La nuova "età dell'oro"
Perché il valore del Bitcoin è ai massimi storici: il ruolo di Trump (e Musk) e la promessa di una “deregulation”
Economia - di Carmine Di Niro
L’età dell’oro delle criptovalute è arrivata? La vittoria alle elezioni presidenziali americane di Donald Trump e il prossimo ritorno del tycoon alla Casa Bianca, la cerimonia di insediamento è prevista il 20 gennaio del prossimo anno, sta spingendo verso l’alto il valore della più nota e “stabile” tra le cripto, il Bitcoin.
Quest’ultimo da giorni sta continuando a vedere il suo valore salire: ad oggi, 11 novembre, il Bitcoin è arrivato a quota 82mila dollari segnando così l’ennesimo record. Soltanto pochi giorni fa la criptovaluta aveva per la prima volta il valore di 80mila dollari, giovedì scorso, nel giorno delle elezioni, aveva già raggiunto il livello di 75.000 dollari, battendo il precedente record stabilito a marzo.
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Una corsa al rialzo favorita proprio dalla vittoria di Trump: i mercati vedono infatti nell’affermazione del tycoon e dei Repubblicani MAGA un possibile allentamento delle regolamentazioni sulle criptovalute.
Un quadro che fino a pochi mesi fa sarebbe stato insperato: diventato ora un fervido sostenitore della galassia cripto, Trump era invece noto per aver definito il comparto della criptovalute come “una truffa”.
A fargli cambiare idea il sostegno ottenuto da Elon Musk, l’imprenditore di origini sudafricane e Ceo di Tesla, SpaceX e X, l’uomo più ricco del mondo. Musk, che ha convintamente appoggiato la causa di Trump diventando il più importante sostenitore economico del presidente eletto, è notoriamente un fan del settore cripto: in suo onore esiste una criptovaluta, il Dogecoin, nata come “meme” e ora diventata tra le più note assieme a Bitcoin ed Ether.
Sotto la spinta di Musk, Trump ha radicalmente cambiato opinione sul settore: durante la campagna elettorale il candidato repubblicano era salito sul palco della Bitcoin conference di Nashvillle promettendo di voler trasformare gli Stati Uniti nella “capitale mondiale delle criptovalute”, con un piano che prevede la creazione di una riserva strategica di bitcoin e la nomina di regolatori favorevoli al settore.
In particolare Trump aveva promesso il licenziamento di Gary Gensler, attuale presidente della Sec (Securities and exchange commission, l’equivalente dell’italiana Consob), noto per avere combattuto molte battaglie contro il mondo delle criptovalute, protagonista di una lunga serie di truffe ai danni degli acquirenti.
Un cambio di passo radicale dunque, che potrebbe portare ad una legislazione più favorevole e aperta negli Stati Uniti: musica per le orecchie degli investitori, con il valore delle principali criptovalute che sta spiccando il volo.