Lo scontro con i detrattori
Papa Francesco: “Benedico gli sfruttatori e ve la prendete coi gay?”
Nell’intervista a Credere papa Francesco ha deciso di parlare chiaro e non fare sconti. E qui arriva il riferimento alle polemiche scaturite dal documento che apre alla benedizione verso chi la chiede, senza stare a guardare certificati o patenti di cattolicità.
Editoriali - di Fabrizio Mastrofini
Papa Francesco torna sul tema delle benedizioni a persone omosessuali e su chi se ne scandalizza mentre magari accetta senza problemi tante altre brucianti contraddizioni sociali. E taglia di netto la questione. Lo fa in un passaggio dell’intervista concessa a don Vincenzo Vitale, direttore della rivista Credere delle Edizioni San Paolo.
“Ci sono esperienze pastorali che parlano alla gente semplice”, esordisce. “Ci sono anche realtà ‘sofisticate’, che non arrivano, movimenti un po’ ‘esquisiti’ e che tendono a formare una ‘ecclesiola’, di persone che si sentono superiori”, sferza il pontefice.
Dalla premessa, si capisce che nell’intervista papa Francesco ha deciso di parlare chiaro e non fare sconti. E qui arriva il riferimento alle polemiche scaturite dal documento che apre alla benedizione verso chi la chiede, senza stare a guardare certificati o patenti di cattolicità.
“Nessuno si scandalizza se do la benedizione a un imprenditore che magari sfrutta la gente: e questo è un peccato gravissimo. Mentre si scandalizza se la do a un omosessuale. Questo è ipocrisia! Il cuore del documento è l’accoglienza”. Nel seguito dell’intervista, che sarà pubblicata oggi, papa Francesco aggiunge qualcosa a proposito della sua visione di Chiesa vicina alle persone.
“Quando sono con l’amministrazione, sì faccio quello che devo fare ma quando sono con la gente è un’altra cosa. La gente soffre tanto, noi chierici a volte viviamo nell’agio, occorre vedere il lavoro, la sofferenza della gente”.
“Non benedico un ‘matrimonio omosessuale’, benedico due persone che si vogliono bene e gli chiedo anche di pregare per me”, aggiunge questa volta il Papa nel colloquio con don Vincenzo Vitale. “Sempre nelle confessioni, quando arrivano queste situazioni, persone omosessuali, persone risposate, prego e benedico sempre. La benedizione non va negata a nessuno. Tutti, tutti, tutti. Attenzione, parlo di persone: chi è capace di ricevere il Battesimo”.
La misericordia è una delle caratteristiche distintive di papa Francesco, che ne ha parlato fin dal primo appuntamento con i fedeli all’indomani della sua elezione. Il 17 marzo 2013, commentando il Vangelo dell’incontro di Gesù con la donna adultera, il Papa notava che “Dio mai si stanca di perdonare, ma noi, a volte, ci stanchiamo di chiedere perdono. Non ci stanchiamo mai, non ci stanchiamo mai! Lui è il Padre amoroso che sempre perdona, che ha quel cuore di misericordia per tutti noi. E anche noi impariamo ad essere misericordiosi con tutti. Invochiamo l’intercessione della Madonna che ha avuto tra le sue braccia la Misericordia di Dio fatta uomo”.
In questi anni il Papa ha insistito molto sul tema di una riforma morale che metta fine ad alcuni vizi tipici del mondo ecclesiale, quali la maldicenza e il pettegolezzo, per rispettare le persone e parlare chiaro nel nome del Vangelo.
Già in Amoris Laetitia, il documento di sintesi di due Sinodi sulla famiglia, il Papa aveva aperto la porta ad atteggiamenti di comprensione e misericordia verso le situazioni familiari cosiddette “irregolari” dal punto di vista canonico. Con Fiducia Supplicans apre un’altra porta, nei confronti di altre categorie, in linea con l’idea di una Chiesa ‘in uscita’ e ‘ospedale da campo’ che non condanna ma accoglie e cerca di dialogare con le persone.