Intervista all'esperta

Perché i pitbull attaccano i bambini? L’esperta: “Non dipende solo dalla razza ma da come crescono”

Cronaca - di Rossella Grasso

22 Aprile 2024 alle 17:28 - Ultimo agg. 22 Aprile 2024 alle 18:03

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A sinistra Ludovica Pierantoni, medico veterinario comportamentalista. A destra, un cane Pitbull.
A sinistra Ludovica Pierantoni, medico veterinario comportamentalista. A destra, un cane Pitbull.

Due pitbull hanno aggredito un bimbo di 13 mesi. Il tentativo di sua mamma di salvare il piccolo è stato vano: aggredita a sua volta dai due cani, non è riuscita a proteggere il suo bambino che è morto azzannato. Una vera e propria tragedia che si è consumata a Eboli, in provincia di Salerno, lungo la litoranea in località Campolongo. Una vicenda drammatica di cui non si conoscono ancora i dettagli e su cui stanno indagando i carabinieri. Certo è che non è la prima volta che succede che un cane aggredisca un umano, spesso un bambino. E viene da chiedersi se i pitbull siano cani talmente aggressivi da essere pericolosi. L’Unità ne ha parlato con Ludovica Pierantoni, medico veterinario Esperto in Comportamento, direttrice del Can (Comportamento Animale Napoli) e specialista europeo in materia. “Non esistono cani in assoluto più aggressivi di altri, la differenza la fa la loro storia, le loro motivazioni, la loro personalità, come vengono cresciuti e cosa la famiglia umana si aspetta da loro”, dice l’esperta.

“E’ importante riflettere bene prima di adottare un cane”

“Per fortuna la vita con i cani è molto spesso serena e scevra da rischi gravi– dice Pierantoni – certo, ogni cane è diverso e ha caratteristiche fisiche e di altro tipo differenti. Bisogna però fare una serie di riflessioni prima di adottare un cane, ragionare sul contesto in cui verrà inserito e questo non sempre viene fatto con la dovuta attenzione. Esistono cani più ‘impegnativi’ che hanno semplicemente bisogno di una maggiore attenzione nella cura soprattutto della loro crescita, nel dargli gli stimoli adatti. Bisogna riflettere di più prima di adottare cani che magari necessitano di un maggiore impegno nella prevenzione, ad esempio, dell’aggressività”. E un cane può essere più o meno impegnativo perché è magari fisicamente più forte o abituato a contesti diversi.

Il pitbull è un cane aggressivo?

Ad esempio i pitbull: “Si tratta di cani che da una parte sono reattivi e pronti a reagire con forza agli stimoli come i Molossi, dall’altra hanno la determinazione del Terrier. Sono queste caratteristiche che lo rendono potenzialmente meno adatto alla vita in famiglia e hanno bisogno di ancora più attenzioni se ci sono bambini”. Nella sostanza non ci sono cani ‘cattivi’ e cani ‘buoni’, dipende da quali esperienze fanno durante la loro vita e da quanto il contesto di vita saprà soddisfare i loro bisogni ed essere in linea con le loro motivazioni. Poi c’è un’altra questione su cui il referente del cane ha un ruolo fondamentale: Ci sono determinate razze che hanno una indole più o meno adatta al ruolo che viene loro richiesto. “Faccio un esempio – continua Pierantoni – I cani da guardia esprimono una certa territorialità. Da un cane da guardia è più facile aspettarsi una deviazione di questa motivazione con forme di aggressività territoriale, rispetto alla frequenza con cui questo accade in cani selezionati per altri ruoli. I pitbull, spesso, hanno scarse capacità relazionali con altri cani e hanno una reattività molto intensa. Poi, se arrivano a mordere, bisogna capire nel contesto cosa sia successo, se abbia avvertito l’umano come una minaccia, come un gioco, se è cresciuto con i bambini intorno, che relazione ha con le sue persone , che esperienze ha fatto,…l’aggressività è un problema multifattoriale”. E questo non vuol dire che il pitbull sia un cane ‘cattivo’ e che necessariamente sarà pericoloso per gli umani, soprattutto i bambini ma è un cane sensibile e reattivo che va vissuto con impegno e competenza .

“Tanti pitbull vengono abbandonati nei canili”

A riprova di quanto sia importante scegliere bene il cane con cui passare la vita, la triste vicenda dei pitbull, che soprattutto al Sud Italia, vengono adottati e preso abbandonati nei canili. “Sono tantissimi i pitbull destinati all’abbandono – spiega Pierantoni – Vengono spesso adottati come status symbol e non per essere i compagni di vita. Succede spesso in contesti dove non c’è attenzione alla crescita del cane e alle esperienze che fa lungo la sua vita. Non possiamo aspettarci che un cane che non ha avuto sufficienti esperienze con gli umani dia risposte per forza positive nel rapporto con loro”.

“L’aggressività non è questione di razza”

La storia dei cani pitbull è spesso associata a feroci combattimenti illegali dove combattono fino alla morte. Oppure a brutali aggressioni di esseri umani. Il pitbull è dunque un cane per forza aggressivo? “Tutti i cani possono essere potenzialmente aggressivi – spiega Pierantoni – la differenza la fanno diversi fattori. Innanzitutto la genetica nell’espressione comportamentale. Poi l’ambiente: la famiglia, il caregiver, l’esperienza di vita passata e presente,…Quale funzione chiedo al cane, se di compagnia, di controllo del territorio, caccia e che possibilità il cane ha di trovarsi a suo agio in questo ruolo…E infine l’ambito salute: il cane sta bene o ci sono problematiche organiche? L’aggressività non è questione di razza, sarebbe troppo banale. E non significa nemmeno che i cani sono tutti uguali”.

Quando un pitbull può essere ‘docile’

Detto ciò, per i cani come per gli umani, essere più o meno aggressivo è una questione di esperienze. C’è molta responsabilità da parte del referente del cane. “Se faccio in modo che il mio pitbull cresca con stimoli, competenze ed esperienze positive si riduce certamente il rischio di aggressività”. Ma la dottoressa avverte: è importante rivolgersi ad esperti appena si avvertono i primi segnali di aggressività da parte del proprio cane. “E’ fondamentale consultare alle prime avvisaglie, il prima possibile, un professionista del comportamento che capisce dov’è il problema dell’aggressività del cane, il motivo e l’emozione provata. Un professionista riesce a mettere insieme le informazioni e il contesto e capire cosa sia successo. E’ importante essere seguiti durante la crescita dei cuccioli per evitare problemi successivi e ridurre i rischi”. Insomma, adottare un amico a quattro zampe, non è da prendere alla leggera: deve essere fatto con grande responsabilità e attenzione.

22 Aprile 2024

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