Il caso limite

Alcol test positivo, la polizia di Como gli ritira la patente: ma era a piedi dopo una cena al ristorante

Cronaca - di Redazione - 20 Febbraio 2024

CONDIVIDI

Alcol test positivo, la polizia di Como gli ritira la patente: ma era a piedi dopo una cena al ristorante

Si può ritirare la patente di guida ad un uomo a piedi? È quanto accaduto a Como, una storia risalente al 30 novembre e raccontata dal legale dell’automobilista coinvolto nella vicenda, l’avvocato Ivano Chiesa.

I fatti si sono svolti all’uscita di un ristorante di viale Innocenzo a Como: è qui che gli agenti della polizia municipale multano l’automobilista, che era in compagnia di una seconda persona in un vicino ristorante, per aver parcheggiato la sua vettura in divieto di sosta tra viale Innocenzo e via Benzi tra viale Innocenzo e via Benzi.

La patente ritirata a piedi

Tutto corretto, sottolinea lo stesso avvocato Ivano Chiesa, anche legale di Fabrizio Corona. I problemi emergono quando il suo cliente e l’amico si dirigono verso i vigili per vedere cosa stesse succedendo. Gli agenti decidono di sottoporre entrambi all’alcol test, “che per il mio cliente è risultato di poco superiore ai valori consentiti”, racconta Chiesa all’edizione milanese di Repubblica.

A questo punto – aggiunge Chiesa – l’incredibile decisione della polizia locale: gli hanno ritirato la patente nonostante il mio assistito non stesse guidando in quel momento, né fosse appena sceso dalla sua auto. Lo ripeto: era a piedi”.

Il ricorso al Giudice di pace

Di fronte ad una decisione così sorprendente, l’automobilista decide di opporsi e ricorrere al Giudice di pace. Ricorso accolto, dunque in teoria il cliente di Chiesa è pronto a riottenere la sua licenza di guida.

Anche qui però c’è una sorpresa. “Dopo la decisione del Giudice di pace siamo andanti in prefettura per riprendere la patente ma il personale si è opposto dicendo che prima bisognava portare tutti gli esami clinici che accertassero la attitudine alla guida del mio cliente. Così faccio presente che quella era omissione di atti d’ufficio e che li avrei denunciati. Ma mi viene risposto che “quella è la prassi”, a meno che il mio assistito non fosse tornato dal giudice per integrare il provvedimento di sospensione con una dichiarazione aggiuntiva che disponga la restituzione immediata del documento”, racconta il legale.

Giudice che ha accolto la richiesta di integrazione, consentendo così alla patente di tornare nelle mani del suo legittimo proprietario. La vicenda in ogni caso non è finita: il 22 febbraio prossimo, sempre davanti al Giudice di Pace, si terrà l’udienza di discussione.

di: Redazione - 20 Febbraio 2024

Condividi l'articolo