In Cile

Terremoto di Valdivia del 1960, il più forte di sempre: morti, danni, magnitudo e conseguenze

Quella scossa da sola rilasciò un quarto dell’energia di tutti i terremoti di un secolo. 10 minuti, uni tsunami mondiale, vittime anche alle Hawaii, alle Filippine e in Giappone. Un evento nefasto che cambiò per sempre gli approcci preventivi e scientifici

Ambiente - di Redazione Web - 22 Maggio 2024

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FOTO DA YOUTUBE
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Era il 22 maggio del 1960: il giorno prima un violento terremoto di magnitudo 8.1 aveva causato 169 vittime e circa 300 sfollati a Concepción. Alle 23:11 del 22 maggio la terra cominciò di nuovo a tremare e non smise per dieci minuti. Non è stato ancora registrato un evento sismico più potente da quando esistono strumenti in grado di misurare: magnitudo 9.5. Circa 1.600 vittime e tremila feriti. Quella scossa è ancora oggi ricordata come “terremoto di Valdivia”, dal nome della città più colpita, nella Regione del Bío Bío in Cile. Danni e feriti e vittime si verificarono tuttavia per centinaia di chilometri lungo la costa e nell’entroterra. Anzi: l’evento fu avvertito in buona parte del Paese, in altre parti del mondo, causò un maremoto con onde alte fino a 25 metri.

L’epicentro della scossa venne localizzato al largo della costa meridionale del Cile. Fu un sisma superficiale, l’ipocentro venne stimato a 25 chilometri di profondità. Durò 10 minuti secondo alcune testimonianze. La zona dove si è verificato il terremoto è stata definita “megathrust”, una grande area di contatto tra due placche tettoniche. Quella di Nazca, nell’Oceano Pacifico, che per il processo di subduzione scivola sotto quella Sud-Americana. La zona di rottura si estese per oltre 800 chilometri da Arauco fino all’arcipelago di Chlloé. Secondo quanto riporta il sito dell’Ingv terremoti, la rottura si verificò a una velocità stimata in circa tre chilometri e mezzo al secondo.

Perché quello di Valdivia è il terremoto più forte di sempre

Lo spostamento medio delle due placche è stato stimato in 11 metri con picchi di 20, 30 metri. Il terremoto rilasciò da solo circa un quarto dell’energia rilasciata da tutti i terremoti che si erano verificati nel mondo in un secolo (1906-2005). Lo tsunami provocò la formazione di onde alte fino a 25 metri sulle coste di Isla Mocha e di oltre 20 metri in altre località lungo la costa cilena. Le onde, alte più di 10 metri, raggiunsero le Hawaii dopo 15 ore. Sull’isola Waiakea furono 61 le vittime. Lo tsunami raggiunse anche le coste di Nuova Zelanda e Giappone.

Le conseguenze del terremoto di Valdivia: vittime e prevenzione

Le stime dello United States Geological Survey (USGS) sulle conseguenze: 1655 vittime, 3000 feriti, due milioni di sfollati, 550 milioni di dollari di danni soltanto nel Cile meridionale. E ancora: 138 morti e 40 milioni di danni in Giappone, 32 morti nelle Filippine, 500 milioni di dollari di danni negli Stati Uniti. Lo tsunami venne considerato il primo di livello globale, considerato che la variazione del livello del mare venne registrata anche dai mareografi inglesi, dalle isole Bermuda, in Sud Africa e in Australia. E implementò anche gli studi sui sistemi di allertamento.

“A seguito di questo evento le Nazioni Unite iniziarono a coordinare la costruzione di un sistema d’allerta per l’intero Oceano Pacifico, che iniziò ad operare nel 1965 all’Osservatorio di Honolulu. Da allora i sistemi di allerta sono in continua evoluzione a livello globale, purtroppo spesso sotto la spinta di nuove catastrofi le quali forniscono rinnovato impulso alla ricerca e agli investimenti per la riduzione del rischio”, ha spiegato Stefano Lorito, ricercatore dell’INGV, in un’intervista. Per lo stesso processo di subduzione si sono verificati i terremoti del 2004 in Indonesia (9.3) e del 2011 in Giappone (9.1).

I terremoti più potenti di sempre

Altre scosse passate alla storia per la loro potenza: il terremoto dell’Alaska del 1964 (9.2), il maremoto dell’Oceano Indiano al largo di Sumatra nel 2004 (tra 9.1 e 9.3), il terremoto del Tohoku in Giappone nel 2011 (9.0) che provocò anche il disastro della centrale nucleare di Fukushima, quello in Kamchatka nel 1952 (9.0). Il terremoto più tragico da un punto di vista dei dati sulle vittime è considerato ancora oggi quello di Shaanxi, in Cina, del gennaio 1556 – per quanto il numero di vittime non possa essere dimostrato né verificato. Si è calcolato che siano morte tra 820 e 830mila persone.

22 Maggio 2024

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