La marcia indietro di Roma
Cos’è il Green pass globale dell’Oms e perché l’Italia sceglie di non aderire: la mossa del ministro Schillaci
Politica - di Redazione
L’annuncio è arrivato tramite il ministro della Salute Orazio Schillaci: l’Italia “non ha alcuna intenzione di aderire al cosiddetto ‘Green pass globale’ dell’Oms”, l’Organizzazione mondiale della sanità.
Una scelta che farà sicuramente discutere e che ripropone ancora una volta il tema dell’ostracismo di certi settori della destra, anche quella di governo, nei confronti della scienza, dei vaccini, delle misure di sicurezza per la salute.
Cos’è il Green pass globale
Il Green pass globale è in sintesi un documento per la condivisione dei dati sulla certificazione vaccinale a livello internazionale: la sua creazione si deve ad un accordo siglato lo scorso giugno 2023 dalla stessa Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità, e l’Unione Europea.
Obiettivo è, partendo dal modello già utilizzato durante la pandemia di Covid-19, sviluppare un sistema da usare in altri casi, come la digitalizzazione del certificato internazionale di vaccinazione o profilassi. L’Italia ha scelto di non aderire ed in effetti la decisione di entrare a far parte della rete mondiale di certificazione sanitaria digitale è volontaria per gli Stati membri dell’Unione Europea, non essendo l’accordo tra Oms e Ue “vincolante”.
La posizione italiana sul Green pass globale
Come si legge la decisione del governo italiano di Giorgia Meloni di non aderire al Green pass globale? Schillaci in una nota ha spiegato così la scelta dell’esecutivo e del suo ministero: “A seguito dell’approvazione in Consiglio dei Ministri del decreto-legge del 26 febbraio, ritengo utile precisare che il Governo non ha alcuna intenzione di aderire al cosiddetto ‘Green pass globale’ dell’Oms. In sede di conversione del decreto-legge, verrà presentato un emendamento per riformulare il testo e ricondurre la norma agli obiettivi Pnrr in tema di salute, a partire dalla piena operatività del fascicolo sanitario elettronico“.
Nel decreto Pnrr approvato la scorsa settimana, e pubblicato pochi giorni fa in Gazzetta ufficiale, c’era un riferimento al Green pass globale. Un riferimento che verrà cancellato, ha assicurato Schillaci.
Al di là del “burocratese”, la decisione di non aderire va letta più nelle parole di altri esponenti della maggioranza. Come quelle del senatore di Fratelli d’Italia Franco Zaffini, presidente della commissione Salute e Lavoro del Senato, che rivendica la scelta parlando di “nessuna cessione di sovranità quando si parla di libertà personali e di diritti fondamentali e inalienabili”.
In realtà, come assicurato più volte dall’Oms, lo strumento del Green pass globale non mette a rischio privacy e dati sanitari personali dei cittadini.