Podio negativo
Milano tra le città più inquinate al mondo: i dati sullo smog e la qualità dell’aria in Pianura Padana
Stando a "IQAir" domenica l’aria di Milano è stata la terza peggiore del mondo, dopo Dacca e Lahore. Le cause dei dati sull'inquinamento in Pianura Padana
Ambiente - di Redazione Web
Secondo il sito svizzero IQAir domenica l’aria di Milano è risultata la terza peggiore al mondo: si parla di inquinamento, smog, di dati per niente positivi, di un podio decisamente negativo per la Pianura Padana. E Milano arriva così dopo soltanto Dacca, in Bangladesh, e Lahore in Pakistan. I dati di questi giorni hanno messo la Pianura Padana dietro anche ai Paesi dell’Est Europeo, grandi consumatori di carbone per riscaldamento ed energia elettrica. Piuttosto indicativo.
Il dato è stato registrato dal sito svizzero che realizza le sue misurazioni a partire dall’indicatore americano Aqi (Air Quality Index). Stando alla classifica l’indice di Milano ha raggiunto il picco di 193. Laohre 252 e Dacca 249. Il sito svizzero indica che attualmente la concentrazione di PM2.5 (particelle di diametro aerodinamico inferiore o uguale ai 2,5 µm, detto anche “particolato fine”, caratterizzate da lunghi tempi di permanenza in atmosfera e in grado di penetrare più in profondità nell’albero respiratorio umano) a Milano è 29.7 volte il valore guida annuale della qualità dell’aria indicato dall’Organizzazione Mondiale della Salute (Oms).
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Quali sono le cause dell’inquinamento record
Le cause di questi dati sicuramente poco positivi sono almeno tre: in primis la poca ventilazione e la scarsa circolazione d’aria nella Pianura Padana, chiusa da Alpi e Appennini per tre lati. È così che l’aria più fredda che ristagna nelle pianure permette la formazione di nebbie, l’accumulo degli inquinanti e impedendo il rinnovamento atmosferico.
A seguire la grande densità di popolazione che porta a un alto numero di veicoli circolanti e di abitazioni. E quindi la presenza di numerosi allevamenti intensivi nella Pianura Padana che utilizzano ampiamente fertilizzanti e che producono ossidi di azoto. Secondo Greenpeace gli allevamenti intensivi causano più smog delle automobili: il 54% del Pm2.5 non è prodotto dalle auto, a differenza di quello che molti ritengono, ma dal riscaldamento e dagli allevamenti.
I consigli contro l’inquinamento
Secondo Arpa Lombardia, i cui valori però sono aggiornati a sabato 17, il Pm2.5 ha avuto una media giornaliera di 76 μg/m³ (microgrammi per metro cubo di aria), il Pm10 è stato di 100 μg/m³ quando il valore limite è di 50. Il biossido di azoto 88 μg/m³ e l’ozono 71 μg/m³: in questi ultimi casi si rimane sotto la soglia di allarme. In Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte i dati riferiti alle zone di pianura non sono molto diversi. A questo proposito si consiglia di evitare l’esercizio all’aperto, di chiudere le finestre per non fare entrare in casa l’aria inquinata, di indossare una mascherina all’aperto e di procurarsi un purificatore d’aria.