Il radi in Giordania
Guerra tra Iran e Usa, Biden minaccia ritorsioni ma è finito nella trappola di Teheran
Israele e Hamas avrebbero trovato l’accordo: rilascio degli ostaggi in cambio di una tregua. E l’Unrwa denuncia: “Senza i fondi costretti a fermarci”
Esteri - di Umberto De Giovannangeli
La polveriera è esplosa. E ora gli Stati Uniti rischiano di rimmergersi nel “pantano” mediorientale e questo nell’anno delle elezioni presidenziali. Per Joe Biden sarebbe un colpo esiziale.
Biden: «Risponderemo all’attacco contro i militari Usa»
L’attacco di un drone a una base americana in Giordania ha causato 3 morti e almeno 34 feriti. Il presidente, Joe Biden, ha incolpato i gruppi militanti sostenuti dall’Iran e ha promesso di chiedere conto ai responsabili.
È la prima volta che un soldato statunitense viene ucciso, dal fuoco ostile, in Medio Oriente dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas. L’incidente potrebbe aumentare ulteriormente le tensioni nella regione, aggiungendosi ai timori di un conflitto più ampio che coinvolga direttamente Teheran.
“Mentre stiamo ancora raccogliendo i particolari di questo attacco, sappiamo che è stato compiuto da gruppi militanti radicali sostenuti dall’Iran che operano in Siria e in Iraq”, ha detto Biden in una dichiarazione, impegnandosi a chiedere conto a “tutti i responsabili nei tempi e nei modi che sceglieremo”. Più tardi, in una sala banchetti di una chiesa nella Carolina del Sud, il presidente ha osservato un momento di silenzio per le truppe statunitensi uccise nell’attacco, poi ha detto: “Risponderemo”.
Trump: «Con me l’attacco ai soldati Usa non ci sarebbe stato»
«Questo sfrontato attacco agli Stati Uniti è l’ennesima conseguenza orribile e tragica della debolezza e della resa di Joe Biden»: lo scrive Donald Trump sul suo social Truth, affermando che con lui presidente non si sarebbero state la guerra in Ucraina, l’attacco di Hamas ad Israele e questo attacco e ammonendo che invece ora «siamo sull’orlo delle terza guerra mondiale».
Washington Post: «L’Iran ha superato la linea rossa, serve una risposta forte di Biden»
Almeno 160 attacchi in meno di quattro mesi. Con razzi e droni. Con un bilancio di circa 70 feriti tra il personale Usa. Fin quando ieri un drone ha colpito un avamposto Usa, `Tower 22´, in Giordania, vicino ai confini con Siria e Iraq.
Tre soldati americani sono morti e più di 30 sono rimasti feriti. «Prima o poi sarebbe accaduto: l’Iran ha superato la linea rossa degli Stati Uniti», scrive Max Boot per il Washington Post, evidenziando l’escalation di attacchi delle milizie sostenute dall’Iran contro le forze Usa in Iraq e Siria dalla strage del 7 ottobre in Israele. Secondo l’editoriale, la morte di soldati Usa impone «una risposta più forte rispetto a quanto hanno fatto sinora gli Stati Uniti con raid aerei limitati contro milizie sostenute dall’Iran».
Sinora l’Amministrazione Biden è stata «comprensibilmente riluttante» rispetto alla possibilità di «rimanere intrappolata» in una spirale di escalation con l’Iran, «ma è chiaramente giunto il momento di dimostrare all’Iran che non può uccidere le truppe Usa nell’impunità».
Nbc news: Israele accetta accordo sugli ostaggi
Israele avrebbe accettato la proposta «quadro» per un accordo sugli ostaggi discussa nel vertice a Parigi (a cui hanno partecipato anche Usa, Egitto e Qatar) e che prevede il rilascio dei rimanenti ostaggi americani e israeliani: lo ha detto una fonte vicina alla questione alla emittente americana Nbc News.
Ora la bozza dell’accordo è al vaglio di Hamas. L’accordo prevede il rilascio graduale degli ostaggi americani e israeliani detenuti da Hamas, accompagnato da pause nei combattimenti e dalla consegna di aiuti a Gaza. In cambio si prevede che anche i prigionieri palestinesi detenuti da Israele verranno rilasciati.
Il quadro discusso, sul quale le parti hanno raggiunto un’intesa generale, prevede una pausa di 30 giorni che porterebbe al rilascio delle donne, dei bambini e degli anziani rimasti in ostaggio. Durante questa fase, inizierebbero discussioni su una seconda fase di tregua di 30 giorni, che includerebbe il rilascio di soldati israeliani e ostaggi civili di sesso maschile
Unrwa: “Senza fondi impossibile lavorare oltre febbraio”
L’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) ha dichiarato che non sarà in grado di continuare le operazioni a Gaza e in tutta la regione oltre la fine di febbraio, se non riprenderanno i finanziamenti a suo favore. “Se i finanziamenti non verranno ripristinati, l’Unrwa non sarà in grado di continuare i suoi servizi e le sue operazioni in tutta la regione, inclusa Gaza, oltre la fine di febbraio”, ha riferito a Reuters un portavoce dell’agenzia.
Una serie di Paesi, tra cui Stati Uniti, Canada, Giappone, Germania, Italia e Paesi Bassi, hanno sospeso i finanziamenti all’agenzia umanitaria in seguito alle accuse secondo cui 12 membri del personale dell’Unrwa sarebbero stati coinvolti negli attacchi di Hamas del 7 ottobre nel Sud di Israele. Si stima che circa due milioni di persone dipendano dai servizi dell’Unrwa. Circa 3.000 dei 13.000 dipendenti dell’agenzia continuano a lavorare a Gaza nonostante i continui bombardamenti israeliani.
La Spagna mantiene i suoi rapporti con l’Unrwa
La Spagna manterrà i suoi rapporti con l’Unrwa nonostante le accuse riguardanti il presunto coinvolgimento di alcuni dei suoi dipendenti negli attentati del 7 ottobre in Israele, ha annunciato il ministro degli Esteri.
“Non cambieremo il nostro rapporto con l’Unrwa”, che è “un’agenzia delle Nazioni Unite essenziale per alleviare la situazione umanitaria”, ha dichiarato il ministro José Manuel Albares davanti al Congresso dei Deputati. La Spagna tuttavia “seguirà da vicino l’indagine interna” annunciata dall’agenzia “e i risultati che potrebbe produrre”, ha continuato il capo della diplomazia spagnola.
Katz: capo Unrwa Lazzarini non è benvenuto in Israele
«Ho appena annullato gli incontri del capo dell’Unrwa Philippe Lazzarini fissati per mercoledì in Israele con funzionari del ministero degli Esteri»: lo ha annunciato il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz. «Impiegati dell’Unrwa – ha denunciato – hanno partecipato al massacro del 7 ottobre. Lazzarini – secondo Katz – dovrebbe trarre le conclusioni e dimettersi. I sostenitori del terrorismo non sono benvenuti qua».
Gaza: bilancio morti a 26.637. I feriti 65.387
Il ministero della Sanità di Hamas ha annunciato che 26.637 persone sono state uccise, soprattutto donne, bambini e adolescenti, nella Striscia di Gaza dall’inizio della guerra, il 7 ottobre.