Il caso WCK (e non solo)
La strage dei cooperanti a Gaza: 200 già uccisi dall’inizio della guerra
Il raid israeliano che ha ucciso 7 volontari della ong World Central Kitchen, “non è un incidente isolato”. 200 operatori umanitari uccisi a Gaza dall’inizio della guerra
Esteri - di Umberto De Giovannangeli
Si è detto “indignato” e con il cuore “affranto”. Ha sottolineato che non si è trattato di un fatto isolato. Ha mostrato i “muscoli”. A parole. Tutto ok, se non fosse che a esprimersi è l’uomo che guida l’iperpotenza militare mondiale, che arma Israele. E allora le parole non bastano se non sono seguite da atti conseguenti.
Joe Biden ha affermato che Israele non sta facendo abbastanza per proteggere gli operatori umanitari e ha chiesto una rapida indagine sull’attacco dei droni delle Forze di Difesa Israeliane a Gaza che ha ucciso sette persone che lavoravano per l’organizzazione benefica World Central Kitchen.
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“Questo conflitto è stato uno dei peggiori degli ultimi tempi per numero di operatori umanitari uccisi”, ha detto il presidente degli Stati Uniti, in commenti molto critici nei confronti delle azioni di Israele a Gaza.
L’attacco al convoglio della Wck ha ucciso cittadini australiani, britannici e polacchi, nonché palestinesi e un cittadino con doppia cittadinanza statunitense e canadese. Ieri mattina presto, il capo di stato maggiore dell’Idf Herzi Halevi ha attribuito l’attacco a un “errore di identificazione”, aggiungendo che “il raid non è stato effettuato con l’intenzione di danneggiare gli operatori umanitari della Wck” e che si è trattato di un errore che non avrebbe dovuto accadere.
Biden si è detto “indignato e affranto” per la morte degli operatori umanitari e ha sottolineato che non si è trattato di un incidente isolato. “Questo è uno dei motivi principali per cui la distribuzione degli aiuti umanitari a Gaza è stata così difficile – perché Israele non ha fatto abbastanza per proteggere gli operatori umanitari che cercavano di fornire l’aiuto disperatamente necessario ai civili… Israele non ha fatto abbastanza per proteggere i civili”…
Tutto vero. E allora? Se la mattanza di civili palestinesi continua, se gli operatori umanitari continuano a essere bersagli, voluti o no, dell’esercito israeliano, se chi guida Israele (Benjamin Netanyahu) pensa di risolvere il tutto con mezze scuse, prive di sostanza né di pietas, l’uomo politicamente e militarmente più potente della terra, può limitarsi alle esecrazioni verbali?
Più di 200 operatori umanitari sono stati uccisi a Gaza da quando è iniziata la guerra tra Israele e Hamas dopo l’attacco del gruppo militante contro le comunità israeliane il 7 ottobre, ha detto ieri Jamie McGoldrick, il massimo funzionario delle Nazioni Unite per il coordinamento degli aiuti umanitari a Gaza.
L’attacco al Wck non è stato un «incidente isolato», ha aggiunto, sottolineando che il numero di operatori umanitari uccisi negli ultimi sei mesi a Gaza è stato quasi tre volte superiore al bilancio delle vittime registrato in qualsiasi altro conflitto in un anno.
Netanyahu “ha detto che ‘questo accade in guerra’, ma gli attacchi aerei sul nostro convoglio non sono stati solo uno sfortunato errore accaduto nella nebbia del conflitto: si tratta di un attacco diretto contro veicoli chiaramente segnalati i cui movimenti erano noti all’Idf. Il cibo non è un’arma di guerra”.
È quanto sottolinea lo chef José Andrés fondatore di World Center Kitchen, spiegando che “il governo israeliano dovrebbe smettere di uccidere civili e operatori umanitari e iniziare il lungo viaggio verso la pace”.
“Nelle peggiori condizioni, dopo il peggiore attacco terroristico della sua storia, è giunto il momento che il meglio di Israele appaia: dovrebbe aprire vie terrestri per l’introduzione di cibo e medicine”, prosegue Andrés in una conversazione con il media israeliano Ynet.
Il giornale Haaretz scrive che l’Idf e il ministero della Difesa hanno affermato che l’uccisione degli operatori umanitari è il risultato di uno scarso coordinamento. Secondo il quotidiano israeliano, fonti dell’esercito hanno affermato che l’incidente “non ha alcun collegamento con il coordinamento” ed è stato causato dal fatto che “ogni comandante stabilisce le regole per se stesso”.
Ciò significa che gli “Operatori umanitari di Gaza sono stati uccisi perché gli ufficiali dell’Idf sul campo fanno quello che vogliono”, ammettono le fonti. Questa non è più guerra. È una faida barbarica. E l’uccisione di operatori umanitari, lo sterminio di bambini (oltre 13mila, parte dei 32.975 palestinesi uccisi e 75.577 feriti) è terrorismo. Terrorismo di Stato.