In cella tra topi e violenza
Cosa accadrà a Filippo Mosca: il giovane detenuto in Romania
Il giovane, 29 anni, è recluso a Costanza, uno dei peggiori penitenziari d'Europa. L'avvocato Armida Decina a l'Unità: "A aprile ci sarà il secondo grado del processo, poi valuteremo se fare ricorso alla Cedu e punteremo a far tornare Filippo in Italia"
Esteri - di Andrea Aversa
Il caso è complesso, perché riguarda una giurisdizione estera e i rapporti diplomatici tra due paesi. Due nazioni facenti parte della stessa comunità politica e geografica. Ed anche giustizia e stato di diritto si mescolano, quelli di Italia e Romania, con tutte le dovute similitudini e differenze. La storia, drammatica, è quella di Filippo Mosca, il 29enne di Caltanissetta detenuto a Costanza nel carcere di Porta Alba, noto per essere uno dei peggiori penitenziari d’Europa. Il giovane nell’aprile del 2023 è volato nel cuore dell’Est Europa per partecipare ad uno dei festival musicali più attesi.
E da allora ha avuto inizio il suo incubo. “Filippo – ha spiegato a l’Unità l’avvocato Armida Decina che assiste la famiglia del giovane – è andato in Romania insieme alla fidanza e a due amici per assistere ad un festival musicale molto famoso. Sono stati diversi i gruppi di ragazzi che dall’Italia sono partiti per andarci. Infatti, la comitiva di Filippo si è poi riunita con alcuni di essi una volta atterrati a Costanza. Loro, però, alloggiavano in un hotel“. Ed è proprio in questo albergo che ha avuto origine il dramma del 29enne.
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“Una ragazza – ha raccontato l’avvocato Decina – ha chiesto a Filippo se poteva far ricevere alla reception dell’hotel un pacco proveniente da Barcellona contenente cosmetici. La portineria ha poi impedito a Filippo, in quanto non era destinatario della spedizione, di ritirare il pacco. Quest’ultimo è stato aperto e all’interno è stata trovata della droga. La ragazza subito ha ammesso le sue responsabilità. Ma le forze dell’ordine immediatamente chiamate non le hanno creduto, così hanno arrestato lei, Filippo e l’altro loro amico“.
A quel punto sono iniziate le prime violazioni del diritto di difesa: “Da come registrato dai colleghi romeni – ha affermato il legale – come prova sono state ammesse delle intercettazioni non autorizzate e addirittura manomesse. Questo è stato acclarato dai periti di parte nominati dalla madre di Filippo. Poi c’è stato il processo e l’inaspettata condanna in primo grado“. Ad oggi Filippo si troverebbe in un precario stato psicofisico. La detenzione è caratterizzata da sovraffollamento, condizioni igienico-sanitarie vergognose, malnutrizione e presenza di topi, cimici e scarafaggi.
Il 29enne avrebbe anche subito delle violenze. Ha dichiarato l’avvocato Decina: “Ad oggi puntiamo innanzitutto all’appello, la cui udienza si terrà il prossimo 11 aprile. Poi stiamo valutando di fare ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (Cedu, ndr). Di sicuro faremo richiesta di estradizione perché Filippo non può più vivere in quelle condizioni e deve essere riportato sano e salvo a casa“. Insomma, un caso-Salis bis: “Di sicuro – ha concluso il legale – Le due vicende hanno in comune il tema della violazione dei diritti umani in carcere. Quello di Costanza è stato più volte oggetto di sanzioni da parte dell’Ue“.