A Sesto San Giovanni
Bambina di due anni azzannata da pitbull: la piccola in gravissime condizioni, la zia la salva e si rifugia sul balcone
La bambina trasportata in elisoccorso in ospedale, la sorellina gemella illesa. La zia 25enne le ha messe in una stanza e si è arrampicata sulla tubatura del gas per sfuggire al cane. Si riapre il dibattito su razze pericolose
Cronaca - di Redazione Web
Bambina di due anni in gravissime condizioni a causa dell’aggressione di un pitbull. È successo a Sesto San Giovanni, in un appartamento in via Picardi. La piccola è stata trasportata in codice rosso all’ospedale Niguarda in elisoccorso. Illesa la sorellina della bambina, ferita invece la zia di 25 anni della piccola che ha salvato le nipotine e che sarebbe stata a sua volta aggredita dall’animale. Sul posto sono intervenuti i soccorsi del 118, i vigili del Fuoco del Comando di Milano, Ats e la Polizia Locale del Comune alle porte del capoluogo della Lombardia.
Secondo la ricostruzione la bambina stava giocando con la sorellina gemella, che è rimasta illesa. Stando alle prime informazioni riportate dal Corriere della Sera Milano la zia avrebbe lottato con l’animale, avrebbe riportato delle ferite alle mani e avrebbe messo in salvo le nipotine nel bagno. Il pitbull a quel punto l’avrebbe inseguita, si sarebbe salvata rifugiandosi sul balcone dell’alloggio al primo piano. La donna di origine sudamericana si sarebbe arrampicata sulla tubatura del gas per non essere raggiunta dal pitbull.
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Il cane si trova al momento rinchiuso in un canile in attesa delle decisioni delle autorità competenti. Gli agenti della polizia e i vigili del fuoco hanno trovato l’animale in casa, non ha mostrato alcun segno di agitazione all’arrivo dei soccorritori. I vigili del fuoco hanno soccorso la donna. Immediato il commento del Codacons che è tornato a chiedere la misura puntualmente rispolverata in casi di aggressioni di cani a esseri umani: un patentino per razze potenzialmente pericolose. Proprio come successo dopo il caso di Eboli dello scorso aprile.
La tragedia di Eboli
A fine aprile, a Eboli, in provincia di Salerno, un bambino di tredici mesi è stato ucciso da due cani, anche in quel caso due pitbull. Niente da fare in quell’episodio per il neonato. La tragedia si era verificata in località Campolongo. La madre della vittima era stata azzannata ripetutamente alle gambe nel tentativo di salvare il figlio. A febbraio Paolo Pasqualini, 39 anni, era stato sbranato da tre rottweiler nel bosco di Manziana, nella città metropolitana di Roma. Anche in quei casi si era parlato del patentino per razze pericolose: l’ordinanza del 23 marzo 2009 del Sottosegretario alla Salute Francesca Martini aveva cancellato la lista delle razze pericolose introdotta dall’ordinanza sulla “Tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione di cani” firmata da Livia Turco tre anni prima, nel 2006, ed entrata in vigore nel 2007. La misura sottolineava come le aggressioni non possano essere attribuite a specifiche razze.
La stessa ordinanza aveva introdotto l’ipotesi di abbattimento dopo la valutazione di una commissione di medici e un percorso rieducativo oltre all’opzione del trasferimento in una struttura adeguata. “Al di là del nuovo caso e delle dinamiche che hanno causato l’aggressione di Sesto San Giovanni, è indubbio che esistano razze di cani potenzialmente pericolose per l’uomo, e che la loro diffusione sul territorio è in forte aumento anche a causa di mode e tendenze del momento – afferma il presidente, Marco Maria Donzelli – Indipendentemente dall’educazione che si dà al proprio animale, è universalmente riconosciuto come alcune razze, ad esempio pitbull o rottweiler, per le loro caratteristiche peculiari fisiche (potenza, robustezza, dentatura) possano provocare ferite letali in caso di morsicatura. Proprio per questo, e senza ovviamente demonizzare gli animali, chiediamo da tempo un patentino obbligatorio per chi possiede cani particolarmente potenti e potenzialmente pericolosi. Il morso di un volpino, infatti, non causa certo le stesse ferite del morso di un pitbull”.