Parla l'eurodeputata
Ilaria Salis e la storia del debito da 90mila euro per una casa occupata: “Fango, contro di me nessun procedimento”
Libera dopo 15 mesi di brutale detenzione in Ungheria, in procinto di sbarcare al Parlamento europeo, per la prima volta Ilaria Salis, la maestra 40enne di Milano eletta con Alleanza Verdi-Sinistra, risponde alla campagna di stampa messa in piedi contro di lei dai giornali dell’area di governo e da Fratelli d’Italia.
Salis era finita nel mirino per una presunta storia di debiti nei confronti dell’Aler, la società lombarda che gestisce le case popolari: Fratelli d’Italia aveva chiesto di pignorarle lo stipendio da eurodeputata per saldare il debito per un casa che la maestra avrebbe occupato in passato.
La campagna di stampa contro Salis
Di fronte alle accuse Salis replica rivendicando “con orgoglio” di esser stata “militante del movimento di lotta per la casa” e che porterà questa sua battaglia anche al Parlamento europeo.
Quanto alla notizia, lanciata dal Giornale e Libero, e cavalcata poi dal partito della premier Giorgia Meloni, la neoeletta europarlamentare sottolinea come “se qualcuno pensava di fare chissà quale scoop scavando nel mio passato, è solo perché è sideralmente lontano dalla realtà sociale di tale movimento, che si compone di decine di migliaia di abitanti delle case popolari e attivisti. I quali – continua Salis – per aver affermato il semplice principio di avere un tetto sulla testa, sono incappati in qualche denuncia”.
Salis quindi si sfoga, parla di informazione che “getta fango sul mio conto” invece di dedicarsi “al contesto di grave povertà e precarietà abitativa nel quale si ritrovano ampie fasce di popolazione”. L’attivista antifascista punta il dito anche contro l’Aler, che “non si fa scrupolo a rendere pubblica” la vicenda “tramite la stampa il giorno prima delle elezioni” europee, vedendoci dunque una sorta di disegno.
Ilaria Salis e la storia della casa occupata
Quanto alla storia dei 90mila euro di debito e dell’occupazione abusiva, Salis entra nel dettaglio. La società lombarda “reclama un credito di 90.000 euro nei miei confronti come “indennità” per la presunta occupazione di una casa in via Giosuè Borsi a Milano, basandosi esclusivamente sul fatto che nel 2008 sono stata trovata al suo interno”. Tutto ciò, prosegue l’eurodeputata di AVS, sebbene “nei successivi sedici anni (!) non siano mai stati svolti ulteriori controlli per verificare la mia permanenza, né sia mai stato avviato alcun procedimento civile o penale a mio carico rispetto a quella casa”.
Salis quindi insiste sul fatto che “un gran numero di individui e famiglie, spesso prive dei mezzi necessari per reagire adeguatamente, sono tormentate da richieste infondate di questo genere. Il totale dei crediti contabilizzati da Aler ammonta infatti ad oltre 176 milioni di euro! La pratica di richiedere esose “indennità di occupazione” agli inquilini, basata su presupposti a dir poco incerti, è una strategia utilizzata sistematicamente per spaventare gli occupanti e tentare di fare cassa”.