Il video
Tragedia del Natisone, la madre di una delle ragazze vittime: “Invece di fare video dovevano salvarla”
Lo sfogo della madre di Patrizia Cormos, 20 anni: "Potevano forse salvarli. Non era importante fare i video". I corpi delle due ragazze restituiti alle famiglie, ricerche ancora in corso del cadavere di Cristian Casian Molnar
Cronaca - di Redazione Web
Chi ha girato quei video, poteva salvarli invece di prendere il telefono. È lo sfogo della madre di Patrizia Cormos, una delle tre vittime della piena del fiume Natisone, a Premariacco, in provincia di Udine. La Procura della Repubblica di Udine ha aperto un’inchiesta ipotizzando il reato di omicidio colposo contro ignoti. La tragedia si è consumata venerdì scorso: Patrizia Cormos aveva 20 anni, Bianca Doros, 23. Entrambi i corpi sono stati recuperati. La Procura ha riconsegnato i cadaveri delle ragazze ai familiari per procedere con i funerali. Ancora disperso quello del 25enne Cristian Casian Molnar.
“Ciò che più mi addolora è che tutti hanno fatto foto e video e nessuno li ha salvati. Nessuno – le parole della madre di Cormos in un’intervista a Il Messaggero Veneto – Potevano forse salvarli. Non era importante fare i video. Lei era andata a fare una passeggiata, ha chiamato più volte il 112. Ha lasciato il suo nome, l’indirizzo. Ha detto ‘Chiamate mia mamma’”. La donna ha ricordato la figlia come “un angelo” che “studiava tanto e lavorava per mantenersi. Dopo l’esame all’Accademia, sostenuto proprio venerdì mattina, mi ha chiamata e mi ha detto ‘sono stata bravissima, ho saputo tutto'”.
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Prima della tragedia del Natisone
La madre ha aggiunto ai cronisti che l’hanno intervistata davanti alla Camera ardente che la figlia sapeva nuotare, che ha aspettato l’amica Blanca che non sapeva nuotare. “Vorrei non fossero morte invano, magari che si fosse più pronti per salvare le persone, con meno autorizzazioni, perché non succeda più”. La donna ha ricordato gli ultimi momenti passati con la figlia: ha detto di aver parlato insieme fino alle 2:00 di notte, quindi la figlia è andata a studiare fino alle 4:00. La mattina dopo la ragazza è uscita per andare a sostenere l’esame.
Erano le 12:00 quando ha telefonato alla madre per chiederle se poteva andare al lago a Premariacco. “Le ho detto no – le parole della donna riportate dall’ANSA – poi ho detto va bene, lei mi ha spiegato ‘facciamo una passeggiata, facciamo delle foto e poi torno a dormire’. Nessuno dei tre conosceva quel fiume, hanno visto in internet”. La donna ha aggiunto di essersi rifiutata di vedere i video che con la notizia della scomparsa sono comparsi sui media e sui social network. “Forse si poteva fare di più, forse era il destino, ringrazio Dio che l’hanno trovata così posso piangere sulla sua bara, questo ci dà la forza di sopravvivere”.
Come sono morte Patrizia Cormos e Bianca Doros
Le cause del decesso delle ragazze, dopo gli accertamenti sulle salme e l’esame esterno compiuto dal medico legale sui corpi, sono da attribuire “nell’asfissia da annegamento e traumatismi vari”. Il Procuratore Capo di Udine Massimo Lia ha argomentato che “per procedere bisogna configurare responsabilità di tipo omissivo, non commissivo”, il capo della Procura di Udine ha aggiunto che i magistrati “condurranno tutti gli accertamenti del caso per accertare se i soccorsi sono stati tempestivi. Mi preme, però, segnalare che, allo stato attuale, non ci sono elementi specifici che ci fanno andare in questa direzione, ma le verifiche sono in fase iniziale”.