La laurea alla memoria
“Buttato allo sbaraglio”: il dolore della mamma di Fulvio, il tirocinante morto nell’auto esplosa in tangenziale
Cronaca - di Redazione Web
Era un’afosa mattinata di giugno quando all’improvviso un’auto esplose sulla tangenziale di Napoli. A bordo c’erano Fulvio Filace, tirocinante di 25 anni a pochi passi dalla laurea in ingegneria e la sua tutor, la ricercatrice dell’Istituto Stems del Cnr Maria Vittoria Prati, 66 anni. L’auto era un prototipo, una Volkswagen Polo Tdi modificata. Stagista e tutor morirono dopo pochi giorni nonostante i tentativi di salvarli da parte dei sanitari. Una morte assurda per la quale la mamma di Fulvio chiede chiarezza per avere giustizia.
La laurea alla memoria per Fulvio Filace
“Noi cerchiamo giustizia perchè sicuramente qualcosa non ha funzionato. Ciò che è strano è che stavano in un’auto da provare, su una Tangenziale e non con persone esperte e tute ignifughe. Così, buttati allo sbaraglio. Con prove assurde che secondo me si fanno in laboratorio, in una pista”: è la denuncia di Rosaria Corsaro, la mamma di Fulvio, come riportato dall’Ansa, in occasione della consegna della laurea magistrale alla memoria in Ingegneria Meccanica per l’energia e l’ambiente dall’ Università di Napoli Federico II. Il dolore per quella vita stroncata troppo presto fu enorme.
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Il dolore della mamma di Fulvio
A Fulvio mancavano ancora poche ore di tirocinio per raggiungere il desiderato e sudato traguardo della laurea. E invece il 23 giugno 2023 la drammatica esplosione. I due sono stati subito soccorsi, ma sono morti alcuni giorni dopo in ospedale nonostante i tanti interventi cui sono stati sottoposti. Sulla tragedia è stata aperta un’inchiesta contro ignoti: duplice omicidio e incendio colposo i reati ipotizzati. Tante le domande ancora senza risposta, a partire dal perchè il giovane tirocinante fosse a bordo. “E’ inaccettabile perdere un figlio, e perderlo così”, ha detto la mamma durante la cerimonia.
“Oggi Fulvio sarebbe stata la persona più felice del mondo perchè si sarebbe avverato il primo dei suoi sogni: la laurea per poi correre nella vita lavorativa. Sarebbe stato orgoglioso di se stesso e sicuramente avrebbe anche ringraziato la sua famiglia per averlo sempre sostenuto e incoraggiato. Lo avrei abbracciato e gli avrei detto: ‘Sei grande amore mio. Grazie per tutto quello che ci hai dato'”. “Sono fermamente convinta – ha proseguito, con la voce rotta – che anche se una persona non c’è più, tutto quello di bello che ci ha lasciato non può finire qui. E che comunque le sue idee, la sua coscienza e intelligenza vivono in ognuno di noi, in tutti quelli che lo hanno amato e apprezzato”. Al termine della cerimonia la madre di Fulvio ha consegnato un segnalibro con su un frase del figlio. “Un uomo si giudica dalle sue opere e ciò che facciamo in vita riecheggia per l’eternità”.
Il rettore Lorito: “Andremo fino in fondo”
E’ stata una tragedia immane. Non ho parole. Le posso assicurare che andremo fino in fondo perchè questa è una cosa inimmaginabile”. Lo ha detto il rettore dell’universita Federico II, Matteo Lorito, parlando con Rosaria Corsaro, la mamma di Fulvio Filace, lo studente che a giugno morì nell’incendio di un’auto sperimentale insieme alla ricercatrice dell’Istituto Stems del Cnr Maria Vittoria Prati. Ai cronisti ha poi aggiunto: “I ragazzi vengono da noi per essere accompagnati e lanciati verso il futuro non certo per trovarsi in situazioni come quella che abbiamo visto. Noi ancora non sappiamo cosa sia successo, non riusciamo ancora ad avere informazioni ma siamo più decisi che mai ad andare fino in fondo perchè gli sforzi che facciamo per questi ragazzi, per dare loro la possibilità anche di scoprire il mondo della ricerca non possono finire in questo modo”. E a chi gli chiede se si costituirà parte civile al processo, il rettore ha detto: “Certo. Aspettiamo che le cose vengano messe in chiaro. Se ci sono responsabilità andremo fino in fondo. Saremo con la famiglia. Anche noi siamo parte lesa: era ed è un nostro studente”.