Il caso di Hassan Sharaf
Detenuto suicida a 21 anni: condannato il direttore del carcere di Viterbo, omissione d’atti d’ufficio
A darne notizia è l’Associazione Antigone, che dopo aver presentato un esposto sul caso si era costituita parte civile nel procedimento. “La responsabilità del direttore, riconosciuta dal Tribunale di Viterbo, è quella di non aver trasferito il ragazzo in un Istituto Penale per Minorenni".
Giustizia - di Redazione Web
Il direttore della Casa Circondariale di Viterbo è stato condannato (con pena sospesa) per omissione di atti d’ufficio nell’ambito del procedimento che sta accertando le responsabilità sulla morte di Hassan Sharaf, un ragazzo di 21 anni che si era tolto la vita il 23 luglio del 2018, impiccandosi con un lenzuolo nella cella di isolamento di questo istituto.
A darne notizia è l’Associazione Antigone, che dopo aver presentato un esposto sul caso si era costituita parte civile nel procedimento. “La responsabilità del direttore, riconosciuta dal Tribunale di Viterbo, è quella di non aver trasferito il ragazzo in un Istituto Penale per Minorenni. Infatti Sharaf aveva commesso il reato da minorenne e avrebbe dovuto scontare la sua pena in un carcere minorile e non in quello per adulti dove si trovava”, ha spiegato sapere Simona Filippi, avvocata di Antigone.
Assolti due agenti che, insieme al direttore dell’istituto, avevano scelto il rito abbreviato. Altri poliziotti e medici indagati nel procedimento hanno invece optato per il rito ordinario.
“Questo processo -ricorda Antigone – si inserisce in una vicenda ben più ampia riguardo alla morte di Hasan Sharaf. Infatti qualche tempo prima del suo suicidio il ragazzo aveva mostrato ad una delegazione del Garante Regionale del Lazio per i diritti dei detenuti dei segni che, aveva dichiarato, essere frutto di un pestaggio subito da parte di alcuni agenti. Da qui erano nati una serie di esposti a cui aveva fatto seguito la richiesta di archiviazione da parte del Tribunale di Viterbo. E’ stata poi la Procura Generale presso la Corte d’Appello di Roma a dare nuovo sviluppo a questo filone dell’inchiesta avocandola a sé”.
“In quei mesi come Antigone avevamo presentato numerosi esposti in riferimento a presunti casi di violenze su cui, a poca distanza di tempo, avevamo ricevuto molte lettere di detenuti che raccontavano, in modo molto uniforme, di abusi. Ci auguriamo quindi che presto si faccia chiarezza totale sulla vicenda di Hasan Sharaf”, ha affermato il presidente dell’associazione Patrizio Gonnella.