Il caso a Budapest

Il dramma di Ilaria Salis, l’anarchica di Milano che rischia 11 anni in Ungheria

Gli avvocati riferiscono che è accusata di aver partecipato a una sola delle due aggressioni. Non risponde formalmente di far parte dell’organizzazione ma di conoscerne l’esistenza. Il range della pena come per Gabriele Marchesi è compreso tra i due e i sedici anni.

Giustizia - di Frank Cimini

24 Novembre 2023 alle 13:30

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Caso degli anarchici in Ungheria
Caso degli anarchici in Ungheria

Una militante anarchica milanese rischia la condanna a 11 anni di reclusione, questo il patteggiamento prospettato dalla procura, in relazione a lesioni provocate a esponenti di estrema destra nel corso di una contromanifestazione organizzata a Budapest. Ilaria Salis è detenuta in Ungheria dal febbraio scorso e solo in agosto ha potuto incontrare i genitori.

Le lesioni provocate agli avversari politici erano guarite in sette giorni senza che vi fosse denuncia dalle parti offese dal reato. Per gli stessi fatti l’Ungheria ha chiesto la consegna tramite mandato di cattura europeo di un altro anarchico Gabriele Marchesi che ha appena ottenuto gli arresti domiciliari dalla corte di Appello di Milano su parere conforme della procura generale dopo un periodo trascorso nel carcere di San Vittore.

Marchesi non ha prestato il consenso al trasferimento in Ungheria. La difesa rappresentata dagli avvocati Eugenio Losco e Mauro Straini eccepisce l’insufficiente descrizione dei fatti in relazione ai quali è stato chiesto il consenso. La ricostruzione dell’accusa sarebbe priva della indicazione della condotta personale dell’indagato.

Stando alle accuse delle autorità ungheresi solo per caso le vittime delle aggressione non sarebbero state in pericolo di vita. Gli aggrediti avrebbero riportato lividi sulle teste e sulle gambe. L’aggressione sarebbe avvenuta usando un’asta telescopica, un martello di gomma e spruzzando gas lacrimogeni.

Il processo a Budapest inizierà l’anno prossimo. Il 5 dicembre a Milano i giudici decideranno sulla consegna all’Ungheria di Gabriele Marchesi. Considerando l’assenza di querela di parte in Italia il fatto non sarebbe neppure perseguibile. Per cui la corte d’Appello dovrebbe negare il trasferimento di Marchesi a Budapest. E la concessione dei domiciliari già avvenuta va in questa direzione ma il condizionale è d’obbligo.

Ilaria dall’11 febbraio è stata spostata 11 volte di cella. Sta dentro 23 ore su 24 con una sola ora di aria al giorno. Tutto il carcere è infestato dalle cimici. Il carrello del cibo passa per la colazione e il pranzo non per la cena costituita da un pezzo di pane e una scatoletta di carne o di pesce. Ilaria negli interrogatori si è sempre avvalsa della facoltà di non rispondere.

Gli avvocati riferiscono che è accusata di aver partecipato a una sola delle due aggressioni. Non risponde formalmente di far parte dell’organizzazione ma di conoscerne l’esistenza. Il range della pena come per Gabriele Marchesi è compreso tra i due e i sedici anni.

A breve dovrebbero chiudere le indagini. Poi il prosecutor ungherese avrà 60 giorni di tempo per riaprire il caso. Il processo dovrebbe iniziare a febbraio con udienze a porte aperte, una ogni due mesi e durerà circa un anno.

24 Novembre 2023

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