L'inchiesta
Che cos’è la Sindrome dell’Avana: l’arma ad ultrasuoni che sarebbe stata sviluppata dai russi
Alcuni giornalisti avrebbero scoperto, a partire da alcune prove in possessi del pentagono, che gli 007 del Cremlino avrebbero ideato quest'arma che provocherebbe gravi danni celebrali e lesioni permanenti
Esteri - di Redazione Web
Un nuova inchiesta giornalistica sulla cosiddetta ‘Sindrome dell’Avana‘, una misteriosa arma a base di ultrasuoni riscontrata per la prima volta fra diplomatici Usa nella capitale cubana nel 2016 e che ha colpito diplomatici, funzionari e militari in varie parti del mondo, producendo danni cerebrali e gravi lesioni permanenti, condurrebbe a Mosca, a una unità d’intelligence, la 29155.
Sindrome dell’Avana: di cosa si tratta
È quanto afferma il gruppo investigativo russo Insider e Der Spiegel, presentato alla trasmissione 60 minutes dell’emittente Usa Cbs. Le nuove rivelazioni contraddirebbero la precedente indagine condotta dal Pentagono conclusa nel 2023 sul misterioso fenomeno, in cui si giungeva alla conclusione che era “molto improbabile” che dietro alla presunta arma invisibile vi fosse una potenza straniera.
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Sindrome dell’Avana: l’inchiesta giornalistica
Secondo Greg Edgreen, uno degli investigatori autori di quell’indagine, ex ufficiale Usa a servizio al Pentagono, afferma alla Cbs che l’onere della prova sui colpevoli fu innalzata a livelli molto alti e non si giunse ad alcuna conclusione. “Purtroppo, non posso essere più specifico, perché si tratta di materiale classificato. Ma posso dirvi che fin dalle prime fasi ho iniziato a guardare in direzione di Mosca“, ha dichiarato Edgreen.
Sindrome dell’Avana: il Pentagono e gli 007 russi
Secondo l’inchiesta di Insider, la chiave del legame con l’intelligence russa sarebbe Vitaly Kovalev, uno chef russo arrestato per guida pericolosa in auto in Florida nel 2020 e che sarebbe emerso essere una spia russa, secondo quanto scoperto da una agente dell’Fbi, denominata Carrie, che fu vittima della misteriosa arma ‘sonica‘. Kovalev tornò in Russia dopo il carcere e morì ufficialmente sul fronte in Ucraina. Un nesso con gli 007 russi è stato trovato anche dal giornalista investigativo russo di Insider Christo Grozev, intervistato anch’egli da 60 minutes. La Russia nega qualsiasi coinvolgimento nella misteriosa Sindrome dell’Avana.