Inizia la Conferenza Onu

Cop29 a Baku, l’ombra di Trump sulla Conferenza sul clima: a rischio gli Accordi di Parigi, vertice verso il flop

Ambiente - di Redazione

11 Novembre 2024 alle 12:32 - Ultimo agg. 11 Novembre 2024 alle 16:15

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Cop29 a Baku, l’ombra di Trump sulla Conferenza sul clima: a rischio gli Accordi di Parigi, vertice verso il flop

Salvo sorprese la Cop29 di Baku, la Conferenza delle Nazioni Unite sul clima che inizia lunedì 11 novembre nella capitale dell’Azerbaigian e che terminerà il prossimo 22 novembre, si appresta ad essere ricordata come una delle più fallimentari di sempre.

La Conferenza parte infatti sotto pessimi auspici. Non è certamente un fattore positivo ai negoziati il prossimo insediamento alla Casa Bianca di Donald Trump, l’ex presidente pronto il 20 gennaio 2025 al ritorno alla presidenza: fu proprio Trump nel 2017 a far uscire gli Stati Uniti dagli “Accordi di Parigi”, il testo base sulle misure adottate negli ultimi anni per contenere il riscaldamento globale.

Che il “clima”, in un volontario gioco di parole, non sia dei migliori lo si nota anche dalla lista di assenti: se da una parte i governi europei almeno a parole si mostrano impegnati a raddoppiare gli sforzi per compensare il ritiro degli Stati Uniti, a Baku nei prossimi 11 giorni di conferenze e vertici pochi saranno i presenti.

Né il presidente francese Emmanuel Macron né il cancelliere tedesco Olaf Scholz saranno presenti alle sessioni riservate ai leader del 12 e del 13 novembre. Ma nell’elenco degli assenti, anche per una salute che nelle ultime settimane lo ha costretto a dover cancellare diversi meeting internazionali, c’è anche il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva, che nel 2025 ospiterà la Cop30. Il colombiano Gustavo Petro ha dato forfait a causa delle inondazioni che hanno colpito il suo Paese e il primo ministro olandese a seguito delle violenze contro i cittadini israeliani ad Amsterdam.

Sul tavolo delle trattative di Baku e dei Paesi firmatari dell’Accordo di Parigi c’è l’impegno a limitare a limitare il riscaldamento globale al di sotto della soglia dei due gradi in più rispetto all’era preindustriale, possibilmente con un ulteriore sforzo per scendere al di sotto della soglia di 1,5 gradi, che in ogni caso potrebbe portare a conseguenze catastrofiche per il pianeta.

L’altro punto chiave della Cop29 sarà la questione economica, ovvero i finanziamenti che i Paesi in via di sviluppo otterranno per finanziare la transizione green. Una questione riassunta così da Adonia Ayebare, ugandese presidente di un blocco negoziale chiamato G77+Cina: “Quale cifra saranno disposti a stanziare i paesi ricchi? Non appena si parla di soldi, tutti mostrano la loro vera natura”, ha dichiarato all’Afp Ayebare.

Il probabile disimpegno degli Stati Uniti con la presidenza Trump e il rinnovato “clima di austerity” proveniente dall’Unione Europa, non sono di buono auspicio: per questo in molti sottotraccia vorrebbero che Cina e Stati del Golfo, tra i principali Paesi inquinanti del pianeta, contribuissero maggiormente agli impegni per il clima.

Anche questa edizione della Conferenza delle Nazioni Unite sul clima si apre poi tra le proteste degli ambientalisti per il Paese ospitanti: come nel 2023, quando la Conferenza venne ospitata a Dubai, anche quest’anno il padrone di casa è un Paese con una forte produzione petrolifera e in cui molti attivisti ambientali sono stati arrestati.

di: Redazione - 11 Novembre 2024

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