Giornalisti Agi in rivolta

Angelucci, il ras della sanità privata che vuole l’Agi per il suo network di destra: l’ombra del conflitto d’interessi

Politica - di Carmine Di Niro

20 Marzo 2024 alle 12:18 - Ultimo agg. 20 Marzo 2024 alle 16:16

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Foto Roberto Monaldo / LaPresse 29-09-2022 Roma (Italia) Politica Matteo Salvini riunisce i parlamentari della Lega Nella foto Antonio Angelucci 29-09-2022 Rome (Italy) Politics Meeting of the Lega party parlamentarians In the pic Antonio Angelucci
Foto Roberto Monaldo / LaPresse 29-09-2022 Roma (Italia) Politica Matteo Salvini riunisce i parlamentari della Lega Nella foto Antonio Angelucci 29-09-2022 Rome (Italy) Politics Meeting of the Lega party parlamentarians In the pic Antonio Angelucci

Antonio Angelucci è pronto a mettere le mani sull’Agi, l’agenzia di stampa di proprietà dell’Eni. Le voci, che si rincorrono da tempo, sono corroborate dall’allarme lanciato martedì dall’assemblea dei redattori dell’Agi, che hanno affidato al Comitato di redazione cinque giorni di sciopero da utilizzare se non arriveranno risposte chiare ed ufficiali da parte della proprietà.

L’imprenditore abruzzese, ras della sanità privata in particolare nel Lazio, da tempo ha come obiettivo quello di creare un network giornalistico legato alla destra: l’attuale deputato della Lega, in passato già eletto con Forza Italia e tra i parlamentari col tasso più alto di assenze in Aula, è già proprietario tramite Tosinvest dei quotidiani Libero, Il Giornale e Tempo.

Angelucci verso l’acquisto di Agi

Ma il progetto di allargamento del network, una sorta di “Fox News” all’italiana, non si fermerà qui. Come detto Angelucci è da tempo interessato all’acquisizione di Agi, la seconda agenzia giornalistica italiana per importanza nel Paese dopo l’Ansa.

Ad aiutarlo nel compito ci sarebbe Mario Sechi, attualmente direttore di Libero e in passato alla guida proprio di Agi, ma soprattutto per alcuni mesi portavoce della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, con esiti a dir poco traballanti.

L’idea di Angelucci è quella di creare un polo mediatico di destra che abbia come riferimento proprio la premier Giorgia Meloni, che d’altronde non ha rapporti idilliaci con i vertici Mediaset, salvo alcuni conduttori dei talk show del Biscione.

Il network della destra

L’Agi andrebbe a rinforzare così il network del pensiero conservatore che nel corso degli ultimi anni Angelucci ha formato rilevando Il Giornale dalla famiglia Berlusconi e con Libero e Il Tempo, affidati rispettivamente a Sechi e Tommaso Cerno, l’ex parlamentare Pd ai tempi del renzismo e prima ancora vicedirettore di Repubblica, protagonista di una virata a destra da record.

Unica casella libera tra i giornali di destra resta La Verità di Maurizio Belpietro, che pure era finita nel mirino di Angelucci. Qui però si era buttato con un investimento importante, anticipando lo stesso parlamenta della Lega, l’imprenditore Federico Vecchioni, nome di peso nel mondo dell’agricoltura e vicino al ministro Francesco Lollobrigida, il “cognato d’Italia”.

Un conflitto d’interesse su Angelucci e Agi?

La trattativa tra Angelucci e Agi, come emerge dal comunicato dei giornalisti dell’agenzia di stampa, sarebbe a buon punto: l’Eni infatti non ha mai smentito le voci che si rincorrono da tempo. E a nulla sembrano servire anche i timori di un conflitto di interesse dietro la trattativa, che da un lato vede il deputato della Lega e dall’altro Eni, società che ha come riferimento il ministero dell’Economia guidato da un altro esponente apicale del Carroccio come Giancarlo Giorgetti.

Questione finita anche in Parlamento, come ricorda Repubblica, tramite una interrogazione dei deputati del Pd con primo firmatario Giuseppe Provenzano: “È davvero grave che un imprenditore nonché parlamentare di uno dei partiti che compongono l’attuale maggioranza riceva quote di un’agenzia giornalistica indipendente da parte di Eni, società di cui è azionista il ministero dell’Economia, guidato da un ministro appartenente allo stesso schieramento, in un evidentissimo conflitto d’interesse”.

20 Marzo 2024

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