Lo scontro sui numeri
Manovra, alla sanità dopo i proclami di Meloni arrivano le briciole: nel 2025 solo 900 milioni, medici verso la protesta
Tra medici e governo Meloni torna il gelo, anzi, lo scontro. È infatti in corso una guerra di cifre tra esecutivo e sindacato sulle cifre stanziate nella legge di bilancio 2025 approvata martedì sera in Consiglio dei Ministri.
Una manovra in cui il Ministero della Salute era stato escluso dai tagli lineari del 5 per cento previsti dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, una “dieta dimagrante” per tutti i dicasteri ad eccezione proprio di quello guidato da Orazio Schillaci, che secondo quanto sbandierato dal governo avrebbe avuto 3,2 miliardi di euro in più per fare fronte alla cronica carenza di medici e altri operatori sanitari.
- Manovra 2025, tutte le misure da 30 miliardi: Irpef, pensioni, assegno unico e bonus bebè, “contributo” per le banche
- Bonus bebè e nascite da 1000 euro nella manovra 2025: come richiederlo e i requisiti secondo l’Inps
- “Ospedali al capolinea, malati senza cure e fondi ridotti alla sanità: è la ricetta Meloni”, parla Marina Sereni
I medici: “In manovra solo 900 milioni per la sanità nel 2025”
Numeri messi in discussione da Pierino Di Silverio, segretario del maggiore sindacato dei medici ospedalieri, l’Anaao Assomed. “Se dovesse essere confermato che per il 2025 sarebbero destinati alla Sanità solo 880 milioni e i restanti 3 miliardi a valere sul 2026, saremmo di fronte a una scandalosa mistificazione che vanifica tutti i proclami che sono stati fatti fino a oggi”, spiega all’Ansa Di Silverio, che sottolinea come i medici siano “pronti a forti azioni di protesta”.
Secondo il principale sindacato italiano dei medici, dalle tabelle inviate dall’esecutivo di Giorgia Meloni alla Commissione europea, in cui sono tracciati per macrocategorie gli interventi previsti dalla manovra indicandone solo gli effetti finanziari ai fini del Pil, emergerebbe che gli importi di spesa sul fronte sanitario siano in aumento di soli 900 milioni di euro per il 2025, con i restanti 3,2 a valere sul 2026.
Gimbe: “Ministero della Salute senza portafoglio”
A metterci il carico da novanta è Nino Cartabellotta, il presidente della Fondazione Gimbe, che all’Ansa sottolinea che “nonostante l’encomiabile impegno del ministro Schillaci per aumentare il finanziamento della sanità pubblica, i dati emersi dalla conferenza stampa sulla Legge di Bilancio 2025 mostrano chiaramente che il Ministero della Salute può ormai essere considerato ‘senza portafoglio’”.
“L’incremento di soli 900 milioni di euro per il 2025 – aggiunge Cartabellotta – è del tutto insufficiente per affrontare le urgenti necessità di un Ssn in codice rosso, oltre che per sostenere le riforme avviate, in particolare quella sulle liste di attesa”. Per il presidente di Gimbe a questo punto diventa “fondamentale” che, nel corso dei lavori parlamentari sulla manovra, “almeno parte dei 3 miliardi previsti per il 2026 vengano resi disponibili già sul prossimo anno. Un rilancio significativo e costante del finanziamento pubblico non è solo essenziale, ma estremamente urgente per evitare che l’accesso alle cure diventi un privilegio riservato a chi può permetterselo, invece di essere un diritto garantito per tutti”.
Il Mef: “Nel 2025 2,3 miliardi in più per la sanità”
Polemica in cui si inserisce il Ministero dell’Economia, che in una nota prova a smentire le cifre dei sindacati, ovvero sui soli 900 milioni destinati al settore nel 2025. “Alla sanità il prossimo anno andranno, rispetto al 2024, 2.366 milioni di euro in più“, si legge in una nota del Mef.
Da parte sua Schillaci ha promesso che “ci saranno sicuramente risorse; la suddivisione tra questo anno e l’anno prossimo è in corso. Appena abbiamo i dati, li daremo”.