Le nomine a destra

Chi è Fabio Tagliaferri, dall’autonoleggio all’Ales: l’ascesa del fedelissimo di Meloni al ministero della Cultura

Politica - di Redazione

13 Settembre 2024 alle 13:03

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Fabio Tagliaferri intervistato da ‘Piazza Pulita’
Fabio Tagliaferri intervistato da ‘Piazza Pulita’

Miracoli dell’amichettismo di destra, per usare le parole di Matteo Renzi: passare da imprenditore del settore automotive, con una società di autonoleggio, ad amministratore delegato di Ales SpA, società “in house” del Ministero della Cultura che ha ricavi per quasi 90 milioni di euro, ha oltre 2500 dipendenti e che si occupa di controllare biglietterie, parchi, edifici storici e decine di musei sparsi in giro per l’Italia.

Parliamo di Fabio Tagliaferri, da giorni finito al centro della bufera mediatico-politica dopo l’affaire Sangiuliano-Boccia. Dal caso che ha portato alle dimissioni il ministro della Cultura si è passati alla lente d’ingrandimento sulle sue nomine: una di queste è quella che ha coinvolto proprio Tagliaferri.

Per molti resta un mistero la sua ascesa che l’ha portato tra le altre cose da 10.484 euro all’anno nel 2022, come risulta dalla sua dichiarazione dei redditi pubblicata dal Comune di Frosinone dove era assessore ai Servizi sociali (per 26 anni consecutivi è stato tra i banchi del Consiglio comunale della città), ai 146mila euro di oggi grazie all’incarico di presidente e amministratore delegato di Ales.

Ma non è solo questo: quali sono le competenze culturali di Tagliaferri e perché Sangiuliano si è affidato a lui per guidare Ales? Un ruolo chiave l’hanno avuto sicuramente la famiglia Meloni, la premier Giorgia e la sorella Arianna, lo ammette lo stesso Tagliaferri in una intervista a ‘Piazza Pulita’, su La7, registrata nel febbraio 2024 subito dopo la nomina.

L’imprenditore rivela di averla sentita dopo la nomina ad AD di Ales con un messaggio, che gli ha augurato buon lavoro. Ma soprattutto Tagliaferri ammette senza mezzi termini di avere il “mito di Giorgia Meloni, pendo dalle sue labbra”. “Passo le giornata a vedere i video perché imparo, essendo uno che vuole imparare cerco sempre qualcuno che mi può insegnare: a me Giorgia insegna, il video di Basovizza l’ho visto tre volte”, dice senza mezzi termini Tagliaferri.

Quanto ai rapporti con Arianna Meloni, la sorella della premier conosciuta quando entrambi hanno lavorato alla Regione Lazio, con Repubblica Tagliaferri si è difeso così: “Non è reato essere amico di Arianna Meloni. Vengo tirato in ballo a orologeria – aveva spiegato al quotidiano – La sorella della premier è una persona specchiata. Non trovo un nesso tra la mia nomina di febbraio e ciò che sta succedendo oggi. Ho fatto politica in FdI insieme ad Arianna per anni… Sono nel partito, come faccio a dire che non conosco Arianna Meloni? Ma questo che c’entra? Faccio fatica a immaginare come si possa prendere la mia nomina e buttarla in questo calderone”.

Giustificazioni e parole che non bastano all’ex premier Matteo Renzi, che sulla questione Tagliaferri chiede di vederci chiaro. Il leader di Italia Viva a proposito della sua nomina in Ales parla di “governo dei mediocri e dell’amichettismo. Io dico che sul rapporto Tagliaferri – Ales – Sangiuliano – Meloni c’è ancora molto da approfondire”.

Quanto al profilo dell’AD della società, per Renzi si tratta di una persona “privo di curriculum e credibilità imprenditoriale e culturale oltre che molto discusso nella sua città. Pare che la scelta di puntare su di lui, tal Tagliaferri, derivi direttamente da una delle sorelle Meloni. Ci interessa sapere quale delle due sorelle, ci interessa sapere se Ales ha fatto assunzioni marchetta oppure no, ci interessa sapere se chi ha ricevuto soldi da Ales ha finanziato e in che modo Fratelli d’Italia, ci interessa sapere se Sangiuliano ha scelto Tagliaferri perché lo conosceva o perché qualcuno gliel’ha detto. Perché la prima azienda per servizi culturali in Italia deve essere trasparente e pulita, no?”.

di: Redazione - 13 Settembre 2024

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