stato quando quest’ultimo parla di Stati che” vengono messi in discussione nella loro capacità di perseguire e garantire gli interessi dei popoli e, quindi, dei loro cittadini”. Un tema che per Mattarella “appare di rinnovata attualità a fronte di operatori internazionali svincolati da ogni patria, la cui potenza finanziaria supera oggi quella di Stati di media dimensione e la cui gestione di servizi essenziali sfiora, sovente, una condizione monopolistica”.
Mattarella, l’Ucraina e il Medio Oriente
Sulla politica estera il capo dello Stato ricorda che “Unione Europea e Alleanza Atlantica hanno segnato e segnano nel profondo la collocazione della Repubblica nello scenario internazionale” e “dalla coerenza di queste scelte è derivata larga parte dell’autorevolezza conquistata dall’Italia con la ricostruzione morale e materiale del Paese all’indomani della Liberazione”.
Dunque non sorprende la convinzione con cui Mattarella ribadisce il sostegno italiano alla causa ucraina. Kiev, spiega Mattarella, “potrà contare sul nostro convinto sostegno militare, economico, diplomatico e umanitario, oltre che sulle garanzie che sono state inserite nell’accordo bilaterale con Kiev. La prospettiva europea è quella che gli ucraini hanno scelto e su di essa sanno di poter contare sul sostegno dell’Italia”.
Non manca un richiamo anche all’altro grande fronte internazionale, quello in Medio Oriente. In questo caso le parole di Mattarella riguardano la necessità di “perseguire l’obiettivo della statualità palestinese”, che per il capo dello Stato vuol dire “offrire al popolo della Cisgiordania e di Gaza un traguardo di giustizia e una convincente prospettiva di speranza per il proprio futuro, irrinunziabile condizione anche per una finalmente solida garanzia di sicurezza per Israele”.