Le anticipazioni
L’autobiografia di Papa Francesco: “In Vaticano c’era chi aspettava le dimissioni, Ratzinger usato da gente senza scrupoli”
Cultura - di Redazione
Si chiama “Life. La mia storia nella Storia”, ed uscirà nelle librerie il 19 marzo prossimo, in America e negli Stati Uniti, con l’editore HarperCollins. Parliamo del libro-intervista di Papa Francesco, realizzato dal pontefice assieme al giornalista Fabrizio Marchese Ragona e anticipato oggi dal Corriere della Sera in occasione dell’undicesimo anniversario del pontificato di Jorge Bergoglio.
Un libro in cui Francesco ripercorre la sua vita e i grandi eventi storici, dall’emigrazione dei nonni dall’Italia al rapporto col predecessore Benedetto XVI, dal tema delle ipotetiche dimissioni alle divisioni in Vaticano alla politica, fino ai temi più sensibili per la dottrina cattolica, dall’aborto all’utero in affitto.
Il Papa “comunista”, la dittatura argentina la fidanzata
Francesco nel libro-intervista si “difende” dall’accusa di essere un pontefice “marxista”. “Qualcuno – ricorda Bergoglio – dopo la mia elezione a Papa, ha detto che parlo spesso dei poveri perché anche io sarei un comunista o un marxista”.
Il Papa quindi usa un aneddoto per parlare della questione: “Anche un cardinale amico mi ha raccontato che una signora, una buona cattolica, gli ha detto di esser convinta che Papa Francesco fosse l’antipapa. La motivazione? Perché non uso le scarpe rosse! Ma parlare dei poveri non significa automaticamente essere comunisti: i poveri sono la bandiera del Vangelo e sono nel cuore di Gesù! Nelle comunità cristiane si condivideva la proprietà: questo non è comunismo, questo è cristianesimo allo stato puro”.
Parlando ancora del suo passato, racconta anche di quella che definisce “una piccola sbandata” durante il periodo da seminarista. “Avevo già avuto una fidanzata in passato, una ragazza molto dolce che lavorava nel mondo del cinema e che in seguito si è sposata e ha avuto dei figli. Questa volta invece mi trovavo al matrimonio di uno dei miei zii e rimasi abbagliato da una ragazza. Mi fece davvero girare la testa per quanto era bella e intelligente. Per una settimana ebbi la sua immagine sempre nella mente e mi fu difficile riuscire a pregare! Poi per fortuna passò, e dedicai anima e corpo alla mia vocazione”, le parole del pontefice.
Nel libro-intervista Bergoglio si difende nuovamente dalle accuse di complicità con la dittatura argentina. Per il Papa “è stata la vendetta di qualche sinistrino che invece sapeva quanto mi fossi opposto a quelle atrocità. L’8 novembre 2010 sono anche stato interrogato come persona informata dei fatti per il processo sui crimini commessi durante il regime”. Il pontefice sottolinea anche che “in seguito alcune persone mi hanno confidato che il governo argentino dell’epoca aveva provato in tutti i modi a mettermi il cappio intorno al collo, ma che alla fine non avevano trovato prove perché ero pulito”.
La morte e le dimissioni
Un tema che da tempo ormai periodicamente torna d’attualità è quello di eventuali dimissioni di Francesco, da una parte per una salute che si è fatta col tempo più cagionevole, dall’altra per l’esempio del suo predecessore Joseph Ratzinger, il Papa emerito Benedetto XVI che scelse clamorosamente di lasciare il pontificato.
Per Bergoglio però il ministero petrino è ad vitam, dunque non c’è spazio per dimissioni. Scenario che cambierebbe solo “se subentrasse un grave impedimento fisico, e in quel caso ho già firmato all’inizio del pontificato la lettera con la rinuncia che è depositata in Segreteria di Stato. Se questo dovesse succedere, non mi farei chiamare Papa emerito, ma semplicemente vescovo emerito di Roma, e mi trasferirei a Santa Maria Maggiore per tornare a fare il confessore e portare la comunione agli ammalati. Ma questa è un’ipotesi lontana, perché davvero non ho motivi talmente seri da farmi pensare a una rinuncia. Qualcuno negli anni forse ha sperato che prima o poi, magari dopo un ricovero, facessi un annuncio del genere, ma non c’è questo rischio: grazie al Signore godo di buona salute e, a Dio piacendo, ci sono molti progetti ancora da realizzare”.
Quanto invece alla scelta del suo predecessore Ratzinger, Papa Francesco racconta che “la sua figura di Papa emerito è stata strumentalizzata con scopi ideologici e politici da gente senza scrupoli che, non avendo accettato la sua rinuncia, ha pensato al proprio tornaconto e al proprio orticello da coltivare, sottovalutando la drammatica possibilità di una frattura dentro la Chiesa”.
Ma messaggi ai suoi oppositori interni al Vaticano arrivano anche in relazione al tema della morte. Il pontefice argentino sostiene infatti che c’era chi aspettava la sua morte: “Qualcuno era più interessato alla politica, a fare campagna elettorale, pensando quasi a un nuovo conclave. State tranquilli, è umano, non c’è da scandalizzarsi! Quando il Papa è in ospedale, di pensieri se ne fanno molti, e c’è anche chi specula per proprio tornaconto o per guadagno sui giornali. Per fortuna, nonostante i momenti di difficoltà, non ho mai pensato alle dimissioni”.
Il Papa, l’aborto e l’utero in affitto
Pur essendo il suo un pontificato di “apertura” su molti temi, Papa Francesco non si allontana dalla dottrina della Chiesa e condanna le pratiche dell’aborto e dell’utero in affitto. “Dobbiamo difendere sempre la vita umana, dal concepimento fino alla morte; non mi stancherò mai di dire che l’aborto è un omicidio, un atto criminale, non ci sono altre parole: significa scartare, eliminare una vita umana che non ha colpe”, le sue parole nel libro-intervista.