Il caso del sindaco di Vigevano
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Stavolta Salvini non chiede di buttare la chiave: per il sindaco leghista Andrea Ceffa, arrestato per corruzione insieme a una consigliera comunale e tre dirigenti di una partecipata, veste subito i panni del garantista
Politica - di Frank Cimini
Questa volta Matteo Salvini non dice di buttare via la chiave iscrivendosi tra i garantisti e prima ancora tra gli innocentisti. I tempi di “Roma ladrona, la Lega non perdona” sono ormai decisamente troppo lontani.
È stato arrestato per corruzione il sindaco di Vigevano Andrea Ceffa, insieme a una consigliera comunale e tre dirigenti di una società controllata dal Comune. Perquisito Angelo Ciocca, ex europarlamentare del Carroccio. Salvini esterna così: «Conosco Andrea Ceffa, così come lo conoscono i suoi concittadini e tutta la Lega, come persona onesta e corretta e all’esclusivo servizio del bene della sua città. Io, personalmente, e tutto il partito siamo al suo fianco, certi della sua integrità, e crediamo possa chiudersi rapidamente questa brutta pagina, sicuri che possa dimostrare la sua innocenza. Con lui ho lavorato su alcune opere strategiche a partire dalla Vigevano-Malpensa e confido possa tornare presto nel suo ufficio».
L’inchiesta
Origine dell’inchiesta sarebbe stato il tentativo un anno fa di rovesciare la giunta comunale con la cosiddetta congiura di Sant’Andrea. Un consigliere sarebbe stato avvicinato per dimettersi per 15mila euro, mentre il sindaco per avere sostegno da un’altra consigliera le avrebbe procurato una consulenza. Sono agli arresti domiciliari la consigliera comunale Roberta Giacometti eletta nella lista civica “Vigevano Riparte”, l’amministratore unico della società Asm Veronica Passarella, il direttore amministrativo Alessandro Gabbi e un altro dirigente del gruppo distribuzione gas Matteo Ciceri. A piede libero sono indagati l’ex europarlamentare Ciocca e l’imprenditore edile Alberto Righini. Secondo l’accusa il sindaco, tramite un prestanome, avrebbe procurato a una consigliera una consulenza presso Asm Vigevano di cui la società non aveva alcuna necessità, al solo fine di assicurare un illecito vantaggio economico alla donna. Le indagini secondo il procuratore capo Fabio Napoleone sono ancora in corso e proseguiranno con ulteriori attività istruttorie.
Le opposizioni invitano il sindaco e la giunta a dimettersi. Tutto sarebbe nato da una spaccatura interna alla Lega. L’ex europarlamentare Ciocca è accusato di essersi adoperato per far cadere il sindaco del suo stesso partito, cercando consiglieri disposti a dimettersi. Voleva vendicarsi perché il suo peso dentro la Lega era calato. Una storia di cattiva politica. Se sono stati commessi reati lo accerteranno le indagini che, però, a quanto pare non saranno brevi.