Il ponte di Baltimora crollato, cosa è successo in America: un morto e 6 dispersi nelle acque gelide
Esteri - di Redazione Web
Era l’ 1.28 di notte di martedì, ora locale americana, in Italia le 6.28 del mattino, quando una nave cargo di 289 metri, il Dali che batteva bandiera di Singapore, diretta a Colombo nello Sri Lanka, ha urtato il pilone del ponte Francis Scott Key di Baltimora, Maryland. Pochi minuti prima l’equipaggio aveva lanciato il “meyday”, riuscendo ad arginare i danni: le autorità cittadine sono riuscite a fermare il traffico sul ponte su cui transitano in media di 11 milioni di veicoli all’anno. Le autorità cittadine non sono riuscite a evacuare il ponte completamente per tempo.
Nel tentativo disperato di evitare la collisione, l’equipaggio ha gettato in acqua le ancore, ma non c’è stato nulla da fare. Per il momento il bilancio è di un morto (deceduto dopo il ricovero in ospedale, e sei dispersi. Sono questi gli ultimi aggiornamenti forniti dal segretario ai Trasporti del Maryland in una conferenza stampa. Si teme che possano esserci altre persone nelle acque gelide del fiume Papsco. Tra loro, molti operai che erano all’opera per riparare l’asfalto della carreggiata. Nei video del crollo del ponte si vedono alcune automobili precipitare a picco nell’acqua. Finora sono stati salvati due uomini, ha detto il capo dei Vigili del fuoco, James Wallace: uno è stato trasportato in condizioni critiche all’ospedale, l’altro riporta ferite lievi.
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Cos’è successo a Baltimora, lo schianto del carco e il crollo del ponte
All’ 1.28 di notte, il porta-container Dali, stava uscendo dalla baia di Baltimora per iniziare un viaggio di 27 giorni verso lo Sri Lanka, a Colombo. Trenta minuti e avrebbe raggiungo il mare aperto. A bordo c’erano 2 persone e 22 membri dell’equipaggio (tutti incolumi dopo lo schianto). Secondo le prime ricostruzioni, il cargo avrebbe perso il controllo prima di andare a sbattere. Aveva comunicato alle autorità di aver perso la propulsione mentre lasciava il porto, come riporta Abc, informando il ministero dei Trasporti del Maryland che “una collisione col ponte era possibile”. In pratica, mancando propulsione, il gigante galleggiante carico di merci, non riusciva a mantenere la rotta desiderata.
“L’SOS prima dello schianto: potrebbe aver salvato delle vite”
L’equipaggio della nave Dali che si è schiantata contro il ponte di Baltimora aveva lanciato un ‘Sos’ che potrebbe aver “salvato delle vite”. Lo ha detto il governatore del Maryland Wes Moore durante una conferenza stampa. Grazie al ‘mayday’ le autorità hanno subito bloccato il traffico sul Francis Scott Key Bridge evitando così che ci fossero auto sul ponte al momento dell’incidente. Purtroppo le autorità non sono riuscite a evacuare chi era già sul ponte al momento del collasso. L’acqua del porto di Baltimora segna una temperatura di 9 gradi centigradi. Il rischio per chi è caduto in acqua ed è sopravvissuto è l’ipotermia.
Cos’è il Frencis Scott Kei Bridge e dove si trova
Il Francis Scott Key Bridge, largo quattro corsie, è stato inaugurato nel marzo 1977 e prende il nome dall’autore dell’inno nazionale americano. È lungo 2,6 chilometri. Sotto scorre il fiume Patapsco. Il ponte prende il nome dall’autore dell’inno nazionale americano. Sul ponte transitano ogni anno in media 11 milioni di veicoli, è anche una delle vie autorizzate per il trasporto di merci pericolose attraverso il porto di Baltimora. Dopo l’incidente le autorità hanno bloccato il traffico marittimo nel porto di Baltimora. Un colpo non indifferente per il commercio: basti pensare che lo scalo è il nono negli Stati Uniti per i cargo internazionali, con un totale di 52,3 milioni di tonnellate di merci trasportate nel 2023, pari a un valore di 81 milioni di dollari, come riportato dal Corriere della Sera.
L’inchiesta sulle condizioni del ponte
Presto sarà aperta una inchiesta sulle condizioni del ponte che secondo il governatore del Maryland era in pari con la manutenzione e non aveva alcun problema strutturale noto. Il crollo del ponte sembrerebbe dovuto esclusivamente all’impatto del cargo contro il pilone, dopo che aveva perso propulsione, e non ad altri problemi strutturali pre esistenti.