Si cerca ancora Cristian
Ragazzi travolti dal Natisone, l’inchiesta della Procura: “Patrizia chiamò 4 volte il 112 in mezz’ora, ultima senza risposta”
Omicidio colposo. È questo il reato ipotizzato, contro ignoti, nell’inchiesta aperta dalla Procura della Repubblica di Udine per indagare sulla tragedia di Premariacco, dove tre giovani sono stati travolti e uccisi venerdì 31 maggio dall’improvvisa piena del fiume Natisone.
Il 2 giugno scorso i soccorritori hanno recuperato i corpi senza vita di Bianca Doros, 23 anni, e Patrizia Cormos, 20 anni: ad oggi è ancora in corso la ricerca del cadavere del 25enne Cristian Casian Molnar, l’ultimo dei tre ragazzi travolti dalla corrente del fiume.
Anche stamattina il sindaco di Premariacco, Michele De Sabata, ha incitato i soccorritori affinché “sia l’ultimo giorno di ricerca per ridare Cristian ai suoi familiari”. Da venerdì sera è a Premariacco anche il fratello di Cristina, dall’Austria dove abita per seguire da vicino le ricerche, ospite del locale Comitato della Croce rossa. “Siamo molto credenti – ha fatto sapere il giovane, come riferisce l’agenzia Ansa – e speriamo ancora nel miracolo“. Il giovane è in costante contatto coi genitori, che si trovano in Romania, con cui fa continue videochiamate per aggiornarli sull’andamento delle ricerche.
L’inchiesta per la tragedia del Natisone
Quanto all’indagine, oggi il Procuratore capo di Udine Massimo Lia ha tenuto una conferenza stampa per informare sui dettagli. Detto del fascicolo aperto per omicidio colposo, dato che “per procedere bisogna configurare responsabilità di tipo omissivo, non commissivo”, il capo della Procura di Udine ha aggiunto che i magistrati “condurranno tutti gli accertamenti del caso per accertare se i soccorsi sono stati tempestivi. Mi preme, però, segnalare che, allo stato attuale, non ci sono elementi specifici che ci fanno andare in questa direzione, ma le verifiche sono in fase iniziale”.
E a proposito della “macchina dei soccorsi”, Lia ha sottolineato in conferenza che Patrizia Cormos, la più giovane delle vittime, “ha fatto quattro telefonate al numero unico di emergenza 112, l’ultima delle quali senza risposta”. “La prima chiamata è delle 13.29, le altre nei minuti immediatamente successivi – ha precisato Lia – Dai primi accertamenti, tutto si è svolto in un arco temporale che si può quantificare grossolanamente in mezz’ora. Da una situazione di apparente tranquillità, quel tumultuoso scorrere del fiume Natisone che poi li ha travolti“.
In ogni caso “tutto verrà verificato, acquisito e vagliato – ha aggiunto il Procuratore capo di Udine -. Sia il discorso dell’elicottero utilizzato per i soccorsi, sia la cartellonistica che avvisa del divieto di balneazione e del pericolo di annegamento, sia soprattutto le tempistiche dal primo allarme all’arrivo dei soccorritori”.
Le cause della morte di Patrizia e Bianca
Il procuratore capo ha anche reso noto le cause della morte di Patrizia Cormos e Bianca Doros “con ragionevole certezza”. Per Lia le cause del decesso, dopo gli accertamenti sulle salme e l’esame esterno compiuto dal medico legale sui corpi, sono da attribuire “nell’asfissia da annegamento e traumatismi vari”. Avendo ritenuto poi sufficiente l’ispezione cadaverica esterna, la Procura ha voluto riconsegnare le ragazze ai famigliari per procedere con il rito funebre.