Il processo Consip
“Da inchiesta Consip un miliardo di danni, chi risarcirà la Romeo?”, intervista all’avvocato Francesco Di Ciommo
“Il processo che ha portato all’assoluzione piena della società ha prodotto tra cauzioni e contraccolpi d’immagine perdite enormi”. Possibile recuperare il maltolto?
Interviste - di Paolo Comi
“Questa indagine ha causato all’azienda, secondo una perizia tecnica redatta nel 2022 da un professionista indipendente, almeno un miliardo di euro di danni”, afferma l’avvocato Francesco Di Ciommo, professore di Diritto civile alla Luiss e legale della Romeo Gestioni spa. Stiamo parlando del processo Consip che ha portato alla assoluzione dell’avvocato Romeo e alla condanna dei carabinieri che indagarono su di lui, su mandato del Pm Woodcock.
Professor Di Ciommo, come si è arrivati a questa cifra che è comunque al netto dei danni di immagine e dei danni indiretti?
È molto semplice. Nel 2017, a seguito della misura cautelare della Procura di Roma nei confronti dell’avvocato Alfredo Romeo, la Consip estromise la Romeo Gestioni dalla gara “FM 4” (la più rilevante gara mai bandita in Italia, nella cui graduatoria di merito la Romeo Gestioni era prima, ndr) e dalle gare “MIES 2”, “Luce 4”, “SIE 4”, “SSN”, “Caserme”. In più, la Consip escusse le cauzioni provvisorie che, per legge, la Romeo Gestioni aveva dovuto versare per partecipare alle gare, per un valore di oltre 11 milioni di euro. Tutto ciò determinò la quasi totale paralisi della società che si vide sostanzialmente estromessa dal mercato in quanto non più in condizione nell’immediato futuro di acquisire commesse. Per non parlare, come ha ricordato, dei gravissimi danni di immagine e dei problemi operativi derivanti dal fatto che per mesi e mesi alcuni giornali diedero per scontata la colpevolezza della Romeo Gestioni.
Che poi è stata completamente prosciolta da ogni imputazione…
È proprio così. La società era stata coinvolta in procedimento che nasceva dall’ipotesi di corruzione di Marco Gasparri, un dirigente Consip, da parte di Romeo. La sentenza che ha definito il giudizio, a distanza di cinque anni, ha prosciolto la società con formula piena, sia ai sensi della 231 e sia quale responsabile civile per l’ipotetico danno causato a Consip. Più in dettaglio, il Tribunale di Roma ha assolto Romeo Gestioni da ogni addebito “perché l’illecito amministrativo non sussiste” ed ha escluso la responsabilità civile della società con il conseguente rigetto della domanda di risarcimento proposta nei suoi confronti da Consip. Inoltre, il Tribunale ha statuito la restituzione, in favore della Romeo Gestioni, di 3 milioni di euro depositati nel 2017 su ordine del gip come cauzione a garanzia di eventuali risarcimenti nei confronti di Consip. Talmente convincente è risultata la sentenza con riguardo all’assoluzione della società che né la Procura né Consip l’hanno impugnata, con l’effetto che la stessa è passata in giudicato.
Del terremoto che travolse la Romeo Gestioni nel 2017 cosa è rimasto?
Dal punto di vista processuale, le cause intentate dalla società in sede civile per tentare di difendere i suoi interessi, che sono ancora pendenti. Dal punto di vista pratico, come ho ricordato, ci sono invece gli enormi danni subiti dalla società che è rimasta sul mercato solo in virtù di una capacità di resilienza davvero incredibile.
Quali saranno le prossime tappe?
Per provare a ottenere il risarcimento di questo danno la società, anche in ragione di quanto emerso a carico di altri soggetti nell’ambito di indagini varie condotte dalla Procura di Roma, ha citato in giudizio Consip e alcuni suoi amministratori. Allo stesso modo la società sta agendo, sempre contro Consip, per ottenere la restituzione degli oltre 11 milioni di euro incassati da quest’ultima all’esito delle predette cauzioni provvisorie.
Che speranze ci sono per un risarcimento?
Mi piacerebbe rispondere affermativamente, ma la verità è che le possibilità di pervenire al risarcimento dell’enorme danno patito temo siano molto remote. Del resto, la controparte che eventualmente sarebbe tenuta a risarcire è Consip, e cioè la principale centrale di committenza pubblica, sostanzialmente un pezzo dello Stato. E del resto il Tribunale di Roma in primo grado ha respinto la domanda di risarcimento dichiarando il difetto di giurisdizione, e cioè reputando che la domanda di risarcimento doveva essere promossa dinnanzi al giudice amministrativo e non a quello civile. Dimenticando, però, che la questione era stata già risolta a favore della Romeo Gestioni dal giudice con motivata ordinanza emessa ad hoc. Inoltre, viene trascurato il fatto che l’azione di risarcimento della Romeo Gestioni è promossa anche nei confronti di alcuni amministratori, oltre che da Consip, il che esclude radicalmente la possibilità di agire dinnanzi al giudice amministrativo, trattandosi di una vera e propria azione di responsabilità nei confronti dei primi.
Ciò significa che la società non avrà mai un risarcimento per l’ingiusto danno subito a seguito del procedimento penale che poi l’ha vista completamente prosciolta?
Da cittadino, prima che da avvocato, mi auguro che non sia così. E infatti ora la sentenza di primo grado è stata impugnata in appello e io sono moderatamente fiducioso. Tuttavia, non è semplice. Pensi che riguardo alla questione delle cauzioni, la Corte di giustizia dell’Unione europea, con una sentenza del 26 settembre scorso, ha espressamente stabilito la non conformità al diritto europeo di norme nazionali che prevedono l’incameramento delle cauzioni provvisorie quale conseguenza automatica dell’esclusione di un operatore economico da una procedura di affidamento di un contratto pubblico di servizi, a prescindere dal fatto che lo stesso sia o meno aggiudicatario dell’affidamento medesimo. È questo esattamente il principale argomento in base al quale la Romeo Gestioni sta cercando di ottenere da Consip la restituzione degli 11 milioni. Ma neanche questa sentenza della Corte di Lussemburgo è riuscita al momento a indurre la Consip a restituire quello che noi consideriamo il prodotto di un evidente ingiustificato arricchimento della stessa a danno della Romeo Gestioni.
E per la gogna cui fu esposta la società nel 2017 pagherà qualcuno? Né magistrati, né giornalisti, né amministratori della Consip, né società concorrenti, né carabinieri infedeli?
Questa domanda pone un tema molto complesso. La vicenda Consip, sotto questo profilo, è davvero singolare. Nei vari filoni penali che si sono dipanati dall’inchiesta originaria sono emerse circostanze molto rilevanti che hanno evidenziato violazioni di segreti d’ufficio da parte di organi di stampa, attività non sempre specchiate da parte di alcuni inquirenti, rapporti singolari tra amministratori di Consip e operatori concorrenti della Romeo Gestioni, e altro ancora. Chiunque abbia seguito il caso si è fatto la sua idea. Io sono un professore universitario e faccio l’avvocato. Anche per questo non posso rinunciare a coltivare fiducia nella capacità dell’ordinamento giuridico di perseguire l’obiettivo della giustizia, ma è evidente che in Italia sotto questo aspetto occorre operare per rendere il sistema più efficiente, perché non deve più essere possibile che cittadini e imprese siano travolti da vere e proprie tragedie quali quella di cui, suo malgrado, è stata protagonista la Romeo Gestioni.