La misteriosa scomparsa
Emanuela Orlandi, il fratello Pietro mostra la presunta lettera del cardinale: “Era incinta e abortì a Londra”
Cronaca - di Redazione Web
Il mistero della scomparsa di Emanuela Orlandi si infittisce con una nuovo elemento: il fratello Pietro, ospite a Verissimo su Canale 5 ha mostrato una lettera ricevuta da una persona che ha detto di essere “vicina agli ambienti dei Nar” e che gli ha detto di aver visto Emanuela a Londra in un appartamento vicino al suo gestito dagli Scalabriniani. Questa lettera sarebbe stata scritta dal cardinale Ugo Poletti e inviata il 1° febbraio del 1993 all’ex Segretario di Stato Gb e conterrebbe una nuova verità, che, per Pietro Orlandi è “una pista veritiera”.
La misteriosa lettera: “Emanuela Orlandi era a Londra”
In tv Pietro ha letto la lettera attribuita dalla persona che l’ha data a Pietro, al cardinale Poletti in cui il porporato accennerebbe “alla soluzione immediata del problema totalmente inaspettato e indesiderato”. E aggiunge che “è di vitale importanza che la signorina Orlandi rimanga viva e in salute”. Come riportato dall’Ansa, si fa riferimento poi al fatto che “anche un feto all’interno del grembo materno possieda un’anima”. Per Pietro questa lettera “fa sembrare” che Emanuela era incinta e che poi è stata ricoverata per interrompere la gravidanza, “questo è quello che mi farebbe capire quella persona”. E che per fare questo “il Vaticano aveva chiesto l’aiuto dello Stato inglese”. Ma questo nuovo interlocutore di Pietro Orlandi “è scomparso, ha cancellato tutti gli account, spero che la procura di Roma o la commissione parlamentare lo cerchino”.
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I dubbi sulla lettera del 1993
“Da domani qualcuno dirà che questa lettera è falsa”, ha detto Pietro Orlandi in Tv, spiegando che porta l’intestazione del Vicariato ma “nel ’93 il cardinale Poletti non era più vicario di Roma”. La spiegazione che si è dato il fratello di Emanuela è che “mi è stato detto che all’epoca, per documenti particolari, venivano inserite delle cose, per cui se fossero diventate pubbliche si poteva dire che era un falso”.
Pietro Orlandi contro il procuratore vaticano Diddi: “Rema contro, spero intervenga il Papa”
“Mi auguro che Papa Francesco prenda dei provvedimenti nei confronti di questa persona che non si sta comportando nel modo più giusto”. Lo ha detto Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, riferendosi al procuratore vaticano Alessandro Diddi. “Sono stato ascoltato una sola volta, ad aprile dell’anno scorso, ho fatto ventotto nomi e nessuno è stato ascoltato”, ha detto Pietro a Verissimo il programma di Canale 5. “Non c’è quella volontà purtroppo” di cercare la verità, “Diddi ha fatto capire chiaramente che non vogliono la commissione parlamentare d’inchiesta. L’hanno definita una intromissione perniciosa”. “In quest’anno si è fatto di tutto tranne che cercare la verità”, ha ribadito Pietro.
“Io sono contento che Papa Francesco ha chiesto di indagare con la volontà di cercare la verità. Ma io non so se è a conoscenza del lavoro che sta facendo la persona che lui ha incaricato: o non è in grado oppure rema contro”, ha aggiunto parlando del procuratore vaticano. “Dopo quarant’anni non si può continuare ad aspettare, mi dicono ‘devi avere pazienza’. Dopo quarant’anni…”, ha concluso Pietro Orlandi.
Il post su Facebook di Pietro Orlandi
Dopo l’intervista in Tv, Pietro Orlandi ha precisato sul suo profilo Facebook: “Comunque spero di essere stato chiaro in un paio di punti che si possono prestare ad errate interpretazioni”. E elenca:”1)Emanuela in quel mini appartamento a Londra non era ovviamente libera ma è il luogo ( Clapham road 170) dove era tenuta sequestrata. 2)Lo scambio di lettere è del 93 e l’eventuale gravidanza (eventuale perché non è indicata chiaramente) non è ovviamente il movente del rapimento avvenuto 10 anni prima”.