Governo Meloni: "Ora basta"

Eugenia Roccella contestata: cos’è successo agli Stati Generali della Natalità, la protesta degli studenti contro la ministra

Il governo Meloni grida alla censura: "Che tutte le forze politiche abbiano il coraggio di esprimere solidarietà e di condannare". La ministra sollecita la solidarietà di Schlein, Scurati, Saviano, Lagioia, Valerio

News - di Redazione Web

9 Maggio 2024 alle 13:19 - Ultimo agg. 9 Maggio 2024 alle 13:24

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Contestazione alla ministra Eugenia Maria Roccella durante gli Stati Generali della Natalità – Politica – Roma, Italia – Giovedi 09 Maggio 2024 (foto Cecilia Fabiano / LaPresse) Protest against Minister Eugenia Maria Roccella during the States General of Natality – Politics – Rome, Italy – Thursday May 09, 2024 (photo Cecilia Fabiano / LaPresse)
Contestazione alla ministra Eugenia Maria Roccella durante gli Stati Generali della Natalità – Politica – Roma, Italia – Giovedi 09 Maggio 2024 (foto Cecilia Fabiano / LaPresse) Protest against Minister Eugenia Maria Roccella during the States General of Natality – Politics – Rome, Italy – Thursday May 09, 2024 (photo Cecilia Fabiano / LaPresse)

“È ora di dire basta”: basta a cosa? A una contestazione, o a una censura? Gridano a quest’ultima gli esponenti del governo Meloni, al fascismo, anche la ministra Eugenia Roccella, protagonista di quello che è successo questa mattina agli Stati Generali della Natalità. La titolare del dicastero per la Famiglia, alla Natalità e alle Pari Oppurtunità è stata contestata da un gruppo di studenti: quando ha preso la parola il gruppo ha sollevato una serie di cartelli che componevano la scritta: “Sul mio corpo decido io”. Il commento della ministra: “Avete ragione, oggi non decidete voi”.

Fischi e urla sono esplosi. “Ragazzi ma noi siamo d’accordo, ma nessuno ha detto che qualcun altro decide sul corpo delle donne, proprio nessuno”. Secondo quanto ricostruito dall’Ansa la contestazione è proseguita, una delle manifestanti ha parlato brevemente al microfono, leggendo un comunicato – “sui nostri corpi, decidiamo noi. L’attuale governo decide di convocare questo convegno mentre nessuno del governo, in un anno, ha risposte alle nostre richieste. Non ci stiamo alla triade Dio-padre-famiglia” – prima di essere interrotta dall’organizzatore Gigi De Paolo che ha osservato: “Questo però è un monologo”. De Paolo avrebbe dato la parola ad altri ospiti posticipando l’intervento di Roccella che però avrebbe deciso a un certo punto di lasciare il palco e l’Auditorium.

L’accusa di censura di Roccella

La ministra è stata prontissima a commentare l’accaduto su Facebook, mettendolo in relazione con recenti casi di censura e polemiche, sollecitando una presa di posizione da parte di intellettuali e politici considerati vicini al centrosinistra. “Sono certa che la segretaria del Pd Elly Schlein, tutta la sinistra, gli intellettuali – Antonio Scurati, Roberto Saviano, Nicola Lagioia, Chiara Valerio, ecc. -, la ‘grande stampa’ e la ‘stampa militante’ che abbiamo visto in queste ore mobilitata in altre sedi, avranno parole inequivocabili di solidarietà nei miei confronti dopo l’atto di censura che mi ha impedito di parlare agli Stati generali organizzati dalla Fondazione per la Natalità per svolgere il mio intervento e anche per rispondere ai contestatori-censori e interloquire con loro. Sono certa che i podisti della libertà e della democrazia non si faranno sfuggire questa occasione per dimostrare che l’evocazione del fascismo che non c’è, alla quale abbiamo assistito in queste settimane, non era solo una sceneggiata politica pronta a svanire di fronte alle censure vere”.

“Piena e incondizionata solidarietà a Eugenia Roccella – ha scritto la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un post sulle sue pagine social – Lo spettacolo andato in scena questa mattina agli Stati Generali della Natalità è ignobile. Ancora una volta è stato impedito ad un Ministro della Repubblica di intervenire e di esprimere le proprie idee. Responsabile un gruppo di contestatori che si riempiono la bocca delle parole libertà, rispetto e autodeterminazione delle donne, ma poi amano la censura e impediscono ad una donna di parlare perché non ne condividono le idee. Mi auguro che tutte le forze politiche abbiano il coraggio di esprimere solidarietà al Ministro Roccella e di condannare, senza se e senza ma, i fatti di oggi. È ora di dire basta”.

Roccella agli Stati Generali della Natalità

La quarta edizione degli Stati Generali della Natalità si terranno il 9 e il 10 maggio 2024 all’Auditorium della Conciliazione. Prevista la partecipazione di personalità di altro profilo del mondo politico, economico, delle imprese e della società civile. A partire dalla sua nomina a ministra, Roccella è stata discussa per le sue posizioni ultraconservatrici su famiglia e aborto. “Giorgia Meloni ha ribadito fino alla nausea che non vuole cambiare la legge sull’aborto, e io non solo non ho nessuna volontà di farlo, ma non ne avrei nemmeno il potere, visto che dell’applicazione della legge 194 si occupa il ministero della Salute insieme alle Regioni”, aveva assicurato in un’intervista a La Stampa.

Ha scritto libro contro l’aborto e la procreazione medicalmente assistita. È stata eletta in parlamento con il Popolo della Libertà e con Fratelli d’Italia. È stata sottosegretaria al ministero della Salute. Ha parlato dell’aborto come il “lato oscuro del materno” e come di “un male necessario”.  La legge che in Italia consente di interrompere una gravidanza, la 194, venne approvata nel 1978. Spesso non è applicata, considerato l’alto numero di medici obiettori di coscienza e per i limiti che dipendono dalla stessa legge. Il governo ha intanto inserito nel decreto per l’attuazione del Pnrr una norma che prevede la presenza di associazioni antiabortiste nei consultori ai quali si rivolgono le donne che intendono abortire – come già è successo in alcune Regioni.

Roccella già era stata contestata all’edizione dell’anno scorso del Salone del Libro di Torino. A contestare in quel caso attivisti di Extinction Rebellion, Non una di meno e Fridays for Future. “Giù le mani dai corpi e dalla terra”, i cartelli sollevati in quel caso. Anche in quel caso era salita sul palco una militante e aveva letto un proclama, la polizia è intervenuta. Le denunce sono state tutte archiviate. “Non vi è traccia di condotte implicitamente o esplicitamente minacciose, violente o intimidatorie poste in essere dalle manifestanti”, si leggeva nel decreto di archiviazione della pm Sellaroli. “Non è stato posto in essere nessun comportamento latamente minatorio, se non intonare cori e sovrastare con la propria voce la voce dei relatori”.

9 Maggio 2024

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