A Piazza del Plebiscito

Serena Brancale in concerto a Napoli: un live col turbo e l’omaggio a Pino Daniele, quasi tutto rovinato dall’organizzazione

Spettacolo fresco e coinvolgente di uno dei fenomeni musicali dell'anno, la dimostrazione che un'artista vera esiste sui social ma soprattutto sul palco. Peccato per i posti a sedere e la confusione totale

Spettacoli - di Antonio Lamorte

13 Agosto 2024 alle 16:42

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Serena Brancale in concerto a Napoli: un live col turbo e l’omaggio a Pino Daniele, quasi tutto rovinato dall’organizzazione

Ogni centimetro di Serena Brancale è musica. A Piazza del Plebiscito, nell’ambito della rassegna “Restate a Napoli”, quasi due ore di concerto di uno dei fenomeni musicali dell’anno: alimentato anche sui social ma lievitato soprattutto dal vivo, nei concerti, come succede con i musicisti veri. Live-carotaggi del profondo sostrato che va dal new soul, al jazz, all’r’n’b, al clubbing, al cantautorato italiano che influenzano contemporaneamente e costantemente repertorio ed esibizioni de “La Zia”, il nickname che forse le toccherà portarsi dietro per qualche tempo, ispirato da una delle sue ultime canzoni. Peccato l’organizzazione abbia rischiato seriamente di rovinare tutto.

Si prenotavano i biglietti per entrare nell’area concerto della piazza più famosa di Napoli. Gratis. Sedie: posti a sedere. E già questo non quadrava: considerato l’artista, ma vabbé. Già prima che cominciasse gli uomini della security si premuravano di far capire che non si poteva ballare, neanche ai margini, neanche ai lati e negli spazi fuori dalle sedute. No: non ci si poteva muovere. O almeno così è stato fino a quando Lello Arena, direttore artistico della rassegna, non presentava Brancale dicendo al pubblico che sì, si poteva ballare, ma senza spostarsi dal posto. “Basta che non ci facciamo male”. Peccato che alcuni della security non abbiano capito e si siano rivolti anche con fare poco a chi si alzava seguendo le raccomandazioni del direttore artistico.

Che poi: con un caldo africano, l’aria pregna di umidità, era già una notizia che tanta gente fosse accorsa per il concerto, figuriamoci per ballare. Come buttare via una serata riuscita: un’ottima idea, non c’è che dire. Che poi si trattava tra l’altro di un’audience molto civile, che non aveva neanche minimamente reagito alle solite dieci file di posti riservati, subito sotto il palco, non si è capito a chi e perfettamente vuote. A una certa la security indicava a chi si era alzato per ballare di spostarsi proprio lì, davanti al palco. Salvo poi dopo qualche minuto ordinare a tutti di sedersi, altrimenti il resto dietro seduto non vedeva nulla. Contrordine. Confusione totale, organizzazione da principianti. E menomale, ribadiamo, che si trattava di un’audience civile.

Alla fine, agli ultimi pezzi, complici gli appelli della stessa Brancale, si ballava in piedi. A chiudere quel Baccalà che ha fatto schizzare in alto visualizzazioni e notorietà della cantante e musicista barese. “Non ho paura che il successo di Baccalà possa offuscare il resto della mia carriera – ci aveva raccontato in un’intervista a L’Unità – Il canto jazz, la ballad, il nu soul sono parte di me. Sono cresciuta con quella musica”. E dal concerto si vede tutto: tutto un percorso che in una traiettoria spericolata è arrivata ai palchi che merita tramite passaggi inaspettati e non tramite X Factor e Sanremo. Brancale è anche un esempio di costanza e forza di volontà da questa prospettiva. A Napoli ha anche pagato il suo omaggio a uno dei suoi miti in una delle sue piazze: Pino Daniele.

Peccato per una serata che poteva essere perfettamente riuscita, e che invece sono riusciti a intossicare del tutto o quasi.

13 Agosto 2024

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