Esposto dall'opposizione
Ponte sullo Stretto di Messina, indagine a Roma sul “metodo” Salvini-Meloni: nel mirino il progetto “segreto”
La prima pietra ancora non c’è, anche perché la si aspetta (o contesta) da decenni, ma sul “nuovo” Ponte sullo Stretto di Messina spunta già una indagine giudiziaria. È quella aperta dalla Procura di Roma dopo l’esposto presentato dai leader di Alleanza Verdi-Sinistra Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, assieme alla segretaria del Partito Democratico Elly Schlein.
Nell’esposto di nove pagine, depositato a piazzale Clodio il primo febbraio scorso, si contesta l’attività di progettazione e realizzazione di un collegamento stabile tra Sicilia e Calabria. Il procuratore Francesco Lo Voi, come riferisce Repubblica, ha assegnato il fascicolo alla sostituta Alessia Natale, che si occupa di reati contro la pubblica amministrazione. Il fascicolo è al momento senza ipotesi di reato e indagati.
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L’indagine sul Ponte sullo Stretto
L’indagine parte dalla procedura di assegnazione dei lavori messa in piedi dal governo Meloni e dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. In particolare la denuncia presentata dai tre leader dell’opposizione di centrosinistra chiede di fare luce sull’iter che ha portato l’esecutivo e il Ministero delle Infrastrutture a rimettere in piedi la società “Stretto di Messina”, di cui era stata disposta la liquidazione con la legge di bilancio 2021 salvo poi revocare il provvedimento il primo aprile dello scorso anno, col nuovo governo di destra alla guida del Paese.
Nel mirino c’è poi il modus con cui l’esecutivo ha “resuscitato” i contratti della vecchia gara vinta dal consorzio Eurolink nel 2008, ai tempi dell’esecutivo Berlusconi. “Il governo ha deciso la caducazione del contenzioso tra lo Stato e i privati – dice Bonelli a Repubblica -, inoltre il governo e la società Stretto di Messina non rendono pubblici gli atti e i progetti aggiornati dal consorzio Eurolink. Parliamo di documenti che impegnano lo Stato per 14,6 miliardi di euro. Ma non solo: abbiamo saputo dal viceministro Bignami che l’atto negoziale tra la società stretto di Messina e i privati sul nuovo progetto è stato sottoscritto il 29 settembre e il 30 i privati hanno presentato il nuovo progetto”. L’incarico era stato conferito a giugno dall’amministratore delegato di “Stretto di Messina” Pietro Ciucci al consorzio Eurolink.
I documenti rimasti segreti
Nell’esposto visionato dall’Ansa che riguarda “l’attività di progettazione e realizzazione” del Ponte sullo Stretto i parlamentari chiedono ai pm di chiarire perché la società Stretto di Messina S.p.A. (SdM SpA) “ha ritenuto di non rendere pubblici documenti fondamentali per l’entità del progetto e le procedure“. In particolare nell’atto finito all’attenzione dei pm si afferma che la società SdM SpA “ha opposto più volte diniego alle richieste di fornire” ai denuncianti “sia la relazione di aggiornamento al progetto, che l’atto negoziale, nonostante un componente del comitato scientifico avesse pubblicamente affermato di aver reso pubblica la suddetta relazione“. Per i parlamentari il rifiuto “della SdM SpA, che con il Decreto viene costituita quale società in house, di consegnare documenti espressamente previsti dal decreto impedisce di esercitare un diritto ed un’azione di controllo e verifica. La SdM SpA si è rifiutata di consegnare l’atto negoziale che consentirebbe di verificare in quanto tempo la società Webuild ha raggiornato un progetto complesso, vecchio di 12 anni“.
Salvini difende il progetto del Ponte sullo Stretto
Nonostante l’indagine aperta a Roma, Salvini si mostra fiducioso sulla riuscita dell’operazione Ponte di Messina, su cui il ministro e leader della Lega si sta giocando moltissimo politicamente. Ponte che Salvini, intervenendo a ‘Mattino Cinque’ su Mediaset, ha definito “un diritto di milioni di italiani” e “solo in Italia la sinistra riesce a dire di no alle opere pubbliche”.
Il Ponte, ha ribadito Salvini, si farà “al 100 per cento”. “Il Ponte sullo Stretto serve a unire milioni di siciliani, serve a inquinare di meno, a viaggiare più in fretta“, ha continuato. “Mi hanno denunciato, io ho visto che il Pd ha fatto una denuncia alla Procura della Repubblica perché vogliamo fare il Ponte“, ha inoltre ricordato il ministro. “Il Ponte – ha concluso – è un diritto di milioni di italiani, di viaggiare più velocemente, più sicuri e di inquinare di meno. Mi domando perché uno debba dire no a un Ponte, all’alta velocità, a una diga, a una ferrovia. Solo in Italia la sinistra riesce a dire di no alle opere pubbliche“.