Nuove accuse contro Pechino
Covid-19 in Cina, la rivelazione del Wall Street Journal: “Pechino mappò il virus due settimane prima dell’annuncio”
Esteri - di Redazione
Sulle origini del Covid-19 è ancora “guerra” tra Stati Uniti e Cina. Non siamo ai tempi di Donald Trump, che lo ribattezzava “virus cinese”, ma le nuove accuse presenti in una inchiesta pubblicata dal Wall Street Journal certamente non renderanno più semplici i rapporti tra Washington e Pechino.
I silenzi di Pechino sul Covid
Secondo il quotidiano finanziario i ricercatori cinesi isolarono e mapparono il coronavirus almeno due settimane prima di quanto effettivamente dichiarato, alla fine del dicembre del 2019. Il WSJ rivela di aver preso visione di alcuni documenti consegnati dal dipartimento della Salute degli Stati Uniti alla commissione Energia e Commercio della Camera dei rappresentanti: in base a questi documenti una virologa di Pechino, Lili Ren dell’Istituto di biologia patogena, inserì già il 28 dicembre del 2019 in GenBank, una banca dati sulla quale vengono condivise sequenze di materiale genetico, mantenuta dai National Institutes of Health degli Stati Uniti, una sequenza quasi completa della struttura del virus che avrebbe successivamente originato la pandemia di Covid-19.
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Il lavoro di Ren fu segnalato dopo 72 ore perché incompleto: le fu quindi richiesto di condividere maggiori informazioni ma la virologa secondo la ricostruzione della commissione del Congresso non rispose. In mancanza di informazioni sufficienti il suo lavoro fu rimosso da GenBank il 16 gennaio 2020: al momento non è chiaro perché Ren avesse inviato le informazioni a GenBak e avesse poi deciso di non rispondere alle sollecitazioni di chiarimenti.
Eppure all’epoca il governo cinese descriveva l’influenza che circolava a Wuhan, che già preoccupava gli esperti, come una polmonite virale “di origine sconosciuta“. Non solo: le autorità non avevano ancora chiuso il mercato ittico all’ingrosso di Wuhan, uno degli epicentri iniziali dell’epidemia.
I ritardi sul Covid del governo cinese
Il dato chiave è quello delle date. Il governo di Pechino condividerà la sequenza del virus con l’Organizzazione mondiale della sanità soltanto l’11 gennaio, due settimane prima della mappatura del virus. Il quotidiano economico statunitense sottolinea d’altra parte che si tratta di informazioni che non arricchiscono l’annoso dibattito sull’origine del Covid, ma che evidenziano ancora una volta come alla ricostruzione sulle prime fasi della pandemia manchino ancora importanti tasselli. “Due settimane di tempo in più potevano essere cruciali per aiutare la comunità scientifica internazionale a limitare la diffusione del Covid-19, a sviluppare difese mediche e ad avviare la preparazione di un eventuale vaccino“, sottolinea l’articolo.
Alla fine del 2019, scienziati e governi di tutto il mondo stavano facendo a gara per comprendere la misteriosa malattia che poi avrebbero chiamato Covid-19 e che avrebbe ucciso milioni di persone.