Il fango del regime di Teheran
Fidanzati morti in auto a Napoli, l’Iran blocca il rientro della salma di Vida: “Era una peccatrice”
Il regime islamico iraniano non vuole la salma di Vida Shahvalad nel Paese perché “ragazza di facili costumi”. Una storia che lascia interdetti quella della reazione di Teheran di fronte alla morte della giovane, trovata morta in auto col fidanzato Vincenzo Nocerino nella notte tra venerdì 15 e sabato 16 marzo in un garage di Secondigliano, a Napoli.
I due fidanzati, stando a quanto emerso dalle indagini, si erano appartati per fare pace dopo un precedente litigio. Di ritorno da una festa nel casertano, si erano quindi appartati nel garage, dentro la Fiat Panda rossa di Vincenzo, che aveva acceso il motore per riscaldarsi. I due però hanno esalato troppi gas di scarico della vettura: si sono addormentati e mai più risvegliati, trovando così la morte.
Vida “peccatrice dai facili costumi”
Da quel giorno per i familiari di Vida è iniziato un secondo incubo, con l’ostruzionismo della polizia morale iraniana che non vuole concedere il rimpatrio della salma nel Paese d’origine della ragazza. A Teheran, come racconta al Mattino un amico di Vida, Ahmad Bahramzadeh, 28enne studente di odontoiatria a Pisa, la 21enne è stata descritta dai media del regime come una ragazza “dai facili costumi”.
Una tv iraniana ha anche diffuso tramite i suoi notiziari che la coppia di fidanzati fossero stati rinvenuti nudi in auto, circostanza assolutamente falsa. Da qui l’accusa di essere una “peccatrice” e così la salma di Vida, che era arrivata in Italia per intraprendere il percorso universitario che l’aveva condotta fino al dipartimento di Informatica della Vanvitelli-Campania, resta bloccata.
Il fango del regime iraniano
I familiari di Vida e di Vincenzo hanno prontamente smentito le versioni iraniane. Alfredo, padre del 24enne Vincenzo e titolare di una pizzeria, ha spiegato ospite di Radio Marte: “Era come una figlia per me. Quando li ho trovati erano vestiti. Non è giusto che sia stata infangata e denigrata dalla stampa nel suo Paese. La sua famiglia ora sta vivendo una tragedia nella tragedia, aiutiamoli”.
Della vicenda si sta occupando anche il deputato di Alleanza Verdi-Sinistra, Francesco Emilio Borrelli: “Vincenzo e Vida si amavano. Lei studiava, era stimata e apprezzata. Avrebbe dovuto essere un orgoglio per il suo Paese. Lì la Repubblica islamica e la polizia morale di Teheran hanno un’altra idea del ruolo della donna nella società. Vida è stata descritta per ciò che non era, infangandone la memoria. Chiediamo di fermare le fughe di notizie non verificate, che sembrano solo frutto di gossip per niente utile a ricostruire la dinamica dei fatti. In Iran sono già stati tanti i problemi per la famiglia di Vida che vorrebbe solo dedicarsi ai funerali della figlia”, dice il parlamentare campano.